Il nuovo dispositivo pieghevole di Samsung apre una categoria inedita: un tablet da 10 pollici che si richiude fino a diventare uno smartphone. Molta ingegneria, qualche compromesso
A un certo punto, nell’evoluzione degli smartphone pieghevoli, qualcuno doveva provare a varcare la linea di confine tra telefono e tablet. Samsung ci prova da tempo, tra entusiasmi e scetticismi, e ora fa il passo più radicale: annuncia ufficialmente il Galaxy Z TriFold, un dispositivo che aperto è un tablet da 10 pollici, ma chiuso assume dimensioni non troppo distanti da quelle dei primi Galaxy Z Fold. Un oggetto che, almeno sulla carta, risolve una contraddizione che accompagna il settore da sempre: avere uno schermo davvero grande senza dover portare con sé uno zaino.
Non si tratta di un semplice esercizio di stile, come qualcuno potrebbe insinuare osservando le prime immagini. La mossa rientra in una strategia più ampia, quasi una dichiarazione di intenti: i pieghevoli non devono sostituire gli smartphone tradizionali, ma soddisfare quelle esigenze che il formato classico non può coprire. Il Flip ha ridotto ingombri e ingessature quotidiane, il Fold ha creato uno spazio in cui lavorare con due app affiancate. Ora il TriFold cerca di rispondere a un’altra domanda, più semplice e allo stesso tempo ambiziosa: è possibile mettere un tablet in tasca? Samsung sembra convinta di sì.
La sfida delle cerniere e del millimetro in più
A rendere possibile l’idea è la doppia cerniera, una soluzione che per anni è sembrata più vicina a un rendering da concept che a un dispositivo di massa. Il TriFold si apre a libro in tre sezioni, conservando uno spessore sorprendente: 3,9 millimetri per il pannello laterale più sottile, 4,0 millimetri per l’altro e 4,2 millimetri per quello centrale, che ospita tra l’altro la porta USB-C. Una volta chiuso, l’ingombro arriva a 12,9 mm, un valore che fa riflettere. Perché se è vero che supera lo spessore di un Galaxy S25 Ultra, è anche vero che si avvicina molto a quello del vecchio Z Fold 6, che si fermava a 12,1 mm. Un margine minimo, considerata la presenza di un pannello triplo.
Il peso si ferma a 309 grammi, più o meno quanto i primi Fold, e nettamente meno di un tablet tradizionale da 10 pollici. L’impressione complessiva è quella di un dispositivo che ha richiesto una fase ingegneristica senza scorciatoie. Samsung ha utilizzato un telaio in Advanced Armor Aluminum, materiali rinforzati con fibra di vetroceramica e cerniere protette da titanio, un dettaglio non secondario se si pensa alla complessità del movimento necessario per aprire e chiudere tre pannelli in modo fluido e stabile.
Soprattutto, il meccanismo scelto dai coreani si distingue da quello adottato da Huawei nel suo Mate XT. Il TriFold non espone mai il proprio schermo verso l’esterno, evitando il rischio di graffi o urti potenzialmente fatali per il pannello interno. Una scelta più conservativa, forse, ma anche più pragmatica. E che si accompagna alla certificazione IP48, una protezione parziale contro polvere e acqua che rappresenta un compromesso fisiologico in un dispositivo così articolato.
Un grande schermo che si apre dove serve
La vera ragione d’essere del TriFold è lo schermo interno. Aperto, il dispositivo mostra un pannello Dynamic AMOLED 2X da 10 pollici, con risoluzione 2160 × 1584 e refresh adattivo da 1 a 120 Hz. Una superficie che restituisce immediatamente la sensazione di trovarsi davanti a un tablet, non a uno smartphone allungato. La luminosità di picco raggiunge i 1600 nits, valore che dovrebbe permette di utilizzare il dispositivo anche in condizioni di luce impegnative, senza sacrificare la leggibilità.
Samsung si concentra molto sulla produttività, un terreno in cui i pieghevoli cercano da anni un posto stabile. Sul TriFold si possono eseguire tre app verticali affiancate, creando un’esperienza che ricorda tre smartphone disposti uno accanto all’altro. E soprattutto il dispositivo può utilizzare Samsung DeX direttamente sullo schermo interno, senza bisogno di un monitor esterno. Un dettaglio che trasforma il TriFold in una piccola workstation portatile, utile per chi lavora spesso in mobilità e non vuole portarsi dietro un laptop.
Da chiuso compare invece il secondo display, un pannello esterno da 6,5 pollici, formato 21:9, luminosità massima di 2600 nits. È lo schermo pensato per la vita quotidiana, il telefono da tiri rapidi al portafoglio, per leggere messaggi, rispondere a una mail, controllare un indirizzo. Un modo per far convivere due identità: quella del tablet e quella dello smartphone, senza che l’una soffochi l’altra.
Dentro il TriFold: potenza e compromessi
Se l’esterno racconta un lavoro certosino, l’interno non è da meno. Il TriFold monta la piattaforma Snapdragon 8 Elite Mobile for Galaxy, una versione ottimizzata della nuova generazione di chip Qualcomm, affiancata da 16 GB di RAM e da 512 GB o 1 TB di archiviazione interna. La batteria, con una capacità complessiva di 5600 mAh, è suddivisa in tre celle, una per ciascun pannello, per distribuire meglio peso e spessore. L’autonomia sarà uno degli aspetti più osservati: gestire tre schermi, un processore di fascia alta e un sistema di cerniere così complesso è un compito che potrebbe rivelarsi impegnativo. La ricarica rapida arriva a 45 W, valore ormai standard per i top gamma Samsung.
La fotografia non viene trattata come un aspetto secondario. La fotocamera principale è un modulo da 200 megapixel, abbinato a una grandangolare da 12 megapixel e a un teleobiettivo da 10 megapixel con zoom ottico 3x. Ci sono anche due fotocamere frontali, entrambe da 10 megapixel, posizionate sul display esterno e su quello interno. Le prestazioni fotografiche non sono al centro della narrazione, né potrebbero esserlo in un dispositivo così particolare, ma Samsung evita il rischio di presentare un prodotto zoppo.
L’unico vero compromesso evidente riguarda la S Pen. Come accaduto sul Galaxy Z Fold 7, Samsung ha deciso di rinunciare al digitalizzatore per motivi di spessore. Il TriFold rimane compatibile con penne capacitive, ma non con quella ufficiale dell’azienda. Una scelta che potrebbe far storcere il naso a chi sperava di poter utilizzare il grande schermo da 10 pollici come una tavoletta grafica portatile.
Il prezzo del futuro (e del coraggio)
Samsung non ha ancora comunicato il prezzo ufficiale del TriFold. Le indiscrezioni parlano di una cifra vicina ai 3000 dollari, un valore che di certo non lo colloca tra i prodotti destinati alle masse. La domanda è se abbia senso misurare questo dispositivo con il metro della convenienza. Perché se è vero che con una cifra inferiore si può acquistare un ottimo Galaxy Tab e un Galaxy S25 Ultra, è altrettanto vero che un Galaxy Tab non entra in tasca. E il TriFold nasce precisamente per colmare questo spazio vuoto.
Il lancio avverrà inizialmente in Corea, il 12 dicembre 2025. L’arrivo nei mercati internazionali, Italia compresa, è previsto per i primi mesi del 2026. Samsung accompagnerà il debutto con promozioni mirate, tra cui sei mesi di Google AI Pro e uno sconto del 50% su una possibile riparazione del display. Un incentivo che suona quasi come un’ammissione: la sostituzione di un pannello pieghevole da 10 pollici non sarà né economica né rapida.
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2 dicembre 2025 ( modifica il 2 dicembre 2025 | 15:26)
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