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Mads Pedersen riflette sulla prima parte della sua carriera, con qualche piccolo rimpianto. Il corridore danese è passato professionista nel 2015 con la Cult Energy Pro Cycling, squadra che in quell’anno è passata dalla categoria Continental a quella Professional. Il momento in cui la sua carriera ha vissuto una svolta decisiva è stato il 2019, quando ha vinto la prova su strada dei Mondiali di Harrogate, battendo Matteo Trentin e Stefan Küng nella volata tra i tre corridori in grado di avvantaggiarsi nei giri finali, anche grazie al gran lavoro di Gianni Moscon. Da allora il classe ’95 ha costruito un palmarès eccezionale, che comprende 2 tappe al Tour de France, 5 al Giro d’Italia e 4 alla Vuelta a España, oltre ai tre successi alla Gent-Wevelgem.
Pur avendo ottenuto già 60 vittorie da professionista a 30 anni, il corridore della Lidl-Trek ha qualche rimpianto su come ha gestito la prima parte della sua carriera. In un suo intervento al podcast Lang Distance infatti Mads Pedersen ha condiviso una riflessione su quale consiglio si darebbe se potesse parlare a sé stesso nei primi anni della carriera: “Probabilmente mi direi di prendere le cose più seriamente. Anche la squadra mi ha detto che dovevo essere più concentrato. Ho rotto troppe ruote anteriori perché tamponavo gli altri”.
Ripercorrendo i primi anni della sua carriera, il danese ricorda che non prendeva troppo sul serio i momenti di preparazione della stagione insieme ai compagni di squadra: “Quando ero giovane ed eravamo ai training camp scherzavo un po’ troppo. Questo mi è costato alcuni risultati perché non ero concentrato per le corse. Quindi direi a me stesso: rimani concentrato su ciò che stai facendo”. Certo, con il senno di poi la carriera di Mads Pedersen ha preso una direzione importante, con tantissimi successi di prestigio. Ma persino lui può avere qualche rimpianto sulla gestione della sua crescita professionale.
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