di
Simona Lorenzetti
La Procura aveva chiesto una condanna a 1 anno e 4 mesi. Viale: «Sono contento, anche se amareggiato. Questa era un’imputazione nei confronti del ginecologo, della categoria e della visita ginecologica»
Silvio Viale, ginecologo e consigliere comunale dei Radicali +Europa, è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale su quattro pazienti che si erano rivolte a lui per una visita ginecologica. Viale – difeso dall’avvocato Cosimo Palumbo – aveva sempre respinto le accuse e oggi (2 dicembre) il gup ha sancito l’assoluzione perché «il fatto non costituisce reato».
Palpeggiamenti e commenti poco professionali
L’inchiesta è iniziata nel dicembre 2023 in seguito alla denuncia di una paziente. Nel tempo il fascicolo d’inchiesta si è arricchito di nuove querele: in definitiva, a puntare il dito contro il ginecologo erano state sei donne. Per sei episodi la procura ha chiesto l’archiviazione, ieri è stata discussa l’opposizione presentata dai legali delle vittime e il giudice si è riservato. Altre quattro denunce, invece, sono diventate il canovaccio del capo d’imputazione nel quale si parla di «palpeggiamenti», apprezzamenti inopportuni, commenti poco professionali e lesivi della dignità delle donne. Ma anche di atteggiamenti lascivi e carezze che esulerebbero dal contesto medico.
La richiesta di condanna
Un episodio risaliva al 2018 e sarebbe avvenuto nell’ospedale Sant’Anna: per questo i pm avevano chiesto l’assoluzione. Mentre per le altre tre vittime era stata chiesta una condanna a un anno e quattro mesi.
«Un’accusa rivolta a tutta la categoria»
«Sono contento, anche se amareggiato. Delle proprie suggestioni ognuno pensa quello che vuole. Io ero convinto di non aver fatto nulla. Questa era un’imputazione nei confronti del ginecologo, della categoria e della visita ginecologica: la condanna sarebbe stata un grave precedente». Viale si commuove quando parla della moglie e della figlia che lo hanno sostenuto in questa battaglia: «Mi sono sempre state vicino senza batter ciglio. In passato mi attendevo altre condanne, non questa volta perché sapevo di non aver fatto nulla».
Le parti civili: «Persone offese coraggiose»
Rispettiamo la decisione pronunciata oggi e ci riserviamo di attenderne le motivazioni. Ci teniamo a sottolineare il coraggio delle persone offese per essersi rivolte all’autorità giudiziaria e per essersi alla stessa sempre affidate, rifiutando qualsiasi processo mediatico. Pur non potendo essere soddisfatte del risultato di oggi, speriamo che questa sentenza possa quantomeno contribuire a definire che cosa possa o non possa essere subito da una donna, anche in occasione di una visita medica. È un percorso a piccoli passi quello da intraprendere per cambiare una cultura che ancora oggi fatica a riconoscere l’inviolabilità del corpo delle donne». Queste le dichiarazioni delle avvocatesse di parte civile Benedetta Perego e Ilaria Sala.
Vai a tutte le notizie di Torino
Iscriviti alla newsletter di Corriere Torino
2 dicembre 2025 ( modifica il 2 dicembre 2025 | 10:42)
© RIPRODUZIONE RISERVATA