È successo di nuovo. Stavolta alla Piazza dei Mestieri di Torino dove un 15enne, durante l’intervallo, ha estratto una pistola e l’ha puntata contro i compagni prima di riporla. Arma giocattolo che, da quello che si apprende, sarebbe stata trovata da un altro ragazzo e poi data a quello che l’ha mostrata durante la ricreazione. Tre settimane fa all’istituto “Giuseppe Peano” di corso Venezia uno studente aveva rivolto l’arma addirittura contro il professore di matematica durante una lezione. In entrambi i casi sono arrivate le pattuglie della polizia chiamate dai dirigenti scolastici.
Sospesi due giorni
L’allievo del “Peano” è stato denunciato mentre i minorenni accolti da Piazza dei Mestieri, sono stati convocati e redarguiti severamente dalla preside e sospesi per due giorni. Poi sono stati riammessi per frequentare lo stage insieme ai loro compagni. Per i ragazzi si tratta di scherzi, di esibizioni spavalde, della teatralità di un gesto che, sempre più spesso, viene proposto nelle fiction o nei video dei cantanti trapper che esaltano il potere della bande criminali e mostrano senza problemi le armi. Ma per le legge non è così. Portare una pistola in classe, sia essa vera o una riproduzione, è un atto illegale e pericoloso che, a parte avere conseguenze disciplinari può avere risvolti penali per lo studente.
Come intervenire
«L’unica cosa vera che si deve fare è costruire dei luoghi dove questi ragazzi con delle fragilità si sentono aiutati, vengono valorizzati e si sentono importanti», non si stanca mai di ripetere Dario Odifreddi fondatore e presidente del polo educativo nato in città nel 2004. Lo scorso anno lui e la moglie Cristiana Poggio sono stati insigniti dal presidente Sergio Mattarella del titolo di Ufficiali dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per il loro impegno nel cercare di dare un futuro a migliaia di giovani, molti con difficoltà anche gravi alle spalle. Ragazzi che alla Piazza dei Mestieri di via Durandi hanno ritrovato la voglia di studiare e di formarsi in varie professioni: cuochi, camerieri, panettieri, pasticcieri, cioccolatieri, mastri birrai, informatici, grafici, acconciatori, barbieri e molte altre. «La verità è che oggi le famiglie, da sole, non ce la fanno più ad educare e noi ce ne accorgiamo sempre più spesso – continua Odifreddi -. I genitori non riescono più a passare del tempo con i propri figli, come accadeva una volta. E, se non c’erano mamma e papà, c’erano i nonni. Oppure anche gli oratori hanno sempre avuto una funzione formativa molto importante. Adesso se un giovane ha delle fragilità e non viene intercettato e seguito come si deve, rischia di mandare in fumo il proprio futuro». «Quello che è successo mi permetto di dire che è davvero uno scherzo idiota – termina Odifreddi – noi siamo sempre molto attenti a quello che succede tra i ragazzi.
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