Finora l’Ufficio nazionale (Nabu) e la Procura specializzata in materia di anticorruzione (Sapo) non hanno mosso accuse formali nei suoi confronti. La scorsa settimana Rustem Umerov, capo del Consiglio nazionale per la Sicurezza e la Difesa dell’Ucraina, è stato interrogato come testimone nell’inchiesta “Midas” che ruota attorno alla figura di Timur Mindich, ex socio di Volodymyr Zelensky e considerato leader di un’organizzazione che ha incassato tangenti per 100 milioni di dollari. Il presidente ha scelto Umerov come capo delegazione nei colloqui con gli Stati Uniti al posto di Andriy Yermak, capo dell’ufficio presidenziale rimosso dopo la perquisizione subita nell’ambito della stessa indagine. Anche Umerov, però, compare nelle carte dei magistrati per una vicenda che risale al periodo in cui ricopriva la carica di ministro della Difesa.
Martedì 11 novembre il nome di Umerov è stato fatto da Serhiy Savytskyy, inquirente della Procura specializzata anticorruzione, dinanzi all’Alta Corte d’appello penale chiamata a decidere misure cautelari nei confronti di alcuni indagati. “Nel corso del 2025, i fatti relativi alle attività criminali di Mindich sono stati accertati (…) nel settore della difesa, attraverso la sua influenza sul ministro della Difesa Umerov”.
Poche ore dopo Umerov, che ha guidato il dicastero fino al rimpasto di governo di luglio quando è stato nominato segretario del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, ha ammesso su Facebook di aver incontrato Mindich: “In qualità di ministro, ho incontrato regolarmente produttori e fornitori di attrezzature e armi, nonché lobbisti e altri soggetti interessati. In particolare, c’è stato un incontro con Timur Mindich, durante il quale è stata sollevata la questione dei giubbotti antiproiettile. Alla fine, il contratto è stato risolto a causa della non conformità del prodotto e nessuna consegna è stata effettuata”.
La vicenda è racchiusa in un’intercettazione dell’8 luglio 2025. Mindich parla con Umerov e insiste perché l’Operatore statale della logistica, l’ente responsabile delle forniture delle forze armate, accetti una partita di giubbotti antiproiettile che non avevano superato i controlli di qualità. “Per favore, non te ne andare… i giubbotti antiproiettile sono un sacco di soldi!”, dice Mindich. “Fai solo in modo che firmino la ricezione, tutto qui. Per te è solo una chiamata… Basta che dici: ‘non voglio più sentire Timur parlare dei giubbotti, e io lo incontro due volte a settimana’”. “Risolvila, ti prego, altrimenti sarà un casino”, insiste Mindich preoccupato per aver investito nell’affare “metà dei miei soldi”. Umerov a quel punto sembra accettare: “Ho capito… richiamerò e dirò di nuovo: ‘guardate, cosa devo fare perché lo facciate?’”.
La “firma della ricezione” era fondamentale per Mindich perché senza il via libera dell’Operatore della logistica le consegne non sono formalmente riconosciute e non possono essere pagate. I giubbotti in questione sono prodotti da un’azienda israeliana e il contratto, si legge sul sistema elettronico nazionale per gli appalti pubblici, aveva un valore di “224.990.000,00 grivne”, circa 4,6 milioni di euro. Secondo l’indagine, al 20 agosto la merce non era stata consegnata e il 29 agosto l’Operatore ha informato l’azienda distributrice che il contratto era stato annullato.
“Il contratto è stato annullato e poi risolto perché i rappresentanti del Ministero della Difesa si sono rifiutati di accettare i giubbotti a causa della loro scarsa qualità“, ha scritto il 19 novembre su Telegram Yuriy Gudymenko, capo del Consiglio pubblico anticorruzione del ministero della Difesa, organo creato nel 2023 per monitorare la regolarità delle forniture militari. Ora, ha aggiunto Gudymenko, “serve un’indagine separata e più approfondita per fare luce sulla condotta di alcuni rappresentanti dell’Operatore e del ministero della Difesa, che potrebbero aver aiutato Mindich nei suoi tentativi di appropriarsi dei contratti”.