di
Francesco Bertolino

In un mercato stagnante, la quota delle elettriche pure balza dal 5 al 12%. Byd moltiplica per sei le vendite e compensa con l’export le difficoltà in Cina. L’allarme Anfia: «Dagli incentivi zero benefici per la produzione europea»

Gli incentivi accelerano le vendite di auto elettriche e di marchi cinesi come Byd. A novembre la quota di mercato delle auto elettriche pure (Bev) è salita al 12,2%, in netto aumento rispetto al 5,2% dello stesso mese del 2024. Merito dei generosi sussidi all’acquisto accordati dal governo che, nota l’Unrae, «hanno prodotto effetti immediati sulle immatricolazioni di auto Bev, che hanno raggiunto le 15.304 unità grazie all’immatricolazione di vetture già presenti in stock» ma rischiano di «rivelarsi un fuoco di paglia».

Il divario con il 2019

Per il resto, in effetti, il mercato dell’auto italiano si è rivelato stagnante: a novembre le immatricolazioni si sono attestate a 124.222 unità, dato sostanzialmente in linea con lo stesso mese dell’anno scorso. Da inizio anno, perciò, il comparto accusa una flessione del 2,4% rispetto all’anno precedente, totalizzando 1.417.621 immatricolazioni contro 1.452.994 nei primi undici mesi del 2024. Resta molto pesante – e forse ormai strutturale – il divario con il 2019, ultimo anno prima della pandemia e della fiammata inflattiva: circa 359.000 unità in meno, pari a un calo del 20,2%.



















































La crescita di Tesla e cinesi

Il gruppo Stellantis – secondo le elaborazioni Dataforce – ha immatricolato a novembre 31.733 auto, il 3% in più dello stesso mese del 2024. La quota di mercato è pari al 25,6% contro il 24,8%. La crescita delle vetture a batteria ha però trainato al rialzo le vendite soprattutto dei marchi specializzati in questa alimentazione. Tesla, per esempio, ha visto le sue immatricolazioni aumentare del 58% a 1281 unità, trovando in Italia parziale sollievo ai dati negativi registrati in Francia (-58%), Svezia (-59%), Olanda (-44%) e Spagna (-9%). 

La denuncia dell’Anfia

Gli incentivi al mercato elettrico hanno però dato una scossa soprattutto a marchi cinesi: Omoda e Jaecoo del gruppo Chery hanno visto le loro vendite salire del 386% a 2204 unità, mentre Byd ha addirittura moltiplicato per sei le sue immatricolazioni, toccando le 3526 unità. «Constatiamo con rammarico che le quattro vetture elettriche più vendute non sono prodotte in Europa», commenta Roberto Vavassori, presidente Anfia, l’associazione della componentistica italiana. «In occasione della formulazione di questi incentivi, destinati alle autovetture elettriche, avevamo chiesto che venisse adottato un eco-score per privilegiare le vetture Made in Europe, ma la proposta non è stata approvata dal Mase. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: a oggi, la maggior parte delle vetture vendute grazie agli incentivi ha zero contenuto locale e zero valore aggiunto per l’Europa».

Le difficoltà di Byd in patria

La quota di mercato di Byd ha così toccato il 2,84%, superando Kia e insidiando da vicino Ford. All’estero, d’altronde, il colosso cinese sta trovando più soddisfazioni che in patria, dove la concorrenza è forte e gli sta rosicchiando progressivamente quote di mercato. Nonostante l’aumento delle vetture esportate a quasi 132 mila unità, così, a novembre le vendite complessive di Byd sono diminuite per il terzo mese consecutivo, segnando un calo del 5,3% rispetto allo stesso mese del 2024. 

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1 dicembre 2025 ( modifica il 1 dicembre 2025 | 20:19)