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«Una decisione terrificante da immaginare». A due settimane dalla morte delle gemelle Kessler, Umberto Orsini è tornato a parlare di Alice ed Ellen. Ospite a “Che Tempo Che Fa“, l’attore ha commentato la loro scelta di andarsene insieme con il suicidio assistito, sottolinando la sua difficoltà di andare in scena il giorno stesso della loro morte.


APPROFONDIMENTI

Il ricordo a Che Tempo Che Fa

«È stato molto doloroso saperlo, e saperlo in quel modo.

Avevo sentito Ellen qualche mese prima, le telefonavo sempre al suo compleanno che era il 20 agosto, e sapevo di questa loro intenzione. È stata una decisione terrificante. Però, in realtà, io ho vissuto con lei e anche con la sorella per molti anni, ed erano talmente legate che pensare che una sopravvivesse all’altra sarebbe stata una crudeltà, e hanno deciso questa cosa, una decisione non facile». Così Umberto Orsini, ospite di Che tempo che fa, è tornato sulla decisione delle gemelle Alice ed Ellen Kessler di dire addio insieme alla vita, a 89 anni, con la morte medicalmente assistita.

«Certo che per me è stato molto difficile quella sera di otto giorni fa entrare in scena nel mio spettacolo… c’è un ricordo loro nello spettacolo, dove racconto come le ho incontrate. Ci siamo incontrati in via Teulada mentre io facevo un romanzo sceneggiato che era I Camaleonti ed ero vestito da rivoluzionario francese, scendevo nella sala ristorante per incontrare i miei amici, Guido Sacerdote, Antonello Falqui.. e mi hanno presentato queste due gemelle, anche loro erano vestite con i loro abiti di scena, con pailettes e piume di struzzo… e ci siamo conosciuti così, in maschera. Ed è stato bellissimo, un ricordo straordinario; erano due attrici, ballerine, cantanti, due donne di spettacolo esemplari, di cui tutta l’Italia era innamorata», ha aggiunto Orsini, legato da una lunga relazione amorosa ad Ellen, da martedì 2 dicembre al Piccolo Teatro Paolo Grassi di Milano con lo spettacolo-memoir «Prima del Temporale». Novantun anni, oltre 60 di carriera, Orsini è convinto che il mestiere dell’attore non abbia «mai un punto di arrivo, non si smette mai di imparare. Quando mi rivedo, mi trovavo più bravo prima, forse perché adesso c’è più paura, consapevolezza: allora mi lanciavo di più, ora ho maturato uno spirito critico più severo».


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