Questa casa è “perfetta, sì”. Annuisce: “Bello qua, molto bello”. È l’inizio dell’esilio per la famiglia del bosco. Contrada Portella, pochi chilometri dal cuore di Palmoli, il cielo d’Abruzzo, la quiete della vallata, i colori dell’autunno. Per Nathan Trevallion il trasloco nella Casetta di Nonna Gemma può essere una nuova primavera in questo romanzo drammatico che è diventato la sua vita. “Speriamo che si risolva. Speriamo. Vediamo questa settimana”. L’artigiano ebanista britannico è entrato a mezzogiorno di domenica nell’Airbnb che per due mesi – pare – sarà il suo domicilio. Una parentesi, si augura. Il casolare, ristrutturato di fresco e pensato per i turisti slow, gli amanti della campagna, gli è stato consegnato in comodato d’uso gratuito da un ristoratore di Ortona, Armando Carusi

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Palmoli, la casa gratis e i bonifici dall’estero: la nuova vita della famiglia nel bosco. “Speriamo si risolva tutto”

La Casetta di Nonna Gemma e i lavori di restauro del rudere

Due camere triple, cucina attrezzata con elettrodomestici, stufa a legna, bagno (in casa), veranda, due terrazzi, sorgente d’acqua, orto e wi-fi in tutti gli ambienti (100 euro a notte su Airbnb). La permanenza qui serve per prendere tempo: per riunire la sua famiglia nel bosco Nathan Trevallion deve ristrutturare la casupola di contrada Mondola, adeguarla alle norme di legge e convincere i giudici del Tribunale per i minorenni e gli assistenti sociali che quell’immobile può ospitare in condizioni di igiene e sicurezza tre bimbi piccoli.

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“No, gli animali non vengono. Gli animali li lasciamo giù”

La “Casetta di Nonna Gemma” è ora un rifugio dall’ansia e dalle telecamere. Un cottage di 80 metri quadrati, duemila metri quadri di giardino recintato, una pineta di alberi secolari e ulivi. Il casolare fu costruito con i sassi di fossili, alcune rocce sedimentarie risalgono a 5000 anni fa, ci sono antichissime conchiglie incastonate nella pietra viva: “Sì, sì, bella fossiliera”, sorride papà Nathan al cronista de Il Centro. Gli animali rimarranno nel rudere di contrada Mondola: “No, gli animali non vengono. Gli animali li lasciamo giù”. Farà lui la spola per accudirli. La moglie Catherine passerà invece a trovare il marito nei prossimi giorni.

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La relazione dei giudici: “Negligenza genitoriale”. Famiglia separata dal 20 novembre

La famiglia è separata dal 20 novembre scorso. La moglie, la 45enne Catherine Birmingham, australiana, ex insegnante di equitazione, è stata trasferita assieme ai tre figli di 8 e 6 anni (due sono gemelli) in una casa protetta a Vasto. Secondo i giudici del Tribunale dei minorenni dell’Aquila ci sono segni di “negligenza genitoriale” nella cura dei tre bambini che vivono nel bosco.

La Casetta della Nonna Gemma che ospiterà per due mesi la famiglia di Palmoli

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Le constatazioni riguardano in particolare aspetti di natura igienico sanitaria, altri di verifica della stabilità dell’abitazione e, infine, il nodo della mancata socializzazione dei piccoli con i loro coetanei (i figli non frequentano un istituto ma studiano a casa). Scrivono i giudici: “Sotto il profilo sanitario è necessario svolgere più compiuti accertamenti sulla condizione dei minori, non essendovi elementi sufficienti per porre in relazione la negligenza genitoriale (alla luce delle prescrizioni normative vigenti) con una situazione di pregiudizio dei figli”. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto la relazione alla Procura generale.

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Gi “ostacoli” agli assistenti sociali e la necessità di una “visita neuropsichiatrica infantile”

Non solo una situazione di “degrado abitativo”. Nathan e Catherine, secondo i giudici, hanno ostacolato il lavoro degli assistenti sociali. “È stata necessaria una visita domiciliare nel corso della quale i genitori hanno impedito l’accesso all’abitazione e un contatto diretto tra gli assistenti sociali e i minori”. Inoltre “i genitori hanno rifiutato di essere presenti alle attività di supporto alla genitorialità, senza partecipare ad alcun incontro”.

La Casetta della Nonna Gemma che ospiterà per due mesi la famiglia di Palmoli

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È il punto nodale di tutta la vicenda: Nathan e la moglie Catherine difendono il diritto ad allevare i figli come credono. Lontani dal mondo degli altri, protetti dal nucleo familiare. Scrivono ancora i giudici: “La pediatra evidenzia la necessità, in considerazione della loro storia clinica e familiare, di effettuare visita neuropsichiatrica infantile per una globale valutazione psicologica e comportamentale dei bambini, nonché esami ematochimici per una valutazione dello stato immunitario vaccinale”.

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Il conto corrente da 128 a 19mila euro: l’aiuto dall’estero e la donazione a John Cipolla

La coppia è sostenuta economicamente per lo più dai familiari. Stando a quanto riporta il fascicolo giudiziario, dove è incluso l’estratto conto, emerge una discreta solidità finanziaria: “Al 31 marzo 2025 l’attivo risultava pari a 128 euro, mentre al 30 giugno ammontava a 362 euro – si legge -Nello stesso periodo le entrate complessive sono state di circa 19mila euro”. 

Una veduta esterna del casolare nel bosco, a Palmoli, offerto gratuitamente per un periodo da un ristoratore di Ortona

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Ma da dove arrivano le somme più consistenti, ossia quelle superiori ai 2.000 e ai 5.000 euro? Secondo alcune fonti si tratterebbe di bonifici provenienti dall’estero, eseguiti da familiari della coppia. Registrate, inoltre, somme che variano tra i 100 e i 150 euro, riconducibili a piccole prestazioni lavorative di Catherine svolte in Italia. Tra i movimenti, anche la donazione di 400 euro, a giugno, a favore di John Cipolla, italo-americano e figura di riferimento dell’Alliance of Indigenous Nations (Ain).

I 6 punti dei legali della famiglia del bosco: casa idonea, istruzione, socialità

Violazione del diritto all’assistenza linguistica, idoneità della casa, questione degli esami medici, percorso di istruzione, socialità dei minori e loro esposizione mediatica: sono i sei punti sui quali si basa il ricorso depositato dai nuovi legali difensori della ‘famiglia nel bosco’ contro l’ordinanza del tribunale per i minorenni dell’Aquila che ha disposto l’allontanamento dei tre figli della coppia.

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Gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas, come spiega il quotidiano Il Centro, hanno avanzato una richiesta procedurale d’urgenza: sospensione dell’efficacia del provvedimento di allontanamento inaudita altera parte. Si chiede che i giudici intervengano subito, prima di fissare l’udienza di discussione, per interrompere quello che viene ritenuto un trauma sia per i tre bambini, sia per i genitori. La Corte d’appello dell’Aquila ha 60 giorni di tempo per pronunciarsi.