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La storia di Aldo Chiari nasce dal niente e arriva ovunque. Dal caos luminoso di Napoli al silenzio irreale del Centre Court di Wimbledon, passando per gli spogliatoi delle Finals e i tunnel degli Slam. Una traiettoria costruita sulla disciplina, sulla mentalità marziale ereditata dalla Muay Thai, sulle cadute trasformate in strumenti di lavoro. E su un talento raro: leggere un corpo in movimento come altri leggono una pagina scritta.

APPROFONDIMENTI


Prima dei grandi nomi, c’erano i campi dei circoli italiani, le consulenze, le notti passate a studiare biomeccanica per trovare nel gesto la chiave dell’eccellenza. Poi, quasi senza preavviso, lo scenario cambia. Il tennis diventa un universo da esplorare con precisione assoluta. Novak Djokovic appare come il primo orizzonte. Entrare nel suo perimetro significa confrontarsi con lo standard più alto che lo sport possa proporre: ogni millimetro ha un significato, ogni appoggio una possibilità, ogni dettaglio una frontiera.
È lì che si comprende cosa significhi davvero lavorare al vertice del tennis mondiale.

Il percorso incrocia anche Jannik Sinner, allora in ascesa, con interventi costruiti su prevenzione e qualità del gesto. 

Poi arriva Elena Rybakina. E con lei una nuova dimensione.

Una campionessa che ha vinto Wimbledon e che pretende un percorso all’altezza di quel titolo. Accoglierlo nel proprio staff significa costruire un’alleanza professionale intima, basata su fiducia e trasparenza totale. La risalita della kazaka, da un momentaneo allontanamento dalla top 10 fino al ritorno stabile tra le migliori, nasce da un processo scientifico quotidiano: elettromiografia integrata alla biomeccanica, pedane di forza, analisi dei micro-movimenti che definiscono un colpo vincente.

Il punto più alto diventa un luogo preciso: Londra, il Centre Court. L’ingresso su quel prato sacro, al fianco di una giocatrice che su quell’erba ha già costruito il proprio destino. La sensazione è quella di camminare nella storia, non di guardarla da lontano. L’aria si fa più densa, il pubblico si dissolve, l’erba sembra trattenere fiati e ricordi.

In quell’istante, il lavoro di una vita trova un senso che nessun dato, nessun monitor, nessuna tabella può restituire.

Poi c’è il trionfo alle WTA Finals. Una delle vittorie più difficili da ottenere, un titolo che appartiene solo alle otto migliori del mondo. La notte della finale, dopo aver superato Sabalenka, la tensione si spezza in un attimo di pura liberazione. In quei momenti la tecnologia resta sullo sfondo: ciò che conta è il peso che scivola via dalle spalle, il percorso che si materializza.

Il passato negli sport di squadra di Aldo Chiari – calcio, basket, scherma – regala esperienza, ma il tennis è un pianeta completamente diverso. Qui il preparatore non è imposto da una società: è scelto direttamente dall’atleta. Un gesto che vale come un patto. La relazione diventa personale, profonda, fragile e potentissima allo stesso tempo. Ogni progetto nasce da un equilibrio delicato, un filo sottile che richiede coerenza, ascolto, presenza.

Gli Slam completano il quadro emotivo. L’efficienza perfetta dell’Australian Open, la forza travolgente dello US Open, l’energia viscerale del Roland Garros. Ma Wimbledon resta un universo a parte: non un torneo, ma un luogo dell’anima. Il punto esatto in cui il tennis smette di essere sport e diventa liturgia.

E in mezzo a tutto questo c’è il mondo intero. New York, con il suo caos creativo, riecheggia sorprendentemente le vibrazioni di Napoli. Ogni viaggio arricchisce, ma nessun posto riesce a scalzare la città che l’ha formato.

Oggi, a cinquant’anni, la competizione ha cambiato direzione. Non più verso gli altri, ma verso sé stessi. L’obiettivo di Chiari è migliorare ogni giorno, trovare una nuova versione possibile di ciò che si è. Sul fronte professionale la direzione resta chiara: spingere Elena Rybakina verso il massimo del suo potenziale, essere un valore aggiunto costante, un punto stabile nel vortice del tour.

E, un giorno, costruire un atleta napoletano capace di arrivare dove arrivano solo i migliori.
La prossima vetta da scalare.