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Paolo Tomaselli, inviato a Pisa

Una doppietta di Lautaro premia una brutta Inter a Pisa. In classifica gli uomini di Chivu si riportano così a -1 dal Milan

 Una doppietta di Lautaro risolleva l’Inter, che passa a Pisa e resta attaccata al treno di testa. L’argentino sblocca a metà ripresa una partita complicata e scorbutica, a immagine e somiglianza della squadra di Gilardino, solida e anche pericolosa. E poi raddoppia nel finale, su tiro-assist di Barella. 

I cambi di Chivu, soprattutto Pio Esposito decisivo nell’azione del primo gol, cambiano nel finale il passo di una squadra apparsa un po’ stanca, più di testa che di gambe, ma che non perde di vista l’obiettivo e ritrova la serenità in coda a una settimana che si era fatta frustrante.



















































L’Inter del primo tempo sembra soffrire i postumi delle due sconfitte di fila nel derby e in casa dell’Atletico, anche se Chivu, a parte Luis Henrique a destra al posto di Carlos Augusto, mette in campo la formazione migliore per ricominciare a correre. Il ritmo però è blando, le gambe girano a sprazzi, il pallone è ancora più lento. Il Pisa non è una squadra che si fa impressionare: non prende gol in casa da metà settembre, non perde da sei partite di fila e conferma non solo la sua tenuta atletica, ma anche la sua capacità di trovare la profondità e di attaccare, soprattutto a destra, dove Touré sovrasta Dimarco e intimorisce anche Bastoni, non in grande giornata.

In un discreto campionario di errori tecnici, le due squadre disposte a specchio la buttano sui duelli fisici e l’Inter non riesce a far valere il tasso di classe naturalmente superiore. Aebischer marca a uomo Calhanoglu, Lautaro reduce — come confermato da Chivu nel prepartita — dalla febbre post vaccino che lo ha condizionato nelle ultime due partite, non è ancora al top. Anche se a lenta carburazione, l’Inter crea un paio di pericoli nel finale del primo tempo, il primo con una punizione di Dimarco facile per Scuffet, il più grosso proprio con l’argentino che calcia però fuori misura. L’occasione costruita meglio però è del Pisa, grazie a una sponda di testa di Traoré a destra (con Bastoni che di fatto non salta e quasi si scansa) che serve in area Piccinini: l’inserimento è perfetto, ma il tiro no.

Nella ripresa sembra subito un’altra Inter, ma l’effetto della pressione nerazzurra è quello di aumentare i pericoli in contropiede, con Nzola che spreca un paio di occasioni non da poco e Acerbi, già ammonito e sotto pressione. I cambi di Chivu (e anche l’assetto diverso dato da Gilardino alla sua squadra) danno comunque la scossa all’Inter e confezionano il pacchetto regalo per capitan Lautaro: Esposito mette pressione ad Aebischer su una rimessa laterale da destra, sul contrasto la palla finisce a Zielinski che serve l’azzurro che va al cross rasoterra per Lautaro, la cui girata di prima intenzione finisce dritta sotto l’incrocio

Un gol dal coefficiente di difficoltà più alto di quello che può sembrare. E dall’importanza evidente, come conferma l’esultanza scatenata dell’argentino sotto lo spicchio di curva interista. Il raddoppio mette tranquilla l’Inter in vista del finale: Diouf serve Barella in area sulla destra e sul tiro cross dell’azzurro Lautaro anticipa Touré sul secondo palo. E l’Inter riparte: al volante c’è sempre Lautaro.

30 novembre 2025 ( modifica il 30 novembre 2025 | 17:29)