Dipendesse dalla piazza, Evan avrebbe già scavalcato Dovbyk. Gasp ci va più cauto
Ormai non gli basta più nemmeno segnare. I dubbi su Dovbyk serpeggiano via etere, nei bar, davanti alle tv e anche al Tre Fontane, dove al buon Artem non è perdonato nulla. “Guarda come stoppa il pallone”; “Non si fa mai vedere”; “Possibile che non utilizza mai il fisico?”; “Mamma mia come corre male”: sono soltanto alcuni dei commenti che, a stretto contatto con i tifosi l’altro giorno, erano facilmente udibili, scrive Stefano Carina su Il Messaggero. Perplessità lecite, figuriamoci, parliamo sempre di palIone. Il tutto, però, accompagnato da quei mugugni/brusii che quando arrivano, soprattutto all’Olimpico con 60mila persone, poi è difficile scrollarsi di dosso. E poco importa che l’ucraino nel primo anno in giallorosso abbia cambiato tre allenatori, segnato comunque 17 gol e l’altro giorno, contro il Cannes, arrivasse da 10 giorni di stop, con le gambe legnose per i duri carichi di lavoro svolti anche la mattina del test. Al terzo minuto della sua prima amichevole stagionale gli è bastato sbagliare uno stop per dar vita allo scetticismo semi-silenzioso. Che poi, a sensazione, non sia il centravanti ideale di Gasperini, è inutile nasconderlo. Il tecnico ama attaccanti più mobili, che si abbassano per far salire la squadra e che parte cipano alla manovra. Artem è un finalizzatore, un uomo d’area che attacca bene il secondo palo.
Così accade che Ferguson fa la sua stessa partita ma la percezione è diversa. Forse perché l’irlandese è più mobile, più cattivo nei contrasti, si va a cercare il pallone, non ha paura di tentare il dribbling o la giocata (giovedì ha provato il gol addirittura dalla propria metà campo). Dipendesse dalla piazza, Evan avrebbe già scavalcato Dovbyk. Gasp ci va più cauto. C’è una dichiarazione nel post-Kaiserslautern che apre uno spiraglio per l’ucraino. Rispondendo ad una domanda su Ferguson, il tecnico afferma: “Dobbiamo imparare a cercarlo più in profondità“. Che a pensarci bene, è la caratteristica migliore di Dovbyk attaccare lo spazio. Gli sarà dato il tempo per provarci? Di sicuro le voci di una Roma che sta cercando di venderlo non lo aiutano. I 40 milioni richiesti ufficiosamente da Massara, sono una chimera anche perché, essendo stato pagato 30,5 milioni più 5,5 di bonus appe na un anno fa, al club giallorosso basterebbe una proposta di 25 per ricavare già una piccola plusvalenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA