Scalata di Mps a Mediobanca: indagati Caltagirone, Milleri e Lovaglio
Fari accesi sul ruolo di Banca Akros
Intanto, sul fronte delle indagini, emergono nuovi dettagli dall’atto di perquisizione firmato dal pm di Milano ed eseguito nell’ambito dell’inchiesta. In uno dei passaggi del documento, viene messo in luce, in particolare, il ruolo di Banca Akros alla quale, come si ricorderà, il Mef affidò il compito, lo scorso novembre, di coordinare la cessione sul mercato attraverso un accelerated bookbuilding del 15% del capitale di Mps finito poi nel mirino di Delfin, Caltagirone, Anima e Bpm.
Il check sull’operazione
«Non è spiegabile, se non nel senso di voler pilotare l’attività di dismissione, l’affidamento di un anno fa, del ruolo di bookrunner unico a Banca Akros, intermediario con una sola esperienza di Abb alle spalle, peraltro di entità notevolmente inferiore a quella in esame, laddove i precedenti Abb del Mef erano stati affidati a un pool di banche internazionali come «Ubs, BofA, Jefferies, oltre che a Mediobanca», si legge nell’atto della procura di Milano.
I pm: Lovaglio e Caltagirone puntavano fin dall’inizio su Generali
Dalle carte della procura emergono, poi, altri dettagli sui rapporti tra i protagonisti del dossier. Il faro della procura si è acceso, in particolare, su alcune considerazioni che l’ad di Mps, Luigi Lovaglio, avrebbe rivolto a Caltagirone. «Generali è strategica fin dall’inizio», avrebbe detto il top manager in una conversazione riportata nel decreto di perquisizione. A proposito dell’Ops difensiva lanciata da Mediobanca su Banca Generali, Lovaglio ha detto che “lui”, cioè Alberto Nagel (ex ad di Piazzetta Cuccia), «poteva fare solo sta mossa», cioè l’offerta su Banca Generali che avrebbe determinato la dismissione delle quote di Mediobanca in Generali.
«Se noi avessimo detto fin dall’inizio – continua Lovaglio – come è vero – che Generali è strategica, lui», sempre Nagel, avrebbe detto «ah, Lovaglio ha detto che è strategica, adesso io lo frego perché…». Secondo i pm di Milano, «Lovaglio si è schierato risolutamente contro l’iniziativa di Nagel, simulando relativo disinteresse da parte del Monte dei Paschi al possesso di Generali». Nella conversazione, si legge ancora, «Lovaglio viceversa conferma a Caltagirone che Generali è strategica fin dall’inizio e che le dichiarazioni pubbliche in senso opposto fossero un espediente di comunicazione per non rendere palesi gli accordi presi con i soci Caltagirone e Delfin che, appunto, fin dall’inizio puntavano su Generali, la cd. “fase due” (rispetto all’Ops su Mediobanca)».
Lovaglio: Giorgetti ha scritto sms a chi ci ha fatto un bidone
Nelle conversazioni riportate negli atti di indagine della procura di Milano sarebbe inoltre spuntato indirettamente anche il nome del ministro dell’Economia Giorgetti. A proposito del voto contrario del fondo statunitense Blackrock all’offerta pubblica di acquisto (Opas) di Mps su Mediobanca, lo scorso aprile, come riporta il decreto di perquisizione dei pm, Lovaglio avrebbe detto a Caltagirone: «Qualcuno ci ha fatto il bidone, perché Blackrock è un 2% […] Esatto, perché io ho scritto al Ceo, e so che il ministro ha scritto un sms perché io gli ho detto “Oh, guarda che non ha votato!”». Nell’atto si cita anche Francesco Soro, direttore generale del Mef, il quale in una relazione inviata a Consob, “in contrasto” con le risultanze investigative, «ha negato contatti o interlocuzioni con gli investitori che hanno poi acquisito partecipazioni mediante il terzo Abb«, procedura con cui nel novembre dell’anno scorso è stato dismesso il 15 per cento delle azioni di Rocca Salimberni detenute dal Governo, pacchetto acquisito da Delfin, il Gruppo Caltagirone, Bpm e Anima. Inoltre, annotano i pm, «il Mef dal canto suo, aveva disapprovato la mossa difensiva di Mediobanca rispetto all’Ops ostile di Bmps» considerando la come mossa difensiva l’acquisizione di Banca Generali tramite le azioni detenute in Generali.