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Slitta il decreto legge per prorogare l’autorizzazione a cedere mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina. Il provvedimento era fra i 18 all’ordine del giorno della convocazione – inviata ai ministeri questa mattina – della riunione tecnica preparatoria prevista per mercoledì pomeriggio, alla vigilia del Consiglio dei ministri in agenda giovedì. Ma è stata inviata una convocazione aggiornata, con solo 17 provvedimenti in esame, e senza quel decreto. Secondo quanto spiegano fonti di governo, l’ordine del giorno era già molto carico di questioni urgenti e, poiché l’autorizzazione alla cessione di armi a Kiev scade a fine mese si è deciso di rinviare il decreto
I precedenti aiuti
All’indomani dell’offensiva russa, la cessione di armi all’Ucraina è stata prevista da un decreto legge del 25 febbraio 2022, che la autorizzava fino al 31 dicembre di quell’anno e previo atto di indirizzo delle Camere. Poi il provvedimento è stato più volte prorogato di anno in anno con nuovi provvedimenti varati dal Consiglio dei ministri. Nel 2022 accadde all’inizio di dicembre, nel 2023 il 19 dicembre, nel 2024 all’antivigilia di Natale, e quest’anno il decreto con la proroga potrebbe arrivare nel Consiglio dei ministri di giovedì. Nel frattempo, in questi quattro anni l’Italia ha fornito dodici pacchetti di aiuti militari al governo di Kiev definiti altrettanti decreti interministeriali (che necessitano solo dell’illustrazione al Copasir senza ulteriori passaggi in Parlamento) l’ultimo dei quali è stato pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale.
La Lega si smarca sull’invio di armi a Kiev
Sono settimane che la Lega si sta smarcando sull’invio di nuove armi a Kiev. Messo in sicurezza il dodicesimo pacchetto di aiuti, il voto in Parlamento della nuova autorizzazione annuale potrebbe essere un banco di prova per la maggioranza. Di fronte allo scandalo corruzione a Kiev Matteo Salvini ha usato toni duri. «Sapere che alcune centinaia di milioni di dollari non sarebbero finite per salvare i bimbi o per difendere gli ucraini aggrediti, ma sarebbero finite per ville di lusso, conti all’estero, un giro di prostituzione, chissà cos’altro, di uomini vicinissimi a Zelensky è qualcosa che ci impone estrema cautela. Prima di parlare di nuove armi e di tutto il resto, aspettiamo di capire cosa succede» ha ribadito il leader della Lega, Matteo Salvini, sabato all’assemblea nazionale di Noi moderati a Roma.
Salvini: impedire accordo in Ucraina non fa bene dell’Italia
«Io parteggio per l’Italia. Mettere fine al conflitto tra Russia e Ucraina è un bene per i ragazzi che muoiono al fronte. È un bene per l’economia italiana ed Europea. Chi si mette di mezzo per impedire un accordo tra Russia, Ucraina e Stati Uniti non fa il bene dell’Italia e dell’Europa» ha dichiarato oggi il ministro dei Trasporti Matteo Salvini nel suo intervento durante l’Assemblea Generale di Alis a Roma.
Il meccanismo Purl in standby
Fra le ultime decisioni del governo c’è stata quella di mettere in standby la decisione di aderire al meccanismo (Purl) di acquisto di armi americane da girare a Kiev. «Ad ora – ha spiegato Meloni – non stiamo aderendo, poi vedremo ma non ci siamo dati una deadline».