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Demo Morselli è in pensione da sei anni. Ma questo non gli impedisce di esibirsi ancora, in giro per l’Italia con la sua Demo Big Band Orchestra. Gira molto e sempre in auto: «Percorro 100mila km l’anno – racconta a Libero – Dopo essere stato per anni in hotel e ristoranti, però, ogni volta preferisco tornare subito a casa qui a Porto Santo Stefano. Guido sempre io, ma mia moglie Lucia Montella, che è anche la mia manager, mi fa compagnia».
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E a proposito di sua moglie, racconta: «Abbiamo perso un bimbo per un aborto spontaneo quando io avevo 38 anni. Poi abbiamo provato due volte con la fecondazione artificiale, ma senza esito».
Chi lo incontra, spesso gli chiede se «“Icapelli sono tuoi?”. E alcuni me li tirano per verificare. Oppure: “Mi fai il saltello?”». In tanti gli chiedono anche perché non si vede più in tv. «Certo. Rispondo che sto girando con l’orchestra senza approfondire».
A Libero, Demo racconta la sua gioventù: «Papà Ivano fa l’operaio, mamma Gianna la casalinga e ho una sorella che si chiama Cristina.
Il nome Demo? In realtà i miei vorrebbero chiamarmi Demos, ma all’anagrafe dicono che non si possono registrare nomi stranieri. E così, ufficialmente, divento Demo senza “esse”».
Un bambino tranquillo e pacioccone ma «sovrappeso fino al servizio militare. Poi dimagrisco», confinda ancora a Libero. E i capelli lunghi? «Da bambino i miei genitori me li fanno tagliare sempre a spazzola, inizio a tenerli lunghi negli Anni ’80, quando conosco Fiorello e il suo codino». E i baffetti? «Quelli sono merito di Gino Paoli». E la racconta così: «Lo incontro a Napoli e mi chiede di andare in tour con lui. Un giorno mi guarda: “Hai un viso greco interessante e il mento volitivo, mi ricordi Chet Baker: i baffi ti starebbero bene”». Lo ascolta e da quel momento non se li taglia più!
Ma Demo suona anche con Ray Charles, va in tournée con i Pooh e con Finardi. E poi suona con De André. Suona la tromba. La suona anche Lorenzo Jonanotti: «Un giorno, nel 1988, sono a letto e, a mezzanotte, mi telefona Cecchetto: c’è da fare una registrazione con un nuovo ragazzo, vieni? Mi cambio, arrivo in studio e conosco Jova, che sta lavorando all’album “Lorenzo 1999”. Resta affascinato dal mio strumento, inizia a farmi mille domande e alla fine mi chiede di dargli lezioni private».
Poi Cecchetto gli propone anche Fiorello. «Claudio ci chiama: “Tenetevi pronti che tra un mese c’è da fare un programma per Canale 5. È il “Fiorello Show”, che va in onda al Palaeur di Roma il 29 gennaio 1995. Siamo tutti pischelli, ma Fiore è irraggiungibile: è vulcanico, ha mille idee, fa battute e, soprattutto, improvvisa tutto. E si inventa pure un mio soprannome: Ambro, perché mi vede a fianco di Ambra Angiolini e abbiamo la stessa pettinatura».
La prima serata fa 12 milioni di telespettatori: «Da quel momento mi cambia la vita e il giorno dopo, quando esco di casa, tutti mi riconoscono e mi chiamano “Ambro”».
A cambiarle la vita, però, è il matrimonio tra Giorgio Gori e Cristina Parodi. «Ci sono tutti, da Berlusconi a Confalonieri, e c’è pure Maurizio Costanzo che mi sente suonare con l’orchestra. Poco tempo dopo mi rivede a “Un disco per l’estate”, mi viene incontro e mi dà la mano dicendo: “Io e te faremo tanta strada insieme”».
Al quotidiano Libero svela che così abbandona del tutto la tromba e si specializza come arrangiatore e direttore d’orchestra. «Sì, ma senza essere un vero direttore d’orchestra: sono solo un autodidatta».
E a proposito di Maurizio Costanzo: «È lui a insegnarmi come ci si muove nel mondo della tv. Dopo tre puntate di “Buona domenica” gli chiedo: “Posso venire a vedere il Costanzo Show che sono curioso? Mi consegnano i biglietti per la prima fila e, appena si apre il sipario, Costanzo annuncia: “Abbiamo il piacere di avere il direttore d’orchestra Demo Morselli”. E io mi inchino». Poi gli propone di andare al “Costanzo Show” con la sua orchestra – composta da 24 elementi – ogni lunedì. Un nuovo momento d’oro per lui.
Ma dopo 25 anni lascia la televisone. «Perché sento la necessità di rallentare perché tra televisione, musica, concerti, non riesco a stare dietro a tutto. Penso che basti una piccola pausa per riordinare le idee, ma in realtà poi, quando decido di riprendere, capisco che non c’è più spazio per personaggi come me, ormai la tv è indirizzata verso i reality».
Ma «con una proposta giusta sì, visto che adesso sono di moda i personaggi vintage. E mi piacerebbe lavorare ancora con Bonolis».
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