di
Erica Dellapasqua

L’elenco su una parete dei bagni maschili, al secondo piano. La denuncia del collettivo «Zero alibi». La preside: «Ottusi graffiti vandalici, ora attività formative contro la violenza»

Nove nomi e cognomi di studentesse, scritti con un pennarello rosso. E a fianco l’indicazione: «Lista stupri». L’aberrante elenco è comparso giovedì 27 novembre (due giorni dopo la celebrazione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne) sulla parete di un bagno del liceo Giulio Cesare, a Roma, nel quartiere Trieste. I nomi delle ragazze erano ben visibili sulle maioliche del bagno maschile. Gesto che ha provocato choc tra scolaresche e classe docente, dopo che era stato reso noto dal collettivo Zero Alibi. Scuola e famiglie lo hanno definito «gravissimo», la preside ha subito diramato una nota ufficiale: «Ottusi graffiti vandalici», ha scritto, invitando i colleghi prof a proporre «attività formative contro ogni forma di violenza».

Il ministro Valditara: «Sanzionare duramente»

Interviene anche il ministro dell’Istruzione Valditara: «Quanto successo al liceo Giulio Cesare con pesanti offese sessiste rivolte ad alcune studentesse è un fatto grave che va indagato e sanzionato duramente – dice il ministro -. Con le nuove norme la scuola ha tutti gli elementi per procedere. Verificheremo anche come stanno andando all’interno del liceo i corsi di educazione al rispetto della donna e di educazione alle relazioni previsti per la prima volta obbligatoriamente dalle nuove Linee guida sulla educazione civica e che lo scorso anno hanno dato risultati molto importanti nella gran parte delle scuole superiori italiane. Il rispetto è un valore imprescindibile. Nella scuola italiana non vi è spazio per la violenza e la discriminazione».



















































La denuncia del collettivo

La denuncia di quanto accaduto nello storico liceo classico di corso Trieste era stata diffusa su Instagram. «Nella nostra scuola nel bagno dei maschi del secondo piano è comparsa una scritta aberrante: “Lista stupri” e a seguire una serie di nomi di studentesse – hanno scritto i ragazzi di “Zero Alibi” – Un muro può essere cancellato, ma la cultura alla base del messaggio no, va combattuta. Questo gesto oltre a essere di una gravità inconcepibile, dimostra la società patriarcale in cui ancora oggi tuttə noi viviamo».

Il comunicato così proseguiva: «Usare la violenza sessuale come arma, come minaccia o scherno, significa alimentare ed essere parte attiva della stessa cultura che ogni giorno uccide, ferisce, opprime, umilia e zittisce le donne. Significa sentirsi autorizzati a trattare i corpi femminili come oggetti, come bersagli, come componenti di una lista. E questo è intollerabile».

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Nei giorni precedenti nei corridoi del liceo c’erano state avvisaglie: ignoti avevano strappato alcuni fogli della raccolta firme avviata dalle studentesse con un appello a combattere la violenza di genere. E più in generale, per la Capitale, non si tratta di una prima volta, come dimostra il precedente del liceo Visconti in piazza del Collegio Romano, dove fu pubblicata la «lista delle conquiste» con cui i maturanti avevano avuto rapporti.

La preside: «Attività contro la violenza»

Sul caso interviene la dirigente scolastica Paola Senesi, che con una circolare ufficiale chiede ai colleghi professori di proporre iniziative contro ogni forma di violenza: «Il liceo classico statale Giulio Cesare – scrive Senesi – si riconosce fortemente nei valori costituzionali ed è quotidianamente impegnato ad argomentarli, trasmetterli e renderne partecipi le nuove generazioni nelle proprie aule e sul territorio. Proprio alla luce di questa missione, a fronte degli ottusi graffiti vandalici apparsi nei servizi igienici del nostro liceo, si ribadisce fortemente la condanna nei confronti di qualsivoglia stereotipo e violenza di genere sia essa fisica, verbale, psicologica o digitale. Pertanto, al pieno sostegno nei confronti delle attività formative che docenti e studenti vorranno mettere in atto per far emergere ancora una volta il bel volto della scuola in cui ogni forma di violenza viene bandita, si uniscono il sostegno e l’affettuosa solidarietà nei confronti delle studentesse e degli studenti coinvolti in questa scriteriata esternazione».

«Il Giulio Cesare – conclude la preside – non è aperto alla violenza, il nostro liceo non vuol essere ricettacolo d’intolleranza, la scuola non dimenticherà mai d’indicare quanto ci sia ancora da fare per concretizzare, de jure e de facto, la pari dignità tra donne e uomini, connotata da un profondo rispetto reciproco e dunque incompatibile con la pratica della violenza di qualsiasi tipo essa sia». 

Pd: «Percorsi di educazione sessuo-affettiva»

Chiedono punizioni e interventi Irene Manzi e Cecilia D’Elia, capigruppo del Pd in commissione Istruzione della Camera e del Senato: «Un fatto di una gravità intollerabile – scrivono -. Non è una bravata: è l’ennesima manifestazione di una cultura patriarcale che considera i corpi delle donne oggetti da insultare, intimidire, controllare. È un atto di violenza pura. Cancellare una scritta non basta. Serve un lavoro culturale profondo, e questo lavoro si chiama educazione affettiva e al rispetto: un percorso strutturale nelle scuole italiane, unico strumento capace di prevenire violenza, stereotipi e sopraffazioni». «Chiediamo che le istituzioni – chiedono – assumano finalmente la responsabilità di introdurre percorsi seri di educazione sessuo-affettiva in ogni grado di scuola: perché la prevenzione si costruisce ogni giorno, non solo nelle ricorrenze o di fronte a episodi inqualificabili come questo».


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29 novembre 2025 ( modifica il 29 novembre 2025 | 11:21)