La terza settimana

Le ultime tappe sono quelle che solitamente scrivono le storie più incredibili del Giro. La Tappa 16 si svolgerà interamente in territorio svizzero ticinese, con partenza da Bellinzona e arrivo in salita a Carì. I giochi si faranno sulla scalata finale che porta ai 1644 metri della località svizzera, per un salita di 11,6 km e una pendenza media dell’8,1% destinata a fare grandi differenze.

 

Dopodiché ci saranno due giornate di transizione, prima con la Cassano d’AddaAndalo che toccherà i 200 km ed è perfetta per chi proverà da lontano, e poi la Fai della PaganellaPieve di Soligo, con le Colline del Prosecco che dovrebbero sorridere a un velocista, anche se il Muro di Ca’ del Poggio nel finale potrebbe regalare qualche sorpresa.

 

Per fascino, storia e durezza, la Tappa 19 è forse quella più attesa in assoluto, quella che farà su e giù per le Dolomiti e che, vincendola, ti lancia automaticamente negli annali della corsa. Da Feltre a Piani di Pezzè, andranno affrontati il Passo Duran (1a cat., 12,1 km all’8,2%), Coi (2a cat.), Forcella Staulanza (2a cat.), il mitico e durissimo Passo Giau, Cima Coppi di questa edizione coi suoi 2233 metri di altitudine (9,9 km al 9,3%), il Passo Falzarego (2a cat., 10,3 km al 5,4%), e quindi una lunga discesa che porterà ad Alleghe, dove comincerà la salita finale, breve ma intensissima, verso Pian di Pezzè (2a cat., 4,9 km al 9,9%).

 

Prima della festa finale, c’è ancora un’ultima, attesissima, tappa in grado di ribaltare tutto. Da Gemona del Friuli a Piancavallo, con la salita finale che andrà affrontata non una ma ben due volte. Sono 14,5 km di scalata al 7,8% di pendenza media, con la prima parte molto impegnativa sempre attorno al 10%: dopo il primo scollinamento mancheranno poco più di 50 km all’arrivo, dopo il secondo sapremo chi avrà vinto il Giro d’Italia 2026.

 

Per il quarto anno consecutivo, infine, la passerella finale si terrà a Roma, in mezzo ai monumenti e all’architettura di una storia millenaria. Un circuito in centro città da ripetere 9 volte, che darà modo ai velocisti di giocarsi uno dei traguardi più belli e prestigiosi della loro carriera, cosa che sono riusciti a fare negli ultimi anni Mark Cavendish, Tim Merlier e Olav Kooij. E poi sarà liberi tutti, anche il Giro 2026 sarà storia.

 

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