Riapertura nel segno del barocco
contemporaneo per la sala Causa del Museo Bosco di Capodimonte
che fino al 1 marzo 2026presenta Nicola Samorì- Classical
Collapse, progetto congiunto con la Pinacoteca Ambrosiana di
Milano.

   
Sono quaranta le opere di Samorì (Forlì, 13 maggio 1977)
alternate ai dipinti di autori quali Pontormo, Parmigianino,
Ribera, El Greco presenti nella collezione del Museo napoletano,
in un percorso tra memoria della materia e memoria
dell’immagine. Si parte dai grigi chiarissimi che accolgono la
Madonna del velo di Sebastiano del Piombo ma è il barocco
napoletano il cuore pulsante dell’esposizione. La pelle – intesa
come superficie pittorica e come metafora del corpo – è
protagonista in opere che spaziano da Apollo e Marsia (nelle
versioni di Jusepe de Ribera e di Luca Giordano) alla Lucrezia
di Parmigianino, fino alla sconvolgente rilettura delle stesse,
in reinterpretazioni che scorticano fisicamente la pelle della
pittura, esponendone le viscere. “La grande mostra personale di
Nicola Samorì, nelle due sedi di Napoli e Milano simbolicamente
unisce il Meridione e il Settentrione dell’Italia. Le opere
esposte propongono una serie di antinomie, invitando
l’osservatore a meditare sull’essenza dell’arte visiva e al
contempo sull’esistenza umana: dall’antitesi tra la materia e
illusione, silenzio e ritmo, creazione e rovina, presenza e
passato, assenza e futuro, corpo e spirito”, dichiara il
direttore di Capodimonte Eike Schmidt.

   
I lavori nella sala Causa, un ambiente ipogeo di 600 mq
realizzato nel 2006 sotto la corte Sud dell’edificio, e hanno
riguardato la rifunzionalizzazione e quindi il restyling degli
spazi architettonici con la creazione di maggiori aree
espositive e di deposito delle opere; l’installazione di un
nuovo lighting con lampade LED di ultima generazione controllate
da remoto; l’installazione di nuovi impianti di condizionamento
e riscaldamento con il monitoraggio termoigrometrico della sala;
un nuovo sistema antincendio ed una nuova rete dati.

   
Curatori di entrambe le esposizioni Demetrio Paparoni, Alberto
Rocca (Direttore della Pinacoteca Ambrosiana.) ed Eike Schmidt.

   
“In un tempo in cui la tradizione rischia di essere ridotta a
superficie consolatoria o, all’opposto, rifiutata come forma
obsoleta, Classical Collapse propone un’alternativa radicale: il
patrimonio come campo di tensione, luogo di conflitto
produttivo, spazio critico per l’allenamento dello sguardo”
afferma Paparoni.

   

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