TREVISO – Una vita di cadute e di ripartenze. Qualche anno fa sembrava aver trovato un equilibrio. Aveva iniziato a lavorare per un’azienda di Silea, dove faceva anche il custode. Poi, però, l’impresa è stata chiusa. E Gianluca Bessegato ha perso tutto, scivolando progressivamente in un baratro. Dormiva in un furgone parcheggiato nella zona del quartiere San Paolo, anche se le ultime notti le ha passate nell’atrio dell’ospedale Ca’ Foncello. Fino a martedì, quando il 58enne è stato trovato senza vita in un fosso di via Cendon a Silea, a ridosso degli impianti sportivi. Ucciso dal freddo.
«Non era un barbone. Per tre anni aveva lavorato per un un’azienda di Silea, anche con un buon stipendio – spiega la sorella Cinzia – poi le cose sono precipitate. Ma era troppo orgoglioso della sua indipendenza per accettare facilmente degli aiuti. Proprio martedì avrei dovuto accompagnarlo al centro di ascolto della Caritas per un posto dove dormire. Ero andata a prenderlo davanti all’ospedale. Ma non l’ho più trovato».