ANSAcom – In collaborazione con

Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025

Agrigento come Bristol, le mura della Camera di Commercio di via Atenea diventano base della street art di Banksy. Dopo aver toccato 17 città francesi, raccolto 370 mila visitatori e quasi 400 mila euro donati a progetti associativi, la Banksy Modeste collection è arrivata per la prima volta in Italia ad Agrigento capitale italiana della Cultura 2025.
    Non è una mostra come le altre. E non soltanto perché è espressione della guerrilla art, ossia del movimento che incuriosisce perché c’è la tendenza all’anonimato: gli autori lasciano tracce senza svelare la propria identità. Ma perché ogni opera è un’occasione di riflessione sulle contraddizioni del nostro tempo, cercando di promuovere un cambiamento sociale. A organizzare l’ evento culturale e sociale è la Fondazione Agrigento capitale italiana della cultura 2025, in collaborazione con la Banksy Modeste collection.  All’allestimento hanno collaborato le associazioni locali Tierra Techo Trabajo Aps, Yard 44, Scaro Cafè e Arci John Belushi Agrigento.
    Circa 180 le opere, tutte accompagnate da didascalia esplicativa per una approfondita comprensione del lavoro di Banksy, sistemate in due sale della Camera di Commercio. La mostra, che immette Agrigento Capitale italiana della cultura 2025 sulla strada dell’epilogo e che è un’occasione di crescita civile, verrà inaugurata mercoledì 3 dicembre alle ore 18. E resterà gratuitamente visitabile, dalle ore 9 alle 11 per le scuole e fino alle ore 19 per il pubblico, fino al 21 dicembre.
    “Siamo orgogliosi di ospitare ad Agrigento una mostra che non è solo un evento culturale, ma un’occasione di crescita civile -dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani – La Banksy Modeste Collection porta nella nostra Regione un messaggio potente, capace di parlare ai giovani e agli adulti, invitando tutti a riflettere sul mondo che vogliamo costruire. È un’iniziativa che conferma il ruolo centrale della cultura come strumento di dialogo, consapevolezza e cambiamento”.
    “E’ un onore, come Capitale italiana della Cultura, accogliere questa mostra al suo debutto in Italia; un progetto che coinvolge le nostre associazioni, e racconta meglio di chiunque altro, la storia di una città da sempre simbolo di accoglienza” dice il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè.
    “Questa mostra rappresenta un’occasione straordinaria per Agrigento e la sua comunità per potersi confrontare con i messaggi di un artista unico nel panorama internazionale”, ha detto Maria Teresa Cucinotta, presidente del Cda della Fondazione Agrigento capitale italiana della cultura.
    L’omologazione, le atrocità della guerra, la giustizia, la pace, la libertà, l’inquinamento, lo sfruttamento minorile, il maltrattamento degli animali sono messaggi veicolati da Banksy attraverso il ricorso ai suoi celebri rats capaci di sopravvivere all’olocausto nucleare, al contrario degli esseri umani, ma anche alle scimmie, a bambini, anziani, poliziotti e gatti. La mostra di Agrigento è divisa in parti: c’è quella dedicata all’hotel che Banksy ha comprato in Palestina, che ha decorato assieme ad amici artisti e che è stato dato in gestione ai palestinesi. L’obiettivo è, servendosi della sua notorietà, richiamare visitatori per far comprendere cosa davvero vive la Palestina. C’è la parte dedicata al Bristol Museum che dopo l’esposizione delle sue opere ha guadagnato notorietà e ci sono le serigrafie dei suoi disegni più famosi, fatti su strade, muri e ponti delle città di tutto il mondo. Ad Agrigento, terra di frontiera, non poteva mancare la parte dedicata al fenomeno dell’immigrazione. Banksy ha del resto finanziato la nave Louise Michel, sul cui scafo è riprodotta la sua opera più famosa: la bambina che regge il palloncino, che soccorre migranti nel Mediterraneo. In mostra anche “Welcome Mat”: lo zerbino realizzato anche con i giubbotti di salvataggio abbandonati dai migranti sulle spiagge del Mediterraneo.
   

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