L’Italia e la Grecia sono gli unici due Paesi dell’Unione europea dove il reddito reale delle famiglie è diminuito negli ultimi venti anni: rispettivamente a -4% e -5% nel periodo considerato dalle stime di Eurostat, dal 2004 al 2024. Un dato condizionato da problematiche quali salari reali fermi, fenomeno inflazionistico in salita e crescita economica sostanzialmente irrisoria. 
Secondo quanto emerge dai recenti dati pubblicati da Eurostat, risalenti al periodo tra il 2004 e il 2024, in Ue il reddito pro capite è cresciuto costantemente tra il 2004 e il 2008 quasi per tutti, per rimanere poi costante fino al 2011 – a causa della crisi finanziaria globale; il valore è sceso nei due anni successivi per poi tornare a crescere fino al 2020; con la pandemia da Covid che ha colpito il mondo, il dato è sceso di nuovo, per vedere una lieve ripresa nel 2021, che si afferma – seppure a ritmo lento – nel 2022 e nel 2023. I numeri più recenti, che risalgono al 2024, mostra l’ennesima salita. La media europea attesta un aumento del 22%.

La mappa dei Paesi Ue

La mappa qua sopra è stata realizzata dalla piattaforma editoriale Withub per il Corriere della Sera e rappresenta la variazione percentuale del reddito reale familiare per Paese nel 2024 rispetto al 2004 e al 2010. Proprio qui è evidente come Italia e Grecia siano gli unici due Paesi Ue in rosso, proprio perché segnano un calo del reddito familiare pro capite in venti anni. La Grecia, c’è da dire, ha superato una profonda crisi finanziaria, nel 2010, che ha coinvolto anche le finanze pubbliche, superata con enormi sacrifici. La crisi finanziaria greca è stata causata da un elevato debito pubblico, aggravato dalla falsificazione dei bilanci per soddisfare i criteri di adesione all’euro, e da una scarsa competitività delle imprese e produttività del lavoro. Le conseguenze hanno portato a un aumento devastante della disoccupazione e della povertà, l’adozione di misure di austerità e una pesante riduzione del Pil. Da qualche anno, però, il paese ellenico ha imboccato la strada del recupero di competitività e solidità finanziaria, testimoniata anche dalla buona performance dei titoli greci del debito pubblico. L’Italia non ha questo «alibi»: la crisi italiana sembra motivata da un generale impoverimento delle condizioni salariali e dal peggioramento della produttività.
 Le altre grandi economie hanno registrato un progresso, seppure lieve o con ritmi diversi: Spagna a +11%. Austria a +14%, Belgio a +15% e Lussemburgo a +17%. In Francia il dato è salito del 21% e in Germania del 24%. 

Le performance migliori si registrano in Paesi che hanno ricevuto ingenti investimenti esteri dopo il loro ingresso in Unione europea per vari motivi: costo del lavoro basso, mercato interno in espansione, posizione geografica strategica. Tra questi ci sono, ad esempio, Romania (+134%), Lituania (+95%) e Polonia (+91%), e anche Ungheria, che hanno ricevuto fondi di coesione Ue da destinare a infrastrutture (strade, reti energetiche, trasporti, che aumentano anche la produttività di un Paese), digitalizzazione e formazione e istruzione. E li hanno saputi mettere a frutto nel migliore dei modi.

La crescita delle economie principali

Il grafico qua sopra, sempre realizzato da Withub, mostra la variazione percentuale del reddito reale familiare pro capite per Paese rispetto al 2010. Dall’andamento della media europea e delle principali economie – Francia, Germania, Spagna e Italia – è evidente come il nostro Paese non regga il confronto: per le altre tre, così come la media Ue, l’incremento è a doppia cifra, per l’Italia siamo su un lieve +1,26%. In Francia il dato cresce a +11,79%, in Spagna a +8,16% e in Germania addirittura a +17,35%. Ciò avviene perché in Italia il potere d’acquisto delle famiglie ha raggiunto un livello ancora più basso del 2004, causando una crescita molto bassa e lenta, produttività ferma, mercato del lavoro debole e corsa dei prezzi.

Di seguito, invece, la tabella completa con l’andamento di tutti i Paesi in Unione europea dal 2004 ad oggi, con anno di riferimento 2010, pubblicata da Eurostat e realizzata da Withub per il Corriere della Sera.