La palette nasce da un richiamo sottile a Old Hollywood, mai letterale. La casa chiedeva colori ricchi, toni profondi, tessuti sovrapposti, pattern controllati. Alexander ha lavorato quasi esclusivamente con materiali segnati dal tempo: pavimenti recuperati, piastrelle fatte a mano, superfici con patina. «Doveva sembrare vissuta, non decorata», sintetizza. L’architettura originale, ricca di dettagli ornamentali, è stata riletta con mano discreta. Via le partizioni più rigide per ampliare luce e continuità con l’esterno, sì alla conservazione degli elementi storici, replicati quando necessario. In questo dialogo calibrato, il nuovo non cancella l’esistente, ma lo accompagna.
Luce, ritmo e una scenografia quotidiana
A sinistra, Gold Earrings (2020–21) di Serge Attukwei Clottey tramite Creative Art Partners; a destra, Hague’s Nubibus No. 26 (2023) di Frida Manuella, Svezia, da Galerie Half. Applique Fly in alabastro da Rewire e chandelier 3-Squared Monumental in ottone brunito di Blackman Cruz.William Jess Laird
È la luce a guidare molte delle scelte. La casa si arrampica sul pendio e, come ricorda Alexander, «la luce cambia drasticamente durante il giorno». Sulle luci decorative, la designer si è concessa libertà: «Kelly e Dave hanno gusto deciso e mi hanno permesso di osare. Abbiamo mischiato vintage e contemporaneo per creare ritmo e personalità». McCormick parla di un’educazione visiva condivisa, quel contrasto tra forza e morbidezza, superfici dure, materiali soffici, texture in dialogo continuo « per chi lavora nel cinema è naturale». Leitch aggiunge: «È una delle tante cose che Vanessa padroneggia perfettamente».
Interni come fotogrammi
Tavolino di Philip e Kelvin LaVerne (Objet d’Art Alexandre Ferucci); poltrone lounge Marco Zanuso per Arflex (Morentz) con cuscini in tessuto Zak+Fox (Kneedler Fauchère). Lampada da tavolo Poul Henningsen 3/2 in vetro opalino e rame e lampada da terra italiana vintage attribuita a Oluce (Rewire). Divano su misura in mohair Brunschwig & Fils con Mouvement Hêtre di Métaphores. Sideboard brutalista belga in rovere laccato nero. Sulla parete, NineteenEightyFour (2024) di Nina Katchadourian, dalla serie Noguchi – Sorted Books (Pace Gallery). Sul tavolino, sgabello vintage e Zulu Beer Pot da Galerie Provenance; sulla credenza, vaso di Jonathan Cross da The Future Perfect.William Jess Laird