«Una carne sola»: è questo il titolo impattante della nota dottrinale appena pubblicata dal Dicastero per la dottrina della Fede. Per una certa sensibilità, ormai diffusa oggi anche tra i credenti, credo che questa scelta possa apparire quasi come una provocazione. Perché “perdere tempo” a parlare con tanta enfasi del matrimonio, in un mondo nel quale siamo sommersi da problemi gravi e urgenti come le migrazioni, l’emergenza climatica, le guerre? Ce n’era davvero bisogno? E quanti non addetti ai lavori si prenderanno il tempo per leggere questa nota dottrinale e le daranno peso? Il matrimonio, evento della quotidianità, patto personale e intimo tra un uomo e una donna, sembra davvero piccola cosa davanti ai grandi e difficili problemi del mondo… Eppure, non è così. In un mondo triste e fatto di infinite solitudini, rimettere a tema in modo importante il matrimonio e il suo valore suona in realtà come una splendida sfida.
Viviamo oggi in una realtà fatta soprattutto di storie d’amore piccole e di legami fragili, una realtà inquieta nella quale ci rassegniamo a desiderare solo piccoli piaceri, che non ci bastano mai e che ci lasciano sempre insoddisfatti. Nel sentir parlare di «unione esclusiva e appartenenza reciproca», come recita il sottotitolo del documento, è come se qualcuno ci ricordasse improvvisamente che è invece possibile osare storie d’amore grandi e legami capaci di sfidare le difficoltà: possiamo immaginare che è possibile amarsi, fidarsi, perdonarsi, e sostenersi l’uno con l’altra vincendo la solitudine. Possiamo forse tornare a desiderare la felicità, senza accontentarci del piacere. Possiamo pensare che valga la pena scommettere sulla vita e far nascere nuove creature, perché forse è ancora possibile garantire loro il calore di una famiglia che sa resistere al tempo.
La crisi che il mondo attraversa è oggi soprattutto una crisi di fiducia: una crisi che ha toccato in modo speciale proprio le relazioni affettive tra l’uomo e la donna, più che mai incapaci di capirsi e rispettarsi a vicenda. L’uomo e la donna continuano a cercarsi e a desiderarsi, ma sempre più spesso sono causa di sofferenza l’uno per l’altra. Abbiamo un disperato bisogno di affidarci all’amore dell’altro, ma abbiamo tutti paura, perché abbiamo dimenticato il valore della promessa, e il legame che unisce tra loro fiducia e responsabilità. Il matrimonio è una promessa: la promessa di rimanere l’uno accanto all’altra nel bene e nel male, di sostenersi, di avere reciproca cura, riconoscendo e ricordando sempre che l’altro, colui/colei che abbiamo scelto, è una persona unica: una persona che vuole fidarsi di noi al punto da consegnarci la sua intimità, la sua vulnerabilità, il suo essere carne. Nel matrimonio non c’è altra garanzia che questa promessa fragile e vertiginosa, ma proprio questa promessa è la sostanza dell’amore. Saperla mantenere non è banale: richiede la nostra attenzione e la nostra cura, richiede l’impegno della nostra mente e del nostro cuore; ma il premio cui possiamo ambire è la crescita di un’intimità e di una vicinanza che nessun’altra relazione è in grado di donare.
Sposarsi non è che l’inizio di una lunga avventura: la lunga avventura di due persone profondamente diverse, sfidate ad amarsi fino a diventare, come dice la Scrittura “una sola carne”. È importante comprendere il significato di questa parola, perché “una sola carne” non fa riferimento solo o principalmente all’unione sessuale della coppia; quando parliamo di carne, stiamo infatti parlando di tutto ciò di cui siamo fatti: non solo il nostro corpo e il nostro sesso, ma tutto il nostro essere, con il suo modo di sentire, di gioire, di difenderci, di desiderare. Parliamo del nostro modo di stare nel mondo, perché la carne ci determina e insieme ci manifesta: è la nostra bellezza e il nostro limite, ci mette in contatto con gli altri, ci rende unici e insieme segna il nostro confine. Essere una sola carne per la coppia significa arrivare ad appartenersi profondamente, accettando anche l’ambivalenza inevitabile che ciascuno prova persino verso se stesso: non è dunque mai un punto di partenza, ma semmai un punto di arrivo, al quale si giunge solo dopo un lungo cammino fatto insieme.
Per avviarci e accompagnarci su questo cammino, il documento del Dicastero dice del matrimonio cose profonde e importanti, che ognuno di noi deve considerare con attenzione e serietà. Rimettere al centro con fierezza il valore del matrimonio così inteso, ha ripercussioni non solo sul piano personale, ma anche su quello del vivere sociale, perché il patto d’amore e fedeltà tra un uomo e una donna, compreso e vissuto nella sua vera natura e profondità, non rappresenta solo un piccolo anche se importante fatto privato, ma acquista invece tutto il valore di un evento fondativo, capace di dare vita a una realtà nuova e generatrice di vita per la società intera. Significa dare nuova forza al luogo dove ogni solidarietà trova inizio.