La stagione appena conclusa ha indubbiamente rappresentato il trampolino di lancio per Giulio Pellizzari. Il giovane azzurro si è messo in mostra con i due sesti posti nella classifica generale del Giro d’Italia e della Vuelta a España, ottenendo anche il primo successo di tappa tra i professionisti proprio nel corso della corsa spagnola. Adesso, per il marchigiano, è tempo di ricaricare le batterie per la prossima stagione.

L’italiano, come riportato da cyclingpronet, ha parlato in un’intervista del periodo lontano dalle corse: “Ho trascorso una bella vacanza negli Stati Uniti. Ho anche trascorso qualche giorno in galleria del vento con la squadra e qualche giorno con la mia ragazza. A breve ci sarà il primo ritiro pre-stagionale con il team, durante il quale si inizierà a delineare il calendario per la nuova annata. Devo aspettare il programma che la squadra presenterà a Maiorca. Ho chiesto alla squadra di poter partecipare al Giro d’Italia, ma vedremo alla presentazione dei programmi a dicembre”.

Sul rapporto istaurato con Primoz Roglic: “Penso che io e Primoz siamo diventati buoni amici. Mi è piaciuto correre con lui. Ho imparato tantissimo da lui e sono stato felicissimo di correre al suo fianco. Spero che continueremo a correre insieme anche il prossimo anno. Forse correremo insieme ancora per due o tre anni, dipende da cosa vorrà fare Primoz. È uno dei migliori ciclisti della storia. Ha ottenuto ben 91 vittorie in carriera, il che è incredibile. Quando ho conquistato la mia prima vittoria alla Vuelta a España, ho pensato che Primož ha alzato le braccia al cielo ben 90 volte. Pazzesco! Voglio imparare il più possibile da lui”.

Sull’arrivo di Remco Evenepoel alla Red Bull Bora Hansgrohe: “Penso che sia davvero positivo per la squadra. Ora abbiamo due dei quattro migliori ciclisti al mondo. È una buona opportunità per un giovane corridore come me per crescere al suo fianco. Penso che con lui ci aspetterà una buona stagione”.

Pellizzari, infine, si è soffermato sulle aspettative che gli italiani creano sui giovani prospetti: “Secondo me, il problema è un po’ dentro di noi italiani. Sai, siamo un po’ strani. Quando c’è un buon corridore, tutti iniziano a seguirlo. Poi, al primo momento difficile, tutti dicono: ‘No, non è come Pantani, non è come all’inizio’. Come ciclista devi solo allenarti e vivere, poi si vedrà cosa succede. So che i tifosi stanno aspettando. Spero che non debbano aspettare ancora a lungo”.