La Pala Baronci a cui la studiosa fa riferimento raffigura l’«Incoronazione di san Nicola da Tolentino» ed è smembrata in più sedi, italiane e non. Il primo documento che la riguarda è del 10 dicembre 1500, la quietanza di pagamento è del settembre 1501. Con Andrea di Tommaso Baronci quale committente, «è la prima opera documentata di Raffaello anche se, nel dibattito critico, contende con il Gonfalone della Santissima Trinità il primato del debutto del giovane maestro» e il contratto cita Evangelista da Pian di Meleto «insieme all’esordiente magister»: così scriveva Laura Teza nel catalogo della mostra da lei curata insieme a Marica Mercalli «Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo», prevista nella Pinacoteca per i 500 anni dalla morte del pittore nel 2020 e, a causa del Covid, allestita da fine ottobre 2021 a inizio gennaio 2022.
Lo stendardo, unica opera mobile del Sanzio rimasta in Umbria, eseguito per la confraternita della Santissima Trinità, nel recto rappresenta la Trinità con i santi Rocco e Sebastiano ai piedi della Croce, nel verso la creazione di Eva e due angeli in volo. Misura 167 centimetri per 94. Il museo tifernate espone le due facce affiancate.
Citato dal 1627, il doppio dipinto ha avuto una storia tormentata e presenta lacune vistose. All’Icr il restauro è diretto da Alessandra Ferlito ed è progettato e realizzato dal Laboratorio dipinti su tela composto dalla stessa Ferlito, Sabrina Maria Sottile (presenti al sopralluogo della studiosa del Met), Barbara Lavorini e Giorgia Pinto. Ha seguito l’incontro anche Tullia Carratù, storica dell’arte che ha firmato l’«accordo quadro» con il Comune per l’intervento. «Il tempo a disposizione, che ha subìto riduzioni rispetto a quanto era stato preventivato per l’insorgere della pandemia, non ha consentito di realizzare questa ulteriore fase di intervento per ottenere una modifica di tonalità», chiariva l’allora soprintendente in Umbria Marica Mercalli nel catalogo della rassegna del 2021-22.
«Abbiamo sostenuto con convinzione questo progetto autorizzando il restauro e il prestito perché crediamo al valore scientifico e al forte impatto culturale e identitario che avrà», commenta Alessandra Donati, responsabile di zona della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria. Il Comune assicura che l’esito del restauro, come da prassi preceduto da studi e analisi, verrà pubblicato e che «nonostante le condizioni dello Stendardo siano considerate non critiche, anche le modalità di movimentazione sono state messe a punto con l’utilizzo di tecnologie e supporti in grado di garantire la massima sicurezza e tutela, sia nel trasferimento a Roma che in America».
Il sindaco Luca Secondi ringrazia il Metropolitan per «mostrare al pubblico internazionale come la realtà rinascimentale di Città di Castello sia un passaggio fondamentale nel percorso artistico di Raffaello»; per l’assessore alla cultura Michela Botteghi l’appuntamento newyorkese «servirà ad aumentare la consapevolezza della città verso l’eredità che ci ha lasciato il Rinascimento e il turismo».