di
Domenico Pecile
Omicidio Gemona, il possibile movente di madre e nuora: a entrambe le donne sarà contestata la premeditazione
Sarebbe partito il 9 agosto, portando con sé la compagna e la figlioletta nata a gennaio. La destinazione era la Colombia, dove aveva avviato in passato una piccola attività di ristorazione. Ma né la compagna, Maylin Castro Consalvo, né sua madre, Lorena Venier, condividevano questa scelta. E in quel momento sarebbe nata la decisione di fare qualcosa di «inevitabile». Maylin non aveva intenzione di fare ritorno nel suo Paese, mentre per la madre il distacco dalla nuora — definita venerdì nel corso dell’interrogatorio «la figlia che non ho avuto» — e dalla nipotina, sarebbe stato insopportabile.
La difficile situazione familiare
E per questo le due donne — proprio alla vigilia del viaggio — avrebbero deciso di uccidere Alessandro, farlo a pezzi, occultarne i resti in un bidone ricoperto di calce viva. È questa l’ipotesi emersa dopo l’interrogatorio della madre che ha ammesso di avere fatto «una cosa mostruosa».
Il delitto sarebbe dunque l’orribile epilogo di una situazione familiare difficile, conflittuale e a tratti probabilmente violenta. Il progetto di quel viaggio definitivo avrebbe fatto da detonatore. A entrambe le donne sarà contestata la premeditazione. La madre — ha riferito il legale, Giovanni De Nardo — è apparsa «lucida», ma anche «visibilmente scossa per la crudeltà della sua azione, di cui è consapevole».
La sindrome post partum e l’autopsia
Ha parlato anche del movente dell’omicidio. «Posso solo commentare — ha detto l’avvocato — che è la conseguenza di un atto abominevole e ingiustificabile, ma che in qualche modo riesce a far comprendere la vicenda». Si attende oggi, sabato 2 agosto, l’interrogatorio della nuora che dopo il parto è stata colpita dalla sindrome post partum e ora è seguita dal Sert. Il magistrato dovrà anche per capire se la sua versione combacia con quella della suocera.
Molte risposte arriveranno poi dall’esame autoptico che potrà rivelare l’eventuale presenza di sostanze nel corpo dell’uomo che sarebbe stato stordito con dei farmaci e poi soffocato con un cordino. Ma i riflettori degli inquirenti sono anche sulla vittima, figlio di un egiziano che non lo aveva riconosciuto. Amante di armi ed esplosivi, esibizionista, violento con gli animali, aveva improvvisi scoppi di rabbia. Nel passato alcuni precedenti con la giustizia.
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2 agosto 2025 ( modifica il 2 agosto 2025 | 09:05)
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