Il carro funebre aveva appena lasciato il sagrato della chiesa di Maria Santissima della Stella, a Nola, quando sul profilo Facebook di Mariarosaria Tommasino è comparso un messaggio forte, scritto mentre ancora la bara della figlia veniva portata via: “Oggi i funerali di mia figlia. Non troverò pace se non marcisci in galera”. Parole rivolte al figlio maggiore Vincenzo, 25 anni, reo confesso dell’omicidio di Noemi Riccardi, 23 anni, uccisa a coltellate nell’appartamento di via San Paolo Bel Sito dove i due vivevano da poco più di un anno.

La madre non ha nascosto il suo dolore né la rabbia per quel figlio che definisce “un mostro”, persona che “ha causato tanto male alla propria famiglia”. Ieri la donna aveva vegliato in silenzio la bara della ragazza, circondata dai giovani dell’Azione cattolica “Paolino Iorio”, dal vescovo Francesco Marino e dal sindaco Andrea Ruggiero, presenti insieme alla moglie e all’assessore Florinda Aliperta. 

Mancava Nola, con i suoi cittadini. Nelle ore successive alla tragedia in tantissimi avevano commentato i profili social della famiglia Riccardi, eppure nella chiesa frequentata da Noemi nei pomeriggi trascorsi con i ragazzi della parrocchia non si sono visti concittadini.

La tragedia e l’arresto

La tragedia risale allo scorso 19 novembre. È avvenuta intorno alle 15.15, al quinto piano di Palazzo Cassese in via San Paolo Belsito a Nola. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Nola, coordinati dalla Procura, Vincenzo Riccardi avrebbe afferrato un coltello da cucina e inferto alla sorella sei o sette colpi durante un litigio. I due erano soli in casa. Subito dopo è stato lo stesso Ragazzo a chiamare il 112: “Correte, ho ucciso mia sorella”, ha detto all’operatore. Agli agenti accorsi ha spiegato di essere stato “in preda a un raptus”, ripetendo di sentirsi esasperato.

Pochi minuti prima un suo gesto aveva aggiunto orrore a orrore: il 25enne aveva avviato una videochiamata alla madre, uscita per delle commissioni, e le aveva mostrato il corpo della figlia a terra in un lago di sangue. “Mamma, l’ho fatto”, le avrebbe detto, girando la telecamera verso la scena dell’omicidio.

Arrivati sul posto, i carabinieri non hanno trovato resistenza da parte del ragazzo. È stato portato in caserma, poi arrestato in flagranza per omicidio volontario e trasferito in carcere in attesa dell’interrogatorio. La salma della ragazza è rimasta in un primo momento a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia.

I vicini hanno raccontato di una famiglia arrivata da poco nel condominio e di litigi frequenti tra i due fratelli. Una situazione di fragilità già segnalata dalla madre in passato: Noemi lo aveva denunciato per minacce e comportamenti aggressivi, ma nulla aveva fatto immaginare l’escalation che avrebbe portato alla tragedia.