di
Francesco Battistini
L’Agenzia nazionale anticorruzione ucraina indaga su uno scandalo da decine di milioni di euro che avrebbe portato politici e imprenditori a lucrare sui contratti dell’agenzia per l’energia nucleare. Ecco che cosa sta succedendo
DAL NOSTRO INVIATO
KIEV – Che cos’è lo scandalo corruzione che sta facendo tremare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky?
L’Agenzia nazionale anticorruzione accusa politici e imprenditori d’aver messo in piedi un sistema di tangenti, che esigeva dal 10 al 15 per cento su tutti i contratti dell’azienda statale per l’energia nucleare, Enerhoatom. Gli indagati avrebbero rubato allo Stato una cifra tra i 75 e i 100 milioni di euro. Nello scandalo sono finiti diversi collaboratori di Zelensky: fra questi l’ex vicepremier Oleksiy Chernyshov, sospettato d’aver ricevuto 100mila euro e l’ex ministro dell’Energia (poi ministro della Giustizia) Herman Halushchenko. Nell’inchiesta è coinvolto anche Rustem Umerov, il capo del Consiglio di sicurezza nazionale, ex ministro della Difesa: proprio l’uomo che Zelensky ha scelto al posto del dimissionario Andry Yermak per guidare la delegazione ucraina ai negoziati sul piano di pace. La ministra dell’Energia, Svitlana Hrynchuk, non ancora incriminata ma accusata d’omessa vigilanza, s’è dovuta dimettere.
Perché Yermak s’è dimesso?
Il principale consigliere di Volodymyr Zelensky, che da solo contava più del parlamento e del governo messi insieme, è legato a varie persone coinvolte nell’inchiesta. In alcune intercettazioni fra indagati, si farebbe riferimento a lui col nome in codice «Alì Babà». Sotto indagine, una grande casa alle porte di Kiev che il politico avrebbe comprato non si sa bene con quali soldi. A tradire Yermak, l’amicizia con l’oligarca Timor Mindich, che fu in affari anche con Zelensky quando il presidente ucraino faceva il produttore cinematografico nella società Kvartal 95. I media ucraini hanno pubblicato le foto d’un appartamento di Mindich: il bagno, coi wc placcati d’oro, ha suscitato il sarcasmo anche di Vladimir Putin. L’imprenditore amico di Yermak avrebbe ricevuto una soffiata prima d’essere arrestato, riuscendo a scappare in Israele. Un altro affarista indagato, Mykhailo Tsukerman, è riuscito a evitare le manette. Anche per queste ragioni, nei giorni scorsi s’è dovuto dimettere il ministro della Giustizia, Herman Halushchenko. In quasi quattro anni di guerra, appellandosi all’emergenza, Yermak aveva accentrato molti poteri.
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Perché è il peggiore scandalo che colpisce Zelensky?
Il presidente ucraino ha tentato fino all’ultimo di difendere l’amico Yermak, anche quando alcuni deputati avevano minacciato di lasciare il partito di governo e la stessa maggioranza parlamentare era sembrata a rischio. A luglio, Zelensky aveva cercato di limitare i poteri dell’Agenzia anticorruzione e della Procura speciale, la Nabu e la Sapo, proprio per evitare che fosse conclusa l’indagine. Una legge ad personam era stata approvata e firmata dallo stesso presidente, ma in seguito era stata ritirata. Troppo forti, le proteste popolari. E troppo grandi, le pressioni degli alleati occidentali che consideravano «antidemocratico» il provvedimento. L’insistenza di Zelensky nel difendere Yermak, che il 70 per cento dell’opinione pubblica voleva fosse cacciato, secondo i sondaggi stava trascinando anche la popolarità del presidente al livello minimo dall’inizio della guerra.
Quali conseguenza può avere lo scandalo sulla guerra?
Anche prima del conflitto, l’Ucraina era solo al 105simo posto (su 180) nelle classifiche dei Paesi più «onesti». La corruzione emersa nella vicenda energia è stata naturalmente sfruttata dalla propaganda russa, ha dato fiato all’ala trumpiana più dura (JD Vance) sugli aiuti a Kiev e può incidere sulle relazioni con l’Ue, che progetta un prestito di 140 miliardi per fronteggiare le spese militari e civili di Kiev. In ballo, ci sono i patrimoni russi congelati in Europa, che l’Ungheria (filorussa) e il Belgio (dove si trovano in gran parte i soldi di Mosca) non vorrebbero girare a Zelensky. Senza quei fondi, l’Ucraina è autosufficiente solo per sei mesi: dopo, oltre alla guerra, sarebbe problematico finanziare anche le spese correnti e la pubblica amministrazione.
Perché Zelensky può uscirne male?
Il presidente ucraino, già in difficoltà nel negoziato con Donald Trump sul cessate il fuoco, aveva puntato molto sulle capacità di Yermak nel «limare» il piano in 28 punti che Washington aveva concordato con Mosca. Alla vigilia del quarto inverno d’una guerra che si sta mettendo male, in una situazione economica complicata, col Paese che è soggetto a continui blackout d’energia (perfino nella capitale Kiev, interi quartieri sono al buio anche 20 ore al giorno), le tangenti Enerhoatom hanno aumentato la rabbia dell’opinione pubblica. I tentativi d’insabbiare lo scandalo hanno fatto il resto: «Non possiamo permetterci – ha scritto un giornale di Kiev – che il presidente ucraino e il governo ucraino perdano quel che resta della loro legittimità, nel pieno della guerra».
E perché, invece, potrebbe uscirne più forte?
Servitore del Popolo, il partito di Zelensky, era nato sull’onda populista della «pulizia» nelle istituzioni. Quell’epoca sembra ormai lontana. Ma il presidente ha dimostrato più volte una grande abilità nel trasformare le crisi in opportunità. La scelta del successore di Yermak può essere un segnale chiaro al Paese: la corruzione non è più tollerabile. E può essere l’occasione per regolare pure i conti con rivali politici che, in questi anni, si dice abbiano sfruttato la guerra per accumulare patrimoni non tanto diversi da quelli del «clan energetico». Il fatto che lo scandalo sia emerso, inoltre, dimostra all’opinione pubblica internazionale come l’Ucraina (al contrario della Russia) abbia un sistema giudiziario e politico ancora libero e trasparente. «Lo scopo del governo – dice la premier Yulia Svyrydenko – adesso è far capire che non tollereremo la corruzione in nessuna circostanza. E ogni nostra risposta sarà rapidissima e durissima».
30 novembre 2025 ( modifica il 30 novembre 2025 | 13:18)
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