Bologna, 29 novembre 2025 – Nuova gaffe per Francesca Albanese, la relatrice Onu per i Territori palestinesi occupati. Tant’è che a criticarla, oltre alla premier Giorgia Meloni ed esponenti nazionali di destra e sinistra, a prenderne le distanze c’è pure la ‘sua’ Bologna che tanto ha voluto (tra le polemiche) la cittadinanza onoraria per la giurista. Dalla consigliera dem Cristina Ceretti all’ex presidente delle Acli, oggi consigliere di ‘Anche tu Conti’, Filippo Diaco, fino al sindaco Matteo Lepore che già in altre occasioni, pur difendendola, aveva mostrato irritazione per certe uscite inopportune della giurista. Conferma la contrarietà alla decisione del Comune, l’europarlamentare dem di Bologna, Elisabetta Gualmini.

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Cosa ha detto Francesca Albanese

Questa volta a far discutere è stato il commento di Albanese relativamente al vile attacco alla redazione de La Stampa a Torino da parte di manifestanti Pro Pal. La giurista l’ha sì condannato, ma poi ha precisato creando un polverone: “Non bisogna commettere atti di violenza nei confronti di nessuno – ha detto – ma al tempo stesso che questo sia anche un monito alla stampa per tornare a fare il proprio lavoro, per riportare i fatti al centro del nuovo lavoro e, se riuscissero a permetterselo, facendo anche un minimo di analisi e contestualizzazione”.

L’attacco della premier Meloni

Un ragionamento che ha scatenato molte polemiche, tanto che dal palco del corteo Pro Pal a Roma Albanese ha dovuto precisare: “Non c’è stato nessuno scivolone, vergognatevi. Tutto quello che ho detto è che condanno la violenza e condanno l’attacco a La Stampa”. Ma, ormai, l’ennesima gaffe era servita. Tanto che la premier Meloni, pur senza nominarla, ricorda: “La libertà di stampa va difesa senza ambiguità. È molto grave che, di fronte a un episodio di violenza contro una redazione giornalistica, qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia – anche solo in parte – della stampa stessa. La violenza non si giustifica”.

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Il sindaco Lepore e i dubbi dei dem bolognesi

Non è morbido il sindaco Lepore: “Quando la stampa libera viene colpita non ci sono motivazioni di sorta. Non c’è alcuna causa giusta che può giustificare la violenza contro il giornalismo e contro nessuno”. La dem Ceretti che aveva votato a fatica la cittadinanza onoraria ad Albanese, ammette: “Alla luce di queste parole non la rivoterei. Rimango basita dalle parole di Albanese. Che ruolo ha Albanese per lanciare un monito al mondo dell’informazione e dire a dei professionisti come devono lavorare? I violenti sono da condannare senza nessuna esitazione o ambiguità”.

Gualmini (Pd): Albanese, vergogna

Stessa linea da Diaco che via social dice che “la scelta di votare la cittadinanza onoraria ad Albanese oggi non la rifarei. Ammettere un errore non è debolezza”. Infine, un auspicio: “Rivedere una decisione, quando cambiano i fatti, è un dovere di chi ha un ruolo pubblico”. Durissima la dem Gualmini: “Sono stata la prima ad oppormi alla cittadinanza ad Albanese. Le sue parole sull’attacco a La Stampa sono inqualificabili, col solito ditino alzato e il monito (leggi minaccia) ai giornalisti. In pratica (secondo lei) la colpa della violenza parafascista che abbiamo visto è dei giornalisti. Che vergogna”. Chiude il Partito liberal democratico di Bologna che chiede al Comune “di ritirare la cittadinanza onoraria ad Albanese”.