
di Alessio Ribaudo
Manca ancora l’omologazione dei dispositivi elettronici, anche per quelli che ora sono registrati e pubblicati sulla piattaforma digitale del ministero dei Trasporti. E in assenza di un decreto attuativo i verbali restano impugnabili
Da ieri gli automobilisti possono consultare la mappa ufficiale di autovelox e Tutor sul sito velox.mit.gov.it/dispositivi.
È la carta d’identità dei 3.625 apparecchi autorizzati in Italia: marca, modello, matricola, chilometro esatto e approvazione prefettizia. Un atto di trasparenza. Del resto il decreto del direttore generale per la Motorizzazione era chiaro: chi non avesse registrato i propri strumenti, entro lo scorso weekend, avrebbe dovuto spegnerli.
Ora la tagliola è scattata. Se un guidatore dovesse ricevere una multa da «occhi elettronici» non censiti potrà chiedere l’annullamento in autotutela o proporre ricorso al prefetto o al giudice di pace. A spegnersi sono pure le polemiche sulle cifre, emerse negli ultimi anni, che indicavano in undicimila gli apparati. Lo stesso ministro Matteo Salvini aveva sostenuto che in Italia c’era «il dieci per cento degli autovelox mondiali».
Il censimento
Dei 3.625 censiti, le postazioni fisse sono molte meno: «il 25 per cento — spiega Luigi Altamura, comandante della Municipale di Verona e referente Anci in Viabilità Italia —. In tutto, le polizie locali, provinciali e metropolitane ne gestiscono 3.038 tra fissi e mobili; la Stradale ne ha 586, compresi i Tutor, mentre i carabinieri soltanto uno». Nessuna invasione, quindi. «C’era chi ci dava per campioni del mondo — dicono Giordano Biserni di Asaps e Stefano Guarnieri dell’Alg — ma ne abbiamo meno di Francia e Inghilterra, e in proporzione meno di Svizzera e Austria».
Il nodo irrisolto
Il censimento non risolve però il cuore del problema: l’omologazione. La Cassazione ha chiarito con decine di decisioni costanti che se questa manca i dispositivi non possono produrre multe valide perché non basta l’approvazione del Mit.
Le ultime sentenze sono di novembre e hanno annullato otto verbali del Comune di Ventimiglia. Peccato che da 33 anni manchi un decreto attuativo che spieghi chi, come e quando possa rilasciarla.
«Ora il ministero ha la foto — chiosa Altamura — e deve chiudere il cerchio: o approva un decreto, o qualcuno ordini la sospensione dei controlli. La sicurezza stradale non può restare in bilico. Solo con apparecchi legittimi torneranno a essere ciò che la scienza indica: un baluardo salva vita».
I Comuni sono alla finestra. Continuano a notificare verbali che potrebbero essere bocciati dai giudici o dai prefetti. Si tratta di cifre che potrebbero minare i bilanci. Nelle 14 maggiori città gli incassi da velox nel 2024, per Asaps e Alg, superano i 65 milioni: circa il dieci per cento di tutte le sanzioni. Non si sa invece la somma persa per sconfitte giudiziali e spese legali che generano buchi nelle casse. Non a caso la prefettura di Perugia, il 15 settembre, ha annullato un verbale pure per evitare eventuali «rischi di soccombenza in sede giurisdizionale, con aggravio di spese per l’Erario».
30 novembre 2025
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