di
Carlos Passerini
Prima Maignan salva la porta del Milan, poi Leao batte Provedel e porta i rossoneri al comando del campionato almeno per una notte: domani Roma-Napoli. Giallo nel recupero per un «gomito» di Pavlovic
Diavolo d’un Max. Dopo l’Inter, supera di corto muso anche la Lazio e si issa da solo al primo posto in classifica almeno per una notte, in attesa dello scontro diretto di domani sera fra Roma e Napoli. La decide il solito Leao, a inizio ripresa, con un tocco da due passi su cross di Tomori: 12° risultato utile di fila con tanto di brivido finale, quando in pieno recupero l’arbitro va alla Var dopo un tocco di gomito di Pavlovic in area, concedendo però punizione ai rossoneri per un fallo precedente di Marusic sul difensore serbo. Un episodio che farà discutere. E che incendierà gli ottavi di Coppa Italia di giovedì, sempre fra Lazio e Milan, ma all’Olimpico. Sarri, che ha perso la sfida nella sfida «giochisti contro risultatisti» con Allegri, dopo la partita è rimasto polemicamente in silenzio, come tutto il club.
Due considerazioni sul Milan capolista. La prima è che è sempre più a immagine e somiglianza del suo allenatore: pratico, solido, concreto, sa soffrire e colpire al momento giusto. La seconda è che il passo è da scudetto. Non è solo la classifica a dirlo, ma la mentalità e l’attitudine di una squadra che ha sì limiti strutturali, ma anche la testa per provarci.
La strada resta lunga. E il mercato dovrà dare una mano. Prima però ci sarà da alzare il livello contro le cosiddette piccole, visto che dopo la trasferta a Torino all’Immacolata ci saranno Sassuolo, Verona, Cagliari, Genoa e Fiorentina. Se c’è un momento per tentare l’allungo, è questo. «Nel finale c’è stata un po’ di confusione» ammette Allegri, espulso per proteste, che però guarda avanti: «Continuiamo a lavorare con umiltà».
Senza Pulisic, capocannoniere della squadra con 5 reti fermato da un affaticamento, il tecnico non aveva molta scelta: spazio a Nkunku, pagato al Chelsea in estate più di 40 milioni fra cartellino e bonus, ma ancora a secco in campionato. Per lui, una grande occasione: non la coglierà. La rosa è corta, troppo, ecco perché a gennaio servirà tornare sul mercato per rinforzarla innanzi tutto numericamente: centravanti, un esterno destro e un difensore centrale le priorità, in quest’ordine.
Tare, d.s. rossonero ex Lazio, prima del via ha parlato così del dossier Maignan, che ha il contratto in scadenza a giugno ed è nel mirino di mezza Europa, inclusa l’Inter: «All’inizio della stagione abbiamo fatto un patto insieme, stiamo andando avanti senza metterci pressione l’uno all’altro». Proprio il portiere francese dà subito del proprio talento, ma soprattutto del proprio stato di forma tornato ai livelli dell’anno dello scudetto, con una parata show già dopo una manciata di secondi su colpo di testa di Gila: come un gol. Si ripeterà poi su Zaccagni.
Nel primo tempo la Lazio gioca meglio, è più fluida. Perfino Modric sbaglia un passaggio: boato di stupore dei 73.156 di San Siro, come quella volta con Liedholm negli anni ’50. Dopo il gol vittoria di Leao, il finale diventa un ring: in pieno recupero la palla sbatte in area sul gomito di Pavlovic, l’arbitro viene richiamata al Var, Allegri viene espulso e lancia il cappotto. Tutto San Siro si ammutolisce al momento dell’annuncio, una scena da film. Il gong arriva al 104’, con l’arbitro accerchiato dai laziali. Leao sorride: «Sognare è gratis».
29 novembre 2025 ( modifica il 29 novembre 2025 | 23:30)
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