Pesaro, 28 novembre 2025 – “Non me la sento più, ci sono state diverse cose che non mi sono andate bene in queste settimane. Ho un lavoro, non vivo di politica, torno alla mia attività. Ce l’ho messa tutta e ho dato il massimo”. Francesca Frenquellucci annuncia così le sue dimissioni da assessore e il suo addio alla politica. “Sì – dice – lascio anche il Movimento Cinque Stelle. La mia esperienza in questi anni è stata bella e avvincente. Ma finisce qui. Ero una cittadina che si era resa disponibile a fare politica, ora torno a fare semplicemente la cittadina”.

Ma è colpa della statua di Pavarotti finita nella pista di ghiaccio?

“No. Certo, non mi ha fatto piacere. Ma il motivo non è quello”.

E quale, allora?

“Più volte il sindaco ha detto che io ero in giunta solo per l’accordo politico e che a lui dell’accordo politico non frega niente. Ma qui c’è altro in ballo, c’è la fiducia verso le persone: noi l’abbiamo appoggiato e sostenuto in campagna elettorale”.

Ma quando c’è stato allora l’episodio scatenante?

“Martedì in giunta, dopo che era uscito il vostro articolo con la chat di Lorenzo Lugli (consigliere comunale dei 5 Stelle, ndr). Quello della ‘porcata’ riferita alla decisione di abbandonare la raccolta dei rifiuti porta a porta”.

E cosa è successo in giunta?

“Biancani mi ha attaccata per le parole di Lugli di cui io non sapevo niente. Ha detto che lui non vuole casini, che io avrei dovuto tenere sotto controllo il consigliere del mio partito. E ha ribadito il solito concetto: che noi siamo lì non perché ci ha voluti lui ma per l’accordo politico. Un accordo che – ha ripetuto – a lui non interessa”.

Pavarotti, la statua criticata. Si dimette l’assessora: “La scultura non c’entra niente, ma il sindaco l’avevo avvertito”

Quindi lei ignorava la chat in cui Lugli parlava della ‘porcata’ sui rifiuti e si diceva pronto a votare la sfiducia all’assessora Maria Rosa Conti?

“Sì, non ne sapevo nulla. Poi ho cercato di capire cos’era successo. Non so dove vuole arrivare Lugli, non so se vogliono buttare fuori la Conti, non so se c’è un accordo con i Verdi, ma tutti questi giochi non mi piacciono, vedo strategie solo per prendersi le poltrone. Io faccio come diceva mia nonna: se capisci che in un posto non ti vogliono, vattene subito. E io me ne vado”.

Quindi lei si dimette soprattutto per il caso Lugli?

“Sì, è un fatto grave e ritengo che i Cinque Stelle debbano fare una riflessione su quanto è successo e su cosa c’era dietro”.

E conferma davvero che il caso della statua di Pavarotti non c’entra?

“E’ una vicenda spiacevole, certo, ma non è la causa della mia decisione”.

Ci racconti comunque come è andata.

“Ci siamo mossi per tempo in vista del Natale, a giugno abbiamo iniziato le riunioni ma già da gennaio mi ero mossa. Quanto alla pista, non doveva essere in quella posizione”.

E dove?

“Più verso il bar. Poi i tecnici hanno deciso di spostarla senza che io sapessi niente. E da lì è nato il problema della statua di Pavarotti. Io sono stata avvertita da un commerciante”.

E cosa ha fatto?

“L’ho detto subito a Biancani”.

Ma lui dice di averlo saputo dai giornali.

“Non so, forse si riferiva ai social. Ma senza dubbio io gliel’ho detto”.

E lui come ha reagito?

“Ha detto che non gliene fregava niente di Pavarotti. E che essendo una cosa provvisoria potevamo andare avanti”.

E poi invece è successo di tutto.

“Sì, ma niente di decisivo per le mie scelte”.

Ci sono altri motivi oltre al caso Lugli?

“Un altro ce n’è. So che presto sarà votata una variazione di bilancio che porterà all’aumento del canone unico per i commercianti, forse anche del 17 per cento. Vengo da quel mondo, so quanto peserà per gli ambulanti e non solo per loro. Non posso accettarlo”.

Ma perché lascia anche il partito?

“Avevo chiesto al mio partito di organizzare un incontro con Biancani e con Lugli, l’avevo scritto alla consigliera regionale Marta Ruggeri. Non mi ha nemmeno risposto”.

E quindi lascia tutto.

“Sì, peraltro parliamo di un’esperienza bella e anche abbastanza lunga. Sono stata eletta consigliera comunale nel 2017, mi sono candidata a sindaco nel 2019 con i Cinque Stelle, Ricci mi ha nominata assessora nel 2020. Ho fatto sei anni in giunta”.

Per volontà di Ricci lei fu la prima assessore d’Italia dei Cinque Stelle in un’alleanza con il Pd quando l’alleanza con il Pd a livello locale non era stata ancora sdoganata.

“Esatto. E ci furono anche vari problemi”.

Cosa le resta?

“Ho imparato tanto. Ho conosciuto persone straordinarie che non vengono valorizzate abbastanza e invece altre che si mettono davanti pur non avendo passione per ciò che fanno e per i cittadini. Durante la scorsa legislatura ho fatto approvare 150 delibere di giunta, sono orgogliosa della Casa delle tecnologie e solo ultimamente ho fatto vincere due bandi al Comune. Insomma, sono felice di quello che ho realizzato”.

Ultimo messaggio?

“Dico al sindaco di coinvolgere di più chi l’ha sostenuto. Ma dico alla maggioranza: siete lì a governare una città importante, sostenete il sindaco senza metterlo in difficoltà, altrimenti alle prossime elezioni vincerà davvero il centrodestra”.