Joao Fonseca ha chiuso il 2025 con i primi due titoli in carriera nel massimo circuito internazionale, ovvero sulla terra rossa di Buenos Aires e sul veloce indoor di Basilea, in casa di Roger Federer. A soli 19 anni, il tennista brasiliano può mostrare una classifica da n.24 del mondo e, visti i margini di miglioramento che ha, si può ritenere che la sua ascesa possa proseguire.

Ci si chiede da mesi quale tennista potrebbe essere il terzo incomodo tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner. Diversi tra gli addetti ai lavori hanno indicato Fonseca per il suo tennis e la propria mentalità. Alla sua età Carlitos già conquistava il suo primo titolo Slam a New York, mentre Jannik concludeva al n.37 del mondo, in una stagione fortemente condizionata dalla pandemia Covid-19.

Fare dei confronti, quindi, appare complicato anche perché ogni tennista ha una sua maturazione. Di sicuro, si parla di un giocatore con caratteristiche speciali, per il modo di colpire la pallina e lo spirito messo in campo. Aspetti che si erano evidenziati nel primo turno di quest’anno agli Australian Open, dove Fonseca batté il russo Andrey Rublev, in quel momento top-10.

“Il vero salto di popolarità è arrivato battendo Rublev in Australia. Io non me ne rendevo conto, perché in Brasile non cammino molto per strada… ma la mia famiglia sì: mi dicevano che stava cambiando tutto. I social sono esplosi. Mi sono accorto davvero della mia popolarità solo nelle ultime vacanze, quando ho camminato un po’ di più e ho visto quanta gente segue il tennis”, ha raccontato Fonseca ai microfoni di ESPN Brasil.

In quello stesso torneo fu Lorenzo Sonego a batterlo in una partita lottata e decisa al quinto set. A seguire, un periodo difficile: “La gente vede solo punti, ranking e titoli, ma ci sono stati momenti molto difficili. In primavera ho giocato pochissimo sulla terra: Estoril, Roma… due primi turni giocando male. A Båstad mi sono allenato così e così, ma lì sono riuscito a ritrovare un po’ di ritmo. Poi a Toronto non stavo bene, e nemmeno a Cincinnati. Allo US Open ho giocato benissimo il primo turno, e nel secondo ho avuto chance per allungare la partita. Però anche Carlos Alcaraz, nel suo documentario, racconta che alle Finals 2024 non stava bene. Succede a tutti“, ha dichiarato il brasiliano.

Sicuramente, in vista del 2026, c’è grande curiosità su quello che potrà fare questo tennista e se davvero sarà lui colui in grado di rompere il duopolio Sinner-Alcaraz.