di
Elena Meli

Aggressivo e difficile da curare, è diagnosticato in oltre il 90 per cento dei casi in fumatori ed ex fumatori. Le speranze dalla diagnosi precoce e l’immunoterapia. Fondamentale, e possibile, la prevenzione

Un microcitoma, il tumore del polmone meno comune e molto aggressivo: è questa la forma di carcinoma polmonare che ha colpito nel 2015 Emma Bonino, oggi ricoverata in terapia intensiva a Roma per insufficienza respiratoria. Un tumore per cui le terapie sono migliorate negli ultimi anni, pur restando una malattia difficile da controllare nel lungo e lunghissimo termine.

Tumore a piccole cellule

Il carcinoma dell’ex ministra è chiamato «a piccole cellule» per distinguerlo dalla forma più comune di tumore al polmone, che riguarda l’85 per cento dei casi e include gli adenocarcinomi, i carcinomi a cellule squamose e quelli a grandi cellule. Il fumo di sigaretta è il fattore di rischio principale del microcitoma: oltre il 90 per cento dei casi viene diagnosticato in fumatori o ex fumatori, con una probabilità che cresce all’aumentare del numero di sigarette fumate e degli anni trascorsi a fumare. 



















































La principale forma di prevenzione, quindi, è la lotta al fumo; la diagnosi precoce è altrettanto fondamentale per un intervento tempestivo e sempre più evidenze sottolineano che uno screening mirato in fumatori ed ex fumatori ad alto rischio potrebbe aiutare a individuare molti casi di tumore al polmone, microcitomi compresi. La scorsa primavera, per esempio, su The Lancet Oncology uno studio inglese su oltre 12mila persone ha dimostrato che lo screening con la Tac a basso dosaggio è un metodo efficace per la diagnosi in persone ad alto rischio; in Italia esistono progetti pilota ed è attivo il programma R.I.S.P. (Rete Italiana Screening Polmonare) promosso dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano per reclutare 10mila candidati allo screening.

Le terapie

Il tumore che ha colpito Emma Bonino è aggressivo e tende a dare precocemente metastasi, oltre ad avere un alto rischio di ricaduta; è più difficile da curare rispetto ad altri anche perché l’intervento chirurgico non è un’opzione frequente, considerando che spesso alla diagnosi ci sono già metastasi. La chemioterapia a base di platino e la radioterapia sono i trattamenti più diffusi nella malattia di stadio limitato ma di recente anche nel microcitoma si è sperimentato l’impiego dell’immunoterapia, che in altri tipi di tumore al polmone ha mostrato di migliorare significativamente la sopravvivenza dei pazienti. In Italia due immunoterapici sono già stati approvati per l’utilizzo assieme alle altre terapie nel microcitoma, garantendo un miglior controllo del tumore e aumentando l’aspettativa di vita dei pazienti.

1 dicembre 2025