di
Federico Berni

Sciopero con presidio davanti alla sede a Brugherio dopo che il colosso delle vendite televisive ha licenziato le 4 conduttrici assunte con contratto regolare

Quindici anni di dirette, per almeno tre ore al giorno. Loro quattro, le veterane del «tv shopping» ci hanno sempre scherzato su: «Ci dicevamo sempre che stavamo in onda più di Pippo Baudo». I giorni delle risate, però, sono finiti negli studi di Qvc, il colosso delle vendite televisive finito al centro della protesta dei sindacati che, contro la decisione di licenziare le ultime 4 conduttrici assunte con contratto regolare, ha indetto lo sciopero con presidio davanti alla sede di Brugherio per la giornata di mercoledì 3 dicembre.

Un ruolo, quello delle «presenter», che Chiara Contu Farci ha imparato a padroneggiare cominciando agli albori della rete, una multinazionale Usa nata negli anni Ottanta e approdata in Italia nel 2010 tra i capannoni della provincia di Monza. «Ho cominciato che era ancora letteralmente un cantiere. Prima lavoravo come redattrice e autrice televisiva, un’attività dietro le quinte insomma. Poi sono finita a Qvc, davanti alle telecamere, quasi per caso. Io e le altre colleghe (coinvolte nell’annuncio dei quattro licenziamenti individuali, ndr) abbiamo contribuito a mettere in piedi il canale. Il nostro mestiere, quello delle “presenter”, consiste nel fare tutte le domande del caso all’esperto di turno sul prodotto che viene posto in vendita; in pratica, ci mettiamo nei panni del cliente che chiede informazioni, anche se in realtà conosciamo bene anche noi le caratteristiche degli articoli». 



















































Qvc è arrivata negli anni a macinare dirette quotidiane per 17 ore al giorno, con turni di lavoro continui e squadre di operatori e tecnici che si alternano dalle prime ore del giorno fino a notte. Il ruolo di conduttrici e conduttori, però, nel corso degli anni, è stato esternalizzato. I dipendenti sono stati sostituiti da liberi professionisti che lavorano a partita Iva. La 49enne Contu Farci, e le altre tre colleghe, erano le ultime con questa mansione a contratto di lavoro subordinato.

I sindacati, Slc Cigil e Fistel Cisl, hanno fatto sapere che la notizia è stata data loro da un giorno all’altro, con una comunicazione da parte dell’ufficio del personale che ha anticipato l’invio della lettera formale di licenziamento. La stessa Contu Farci è anche delegata Fistel: «I modi hanno colpito. In tutti questi anni non ci sono mai state tensioni particolari, sul piano dei rapporti sindacali. Ma in questo periodo era aperta una trattativa sul tema delle festività, e in tutti gli incontri che abbiamo avuto non è mai stato fatto trapelare nulla sulla volontà di procedere al licenziamento». 

Le organizzazioni dei lavoratori l’hanno definita «una decisione scellerata», sottolineando che Qvc «definisce il tavolo sindacale superfluo e inopportuno, accusandoci di fornire a dipendenti e organi di stampa informazioni errate e minimizzando sul fatto che una delegata sindacale sia coinvolta in questa vicenda, togliendo così ogni importanza al suo ruolo di rappresentanza». L’azienda, contattata nei giorni scorsi, non ha voluto rilasciare commenti o dichiarazioni ufficiali.

A Chiara Contu Farci, così come alle sue colleghe, restano ora gli strumenti della protesta, e i ricordi: «Qui, tra di noi si è creato un clima da famiglia allargata, sono state allacciate relazioni, rapporti stretti, anche al di fuori dell’ambiente di lavoro, amicizie vere». E poi manca il rapporto con i telespettatori. Anche lì si è creato un clima familiare: «Il nostro pubblico è composto prevalentemente da donne. Si affezionano molto a noi “presenter”, per esempio si ricordano anche la data del mio anniversario di matrimonio e mi fanno gli auguri. Penso anche a tutte le dirette, io personalmente ho venduto di tutto, dalle padelle ai diamanti».


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3 dicembre 2025 ( modifica il 3 dicembre 2025 | 07:49)