Mirella Fornasari il 2 agosto del 1980 aveva 36 anni. Era nata il 3 settembre del 1944, si era sposata con Giorgio e aveva un figlio di 14 anni, Paolo. Era dipendente di un’azienda che si occupava di ristorazione, la Cigar: di solito il suo posto era nella sede di via Marconi, ma quel giorno c’era bisogno di lei negli uffici della stazione, che erano proprio sopra alla sala d’attesa del primo binario. La prima settimana d’agosto era solita prendere ferie, ma quell’estate si era deciso di spostare le vacanze un po’ più avanti. Così, il nome di Mirella, oggi è fra quello delle 85 vittime della strage della stazione, insieme a quello delle colleghe Euridia Bergianti, Franca Dall’Olio, Katia Bertasi, Nilla Natali e Rita Verde.  L’allora 14enne Paolo, che in un momento, dalla spensieratezza delle vacanze estive era stato catapultato in un incubo che stentava persino a comprendere, è oggi quel Paolo Lambertini che sarà a brevissimo il nuovo presidente dell’associazione fra le vittime della strage della stazione del 2 agosto 1980 raccogliendo il testimone di Bolognesi (che sarà presidente ad honorem). 

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Cosa ricorda Paolo Lambertini di quel giorno? “La telefonata di un amico e della sua mamma, che aveva visto l’edizione straordinaria del notiziario in tv e sapeva che mia madre lavorava in stazione. Lo shock, la corsa con mio padre sul luogo dell’esplosione dove non ci hanno saputo dire nulla, la sua ricerca negli ospedali sperando di trovarla tra i feriti e le ore di attesa mentre i parenti riempivano casa cercando di trovare quante più versioni possibili di un lieto fine, che poi alla fine non c’è stato. La notizia del ritrovamento del corpo di mia mamma, avvenuta intorno alle 2 di notte, me la diede la nonna con un filo di voce”. 

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Per la famiglia Lambertini, come comprensibile, nulla è più stato come prima: un dolore troppo forte da sopportare, con l’aggravante del non avere giustizia, del sentirsi nel bel mezzo di un mistero pieno di segreti: “Da minorenne non potevo iscrivermi all’associazione, ma seguivo sempre mio padre che ne faceva parte fin da subito. Appena compiuti i 18 anni è stata la prima cosa da fare per me e il mio ruolo è diventato sempre più attivo, fino alla vicepresidenza degli ultimi nove anni. E una delle cose più importanti è stata la possibilità di portare la mia storia (che è anche quella di centinaia di altre persone) nelle scuole per fare in modo che non si dimentichi una pagina così nera della storia italiana”. 

PODCAST | Ascoltare la strage del 2 agosto 1980, tra brividi e memoria
 

“Il giorno prima della tragedia mi aveva portato due regalini. Era rimasta fino a tarda notte a riverniciare tutto l’appartamento. Non voleva che io né mio marito ci affaticassimo” Anna, suocera di Mirella

Il progetto: un luogo della memoria dedicato alla strage 

Un luogo che sia l’archivio delle testimonianze, della storia processuale e di tutta la documentazione relativa alla strage del 2 agosto a Bologna. È l’idea che sta prendendo piede nell’associazione dei familiari delle vittime e che insieme al Comune sta germogliando con l’ipotesi di trovare casa nel futuro Polo della Memoria, all’ex Scalo Ravone. Lo hanno confermano il presidente uscente e il futuro presidente Paolo Bolognesi e Paolo Lambertini. “Stiamo cercando di farlo – conferma Bolognesi – stiamo facendo l’archivio della memoria con le testimonianze dei feriti, dei testimoni, di gente che ha soccorso eccetera. È un’idea che ci è venuta perché noi abbiamo un grande contatto con le scuole, dove vanno i testimoni a parlare, con risultati eccezionali. Per questo, vista la grande partecipazione dei ragazzi, ci stiamo ponendo il tema di quando questi testimoni non ci saranno più”. Per il momento, ricorda il presidente, sono stati realizzati dei filmati che saranno il preludio a fare delle lezioni su queste tematiche. Non sarà come avere lì la persona viva che ti dice però ecco, noi dobbiamo tenere conto che non si è eterni, e di conseguenza bisogna pensare al futuro”. In questo senso sta prendendo piede l’idea di un luogo ad hoc dove ordinare e organizzare tutto il materiale raccolto dal 1980 a oggi dall’associazione.

Una rotonda dedicata a Mirella

Il 2 agosto alle 17.00, alla rotonda intitolata a Mirella Fornasari di Casalecchio di Reno (tra via Isonzo e via 63° Brigata Bolero), ci sarà la deposizione di fiori con una cerimonia che vedrà gli interventi del sindaco Matteo Ruggeri, di Andrea Gurioli, assessore agli Affari istituzionali, Cultura, Memoria e Pace, Volontariato e Paolo Lambertini, figlio di Mirella Fornasari e nuovo presidente dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage di Bologna. Presente anche la storica Cinzia Venturoli. Parteciperanno inoltre le autorità civili e le forze dell’ordine.

La contabilità segreta della strage del 2 agostoDue delle vittime sarebbero diventate mamme

Due delle 85 vittime della strage del 2 agosto erano donne incinte e quindi, secondo Paolo Lambertini “Le vittime sono ‘quasi’ 87 e non 86 come dice qualche personaggio scomodo”. 
Lambertini, insieme alle giovani vittime dell’attentato, ha che al momento dello scoppio c’erano anche due donne incinte: Viviana Bugamelli, che trovò la morte insieme al marito Paolo Zecchi, entrambi 23enni, andati in stazione per prendere i biglietti per andare in vacanza in Sardegna a settembre e, secondo la ricostruzione che ne ha fatto la narratrice del Cantiere 2 agosto Daniela Di Palma, anche Silvana Serravalli in Barbera, all’epoca 34enne, era in dolce attesa. In stazione con lei c’erano i genitori, il cognato e la sorella accompagnata dalle due figlie. Rimase gravemente ferita e morì cinque giorni in ospedale. 
Una precisazione che il vicepresidente dell’associazione vuole mettere in contrapposizione alle dichiarazioni di chi si considerava l’86esima vittima della strage. Non fa nomi, ma il chiaro riferimento è a Luigi Ciavardini, riconosciuto come complice degli esecutori materiali della strage Francesca Mambro, Valerio Fioravanti, Paolo Bellini e Gilberto Cavallini, che dichiarandosi innocente aveva appunto rilasciato questa dichiarazione alcuni anni fa. 
 

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