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Può lo studio della Storia essere intrattenimento? La risposta è sì. È proprio questo l’obiettivo della narrativa storica, un genere letterario o cinematografico in cui la trama si svolge in un’epoca passata, spesso con personaggi immaginari che interagiscono con eventi, luoghi o figure realmente esistiti. L’obiettivo è appunto combinare l’intrattenimento con l’accuratezza storica, ricreando ambientazioni e atmosfere del passato con realismo e verosimiglianza.
Il New York Times ha consigliato ai suoi lettori alcuni romanzi storici di recente uscita, che ha definito anche inquietanti e potenti. La cattiva notizia è che due su tre non sono stati tradotti in italiano, almeno per il momento: si tratta di The Remembered Soldier di Anjet Daanje e Florenzer di Phil Melanson.
Silvio Berlusconi Editore si è invece occupato di portare in Italia Daikon, di Samuel Hawley.
Daikon, trama
Si legge nella sinossi dell’editore:
Tokyo, agosto 1945. La guerra ha portato via tutto al fisico Keizo Kan. Ha perso sua figlia nel Grande raid aereo sulla città e sua moglie, Noriko, è in prigione. Ma la caduta di un velivolo americano offre allo scienziato un’inaspettata possibilità di salvezza. Kan viene incaricato di scoprire il funzionamento di uno strano ordigno recuperato tra i rottami: una bomba all’uranio. Se riuscirà a svelarne i segreti, sua moglie sarà liberata. Mentre lavora in segreto sotto il comando dell’Esercito imperiale, Kan si confronta con l’oscura realtà dell’arma. Uno dei suoi assistenti si ammala dopo averla maneggiata e anche lui inizia a mostrare sintomi inquietanti. Ma nel tentativo disperato di evitare la resa del Giappone, l’esercito non intende fermarsi. Farà di tutto pur di sfruttare l’inimmaginabile potere della bomba. Allo scienziato viene ordinato di preparare l’ordigno per una missione suicida contro gli americani. Tra pressioni inumane, dilemmi morali e il peso di una decisione irreversibile, Kan dovrà capire fino a che punto è disposto a spingersi, e che cosa è pronto a sacrificare. Ambientato tra le rovine di un Giappone in agonia, Daikon è una storia di scelte impossibili. Un romanzo che riscrive la Storia, immaginando cosa sarebbe potuto accadere se tre bombe atomiche, e non due, fossero state sganciate sul Pacifico in quell’estate del 1945. Ma è soprattutto un racconto struggente sulla guerra, sull’amore e sul prezzo della sopravvivenza.
Nastasic//Getty Images
Guardo film e gioco a videogiochi, da un certo punto della vita in poi ho iniziato anche a scriverne. Mi affascinano gli angolini sperduti di internet, la grafica dei primi videogiochi in 3D e le immagini che ricadono sotto l’ombrello per nulla definito della dicitura aesthetic, rispetto alle quali porto avanti un’attività di catalogazione compulsiva che ha come punto d’arrivo alcuni profili Instagram. La serie TV con l’estetica migliore (e quella migliore in assoluto) è comunque X-Files, che non ho mai finito per non concepire il pensiero “non esistono altre puntate di X-Files da vedere per il resto della mia vita”. Stessa cosa con Evangelion (il manga).