di
Carlos Passerini

Il retroscena: il var Di Paolo non doveva richiamare Collu allo schermo, ha rischiato di indurlo all’errore

Non era rigore. La scelta finale dell’arbitro Collu, nei minuti di recupero di Milan-Lazio di sabato sera a San Siro, era corretta. Il rigore per il tocco di gomito di Pavlovic non c’era. Questa la posizione dei vertici arbitrali, che promuovono il direttore di gara (la sua viene considerata nel complesso una prova molto buona) e invece bocciano in pieno il Var Di Paolo, il quale non doveva richiamare l’arbitro davanti allo schermo. In sostanza ha rischiato di indurlo in errore, visto che dal campo Collu aveva preso la scelta giusta. Per questo il varista verrà fermato, a differenza dell’arbitro. 

C’è però un dettaglio da aggiungere. Sempre secondo i responsabili arbitrali, non era nemmeno fallo per il Milan. Come invece aveva detto Collu spiegando la decisione in pubblico: «Il braccio è fuori sagoma, ma il difensore subisce un fallo». Non era così. Semplicemente si doveva ripartire da un calcio d’angolo. Nessun intervento falloso quindi, ne’ da una parte ne’ dall’altra. Insomma: si poteva anzi si doveva fare meglio. Tutti. 



















































C’è un retroscena ulteriore, legato al caso di giornata che riguarda il Var e l’utilizzo sbagliato che se ne fa e sul quale serve intervenire al più presto. Riguarda le proteste di Allegri, considerate eccessive. Il tecnico rossonero è stato espulso e verrà con ogni probabilità squalificato per una giornata.
Ma dai vertici arbitrali sottolineano come serva un atteggiamento diverso anche da parte dei protagonisti in campo, giocatori e allenatori. Brutta la scena dell’assedio finale all’arbitro. In effetti i direttori di gara di serie A sono già in difficoltà per conto loro. Sbagliano molto, troppo. Dar loro una mano, in certi momenti di caos, almeno come atteggiamento, sarebbe meglio.

30 novembre 2025 ( modifica il 30 novembre 2025 | 10:55)