Sei mesi in divisa, forse nove. Per attrezzare l’esercito a qualsiasi emergenza. Ingrossare le fila della Riserva italiana, fino a diecimila soldati. Guido Crosetto apre un nuovo fronte in visita a Parigi. Lancia la riforma della leva militare italiana. «La mia idea è portare in Parlamento un disegno di legge e farlo discutere – esordisce il ministro della Difesa durante la visita in Francia, nel quarto anniversario del Trattato del Quirinale – le regole nel settore della difesa devono essere il più condivise possibile». Ed ecco l’iniziativa a cui lavorano da tempo gli uffici tecnici del ministero, pronta a un passaggio in Cdm e in aula: «Più che un decreto legge, penso a una traccia che il ministero della Difesa porterà in Parlamento perché venga discussa, aumentata e integrata e in qualche modo costruisca uno strumento di difesa per il futuro».

IL PIANO

Una leva volontaria, ripete Crosetto a scanso di equivoci. Ovvero nessuno sarà trascinato a forza in caserma. Non basta per calmare le opposizioni sulle barricate contro la riforma a cui lavora il veterano di Fratelli d’Italia.

Durissimo Giuseppe Conte: «Qui si continua a parlare solo di piani di guerra, leva, riarmo, enormi aumenti delle spese militari. Non è bastato il fallimento di questi 3 anni e mezzo?» sferza sui social il presidente dei Cinque Stelle. E un po’ ovunque a sinistra tirano il freno. Dal Pd ci pensa Stefano Graziano: «Siamo per un esercito di professionisti: possiamo immaginare solo una riserva a sostegno della logistica e degli uffici e alla Croce Rossa».

Se ne parla da mesi. Fra sprint e frenate su un terreno da sempre scivoloso per l’opinione pubblica italiana. Ma il contesto internazionale apre una finestra per ripensare lo strumento militare, spiega Crosetto. Preceduto solo di poche ore da Emmanuel Macron: proprio ieri mattina il presidente francese ha lanciato una leva di dieci mesi su base volontaria, operativa dalla prossima estate, per i giovani di 18 e 19 anni. Obiettivo: radunare 50mila militari entro il 2035. Si è mossa anche la Germania e in tutto sono dieci i Paesi europei ad aver riformato la leva militare. Complice la guerra russa in Ucraina che costringe l’Europa ad attrezzarsi. In Italia la leva militare è stata sospesa nel 2005. Può dunque essere riattivata in caso di necessità. Crosetto resta cauto sui dettagli. «Credo che l’Italia debba riflettere su un nuovo modello di difesa proporzionato ai tempi difficili che stiamo vivendo – dice al Tg1 – sono riflessioni che vanno fatte in Parlamento al di là della maggioranza di governo, scelte che riguardano un Paese intero».

Da dove si parte? «Vogliamo ripensare gli organici della Difesa non solo sotto il profilo della quantità ma della qualità» spiega chi sta lavorando al dossier dietro le quinte. « Servono professionalità di ogni provenienza per gestire le emergenze: non solo militari di formazione, ma anche medici, cardiochirughi, perfino veterinari». In un documento della Difesa risalente a maggio e pubblicato dal Messaggero il ministero di Crosetto già insisteva sul problema degli organici. Anticipando la revisione della “riserva selezionata”: «Uno strumento che va ora integrato, per numero e qualità, con una ulteriore aliquota di ‘completamento’ da alimentare sia con il personale che lascia il servizio sia, se necessario, con personale privo di pregresse esperienze militari». Le cifre? Fonti qualificate spiegano che la nuova riserva potrebbe sfiorare le diecimila unità. Sarà composta da ex militari ma anche da civili con professionalità specifiche. Sarà addestrata periodicamente e potrà essere impiegata in Italia, magari in scenari di crisi o calamità naturali, come all’estero, fatta eccezione per i teatri operativi. E servirà, nelle intenzioni della Difesa, a rinforzare un organico non più all’altezza delle sfide internazionali – oggi l’esercito conta su un totale di circa 160mila donne e uomini in divisa – a partire dalla minaccia russa ad Est.

I PROSSIMI PASSI

Palla al Parlamento dunque. Dove da tempo si affastellano proposte di maggioranza e opposizioni per una riforma dei militari. Una di queste è firmata da Nino Minardo, forzista a capo della Commissione difesa della Camera. Che ieri tornava a proporre «la reintroduzione dei Carabinieri ausiliari così da sgravare l’Esercito da compiti di ordine pubblico». Un’altra battaglia di Crosetto che ancora nelle ultime settimane è tornato a criticare il modello di “Strade sicure”, l’operazione che impiega per la sicurezza delle città italiane migliaia di militari. Si vedrà. Dal centrodestra fanno scudo al ministro. Ma anche qui non tutti cantano all’unisono. Se Maurizio Gasparri apre alla nuova leva, «purché sia su base volontaria», Matteo Salvini e i leghisti da mesi accarezzano la reintroduzione di una leva obbligatoria. Ipotesi, questa, che ha sempre incontrato il muro di Crosetto: «Abbiamo bisogno di più militari professionisti».


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