Il team di Maranello si presenta a Lusail con il morale alto. O, per lo meno, è questo lo scenario narrato da Vasseur, peraltro confermato da ambedue i piloti della Rossa. La pista araba non strizza l’occhio alla SF-25. Gestione gomme, curve lunghe e rapide in appoggio e carenza di rotazione: questi i principali fattori tecnici da amministrare. Non sarà facile, ma secondo i protagonisti l’impegno non mancherà.

Ferrari soffre il sottosterzo

Le rosse scendono in pista quando la sessione è iniziata da circa 5 minuti. In precedenza sono andati in onda i soliti controlli alla vettura: power unit, trasmissione, sistema ibrido e impianto frenante. Per il primo run le vetture italiane montano ciascuna un set di pneumatici Pirelli cerchiati di bianco. Una mescola per testare al meglio la messa a punto di base dell’auto, nella speranza che sia buona.

Il cambio è settato sul valore GX2, per avere una trasmissione briosa e quanto più rapida possibile. Sin dalle primissime tornate si nota la carenza di rotazione, che però potrebbe anche essere creata in parte dallo scarso grip della pista. Nel secondo tentativo le cose migliorano un pelo per Charles, malgrado il bilanciamento non ideale. Hamilton passa subito dai box per un ritocco al carico e poi torna in pista.

Arrivano le prime indicazioni degli ingegneri per correggere l’handling. Si interviene sulle configurazioni di frenata e sul differenziale a centro curva per migliorare la rotazione dell’auto, tutt’altro che ottimale. Quando la SF-25 è costretta a spostare il carico aerodinamico al posteriore, la carenza di rotazione si accentua automaticamente. Anche per questo Bozzi suggerisce di ridurre la velocità in ingresso di curva.

Nell’ultimo giro Leclerc subisce un’importante instabilità in curva 16: lo snap costa almeno 3 decimi, compromettendo un tempo che sarebbe stato in linea con quello del compagno. Hamilton soffre particolarmente nel settore 1. Adami chiede un migliore rendimento, soprattutto in curva 4 dove la percorrenza è carente. Anche la curva 1 risulta problematica. I ferraristi continuano a girare ma l’handling resta incerto.

SF-25: volante troppo leggero a centro curva

Charles effettua un passaggio in pitlane per un ritocco all’avantreno: plus 6. Mossa che non funziona. Tornato in pista, già a metà del primo giro si lamenta di non avere feeling al volante e di non riuscire a interpretare il bilanciamento dell’auto. Le immagini lo confermano: continui aggiustamenti allo sterzo. Un dettaglio che riporta alla mente un problema noto: il difetto al servosterzo della SF-25 che, con alti valori di “G”, alleggerisce il volante facendo perdere confidenza ai piloti.

L’ipotesi sembra confermata. Su un tracciato come questo, il problema si accentua inevitabilmente. Alle alte velocità si nota che a centro curva i piloti effettuano rapidi interventi correttivi al volante, non per ottimizzare l’inserimento ma perché lo sterzo risulta eccessivamente leggero. Dopo una breve sosta ai box, si torna in pista. Nei tratti veloci emerge sottosterzo che poi si trasforma in sovrasterzo in uscita di curva.

Alle velocità medie la situazione peggiora ulteriormente: la vettura è sovrasterzante a centro curva perché il retrotreno della SF-25 perde aderenza. Si prosegue con gomme Hard dopo un ritocco al setup nel tentativo di correggere i problemi. Le Rosse continuano ad arrivare lunghe in frenata, con evidenti difficoltà a rimanere in traiettoria. Il programma prevede poi la simulazione gara per analizzare il comportamento con serbatoio pieno.

Ferrari: prove high fuel con tempi altalenanti. Giro secco con le Soft mostra gli stessi problemi

Tra le altre cose si nota un’asincronia termica. Osservando il volante è chiaro come le temperature delle gomme non siano in linea, con l’asse sinistro più caldo di quello destro. Questo è successo nei primi 4 giri in high fuel. Un problema che un po’ tutti soffrono, ma la SF-25 pare patire maggiormente. Ovviamente non manca il lift-off per gestire le temperature di esercizio dell’impianto frenante. Un bel quadretto, insomma.

La simulazione comprende circa 5 giri, nei quali la Rossa risulta più docile grazie alle velocità di percorrenza inferiori, pur mantenendo i problemi di handling già emersi. I tempi sono molto altalenanti con carico di carburante elevato e risulta difficile valutare il passo gara. Le due Rosse rientrano ai box.

Nell’ultimo stint si passa alle mescole Soft per tornare ai test sul giro secco. L’outlap è controllato. Il problema è chiaro: serve immettere tanto calore all’interno (bulk) della mescola, ma spingendo troppo la temperatura superficiale va in surriscaldamento. Serve quindi un equilibrio delicato per sfruttare al meglio le coperture e ottenere il massimo grip.

Nel primo tentativo si palesa lo stesso scenario: sottosterzo in inserimento, eccesso di rotazione in uscita con una certa instabilità. Forse con le Soft si vedono meno problemi nel T3, ma nulla di eclatante. Con Leclerc ci risiamo: dice di non sentire la macchina, riferendosi allo sterzo. Nel tentativo seguente le cose non cambiano. Le Rosse soffrono e sembra difficile immaginare un recupero lampo prima della qualifica.

GP Qatar, classifica finale Fp1:

  • Oscar Piastri (McLaren)
  • Lando Norris (McLaren)
  • Fernando Alonso (Aston Martin)
  • Carlos Sainz (Williams)
  • Isack Hadjar (Racing Bulls)
  • Max Verstappen (Red Bull)
  • Alexander Albon (Williams)
  • Charles Leclerc (Ferrari)
  • Lance Stroll (Aston Martin)
  • Andrea Kimi Antonelli (Mercedes)