Bologna, 29 novembre 2025 – La richiesta di un corso di laurea in filosofia per i giovani ufficiali, da parte dell’Esercito. Il rifiuto della facoltà dell’Alma Mater. La delusione del capo di Stato Maggiore, il generale Carmine Masiello, che aveva fatto la richiesta. La replica del rettore Unibo, Giovanni Molari. Poi le parole della ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, e l’interrogazione al Senato Accademico da parte di Azione Universitaria, movimento studentesco di destra. Questi sono in successione i fatti venuti fuori oggi, ecco cos’è successo punto per punto.
“Per creare un pensiero laterale nell’esercito, per dare la possibilità di pensare in maniera differente e uscire dallo stereotipo, ho deciso di avviare un corso di laurea in filosofia per i miei giovani ufficiali. Ho chiesto all’Università di Bologna di avviare un corso di laurea per 10-15 dei miei ufficiali. Non hanno voluto avviare questo corso per timore di militarizzare la facoltà. Non posso giudicare le scelte che competono ad altre istituzioni, però rappresento che un’istituzione come l’Esercito non è stata ammessa all’università”. Lo ha detto il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Carmine Masiello, nel suo intervento agli Stati Generali della Ripartenza a Bologna. “Questa – ha aggiunto – è stata una cosa che mi ha deluso. È sintomatico dei tempi in cui viviamo – ha proseguito – e di quanta strada c’è da percorrere, perché la nostra opinione pubblica, in generale, e i giovani, in particolare, capiscano quale è la funzione delle forze armate nel mondo che stiamo vivendo”.
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La decisione di non attivare il corso di laurea in Filosofia per gli ufficiali dell’Esercito è stata una “scelta autonoma di un Dipartimento, che ha preferito soprassedere e astenersi dal deliberare sul tema”, ha detto, in risposta a Masiello, il rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari, interpellato dall’Ansa.
“Ricordo che le scelte didattiche, in questo caso l’attivazione di un curriculum dedicato, sono materia su cui l’iniziativa compete ai Dipartimenti – aggiunge Molari – Questo non esclude affatto ulteriori interlocuzioni e sviluppi. Siamo costantemente aperti al dialogo con tutte le realtà che riconoscono l’eccellenza formativa e scientifica del nostro ateneo”, conclude il rettore.
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“I professori dell’Ateneo di Bologna, che hanno rifiutato di avviare un corso di laurea per alcuni ufficiali dell’Esercito italiano, temendo (così dicono) la (presunta) ‘militarizzazione‘ della loro Università, possono stare tranquilli: quegli ufficiali che loro oggi rifiutano sdegnati, oggi, domani e sempre, saranno pronti a difenderli ugualmente, ove e in caso fosse necessario”. Lo scrive su X il ministro della Difesa Guido Crosetto. “Spero solo che, ove e se (Dio non voglia), ciò accadesse, questi professori saranno, almeno moralmente, a fianco delle forze armate che hanno giurato di difendere, sulla Costituzione, sempre e ovunque ogni cittadino italiano. Come fanno già tutti i giorni”.
ll ministro dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha sentito telefonicamente il rettore Molari. Nonostante il rispetto della procedura prevista, che rimette all’autonomia del dipartimento – quello di Filosofia nello specifico – la decisione, il ministro ha condiviso la delusione del generale Masiello per la mancata attivazione del corso. Il ministro ha aggiunto: “Non è soltanto una scelta discutibile, ma una rinuncia alla propria missione formativa. Un dipartimento che teme la ‘militarizzazione’ davanti a un percorso di studi rischia di compromettere la funzione stessa del sapere: aprire, non chiudere; includere, non escludere. Non esiste libertà senza sicurezza, e non può esserci sicurezza senza una Difesa preparata e capace di leggere la complessità del nostro tempo. Una società che diffida dei propri servitori in uniforme dovrebbe interrogarsi sulle proprie fragilità, non sul ruolo delle Forze Armate”.
Per chiedere conto della scelta di non attivare il corso per i giovani ufficiali dell’Esercito arriva anche un’interrogazione al Senato Accademico, da parte del movimento studentesco di destra, Azione Universitaria Bologna.
“Il blocco del corso di Filosofia per giovani ufficiali da parte del Dipartimento di Filosofia sarebbe gravissimo – scrive in una nota – c’è purtroppo il solito pregiudizio antimilitarista da parte dei Centri sociali violenti, che tengono sotto scacco il Dipartimento”. A giudizio del movimento studentesco, ancora, “l’articolo 52 della Costituzione ricorda e afferma lo spirito democratico delle forze armate, mentre invece questi violenti si confermano anti democratici e totalitari. Vadano via loro dall’università non l’Esercito. Abbiamo depositato una interrogazione in Senato accademico per chiedere chiarimenti”.
