di
Andrea Laffranchi

L’artista lancia un tour che celebra i 30 anni di «Anime salve», ultimo disco di Faber cui collaborò Fossati

Fabrizio De Andrè e Ivano Fossati. Sono lì, due nomi nell’Olimpo del cantautorato così grandi che viene paura solo a nominarli insieme. Trent’anni fa unirono la loro creatività per «Anime salve», l’ultimo disco di Faber che uscì nel 1996. Dall’anniversario Fiorella Mannoia ha preso spunto per il suo prossimo progetto: un tour estivo, debutto a Genova il 27 giugno 2026, che proseguirà poi nei teatri, basato anzitutto su quel disco ma anche sul repertorio dei due.

Il rapporto con i due grandi

La scusa dei 30 anni non basterebbe. «Nuoto nel mio mare: ho sempre cantato le loro canzoni ed entrambi sono stati parte della mia storia e della mia formazione umana», racconta Mannoia. «Fabrizio ha cambiato la vita mia e di tanti della mia generazione: se non avessi ascoltato “Tutti morimmo a stento” a 14 anni, e ricordo ancora la casa e gli amici con cui lo sentii per la prima volta, non sarei quella che sono». Con Fossati, invece, «ci sono amicizia e fratellanza: lui ha scritto tanto per me», una su tutte «I treni a vapore».

Le differenze fra Faber e Fossati

Grandi ma diversi. E complementari nella loro unione su «Anime salve». «Ivano è più articolato musicalmente; Fabrizio aveva una scrittura diretta, era una voce autorevole che non ha mai spostato lo sguardo dal sociale e che incuteva soggezione». Mannoia sottolinea i contenuti di quel disco e la sua contemporaneità. «Princesa» la racconta come «una testa d’ariete: non era abitudine allora parlare di chi nasce in un corpo che sente non appartenergli». «Khorakhané», invece, fa ragionare su «chi si arroga il diritto di parlare in nome di dio». E cantare, come in «Smisurata preghiera», di una maggioranza che «sta» e di chi «viaggia in direzione ostinata e contraria», secondo Mannoia «in questo momento storico fa ancora riflettere».

Impegno sociale e politico

C’è anche un risvolto sociale e politico in questa operazione. «Non avrei mai pensato di trovarmi in un mondo così alla mia età: una guerra in Europa, una carneficina nel Mediterraneo, si torna a parlare di riarmo… Forse i fiori nei cannoni di quando ero ragazza era un ideale ingenuo, ma quello che vedo adesso mi fa paura. Guai però a rassegnarsi e non fare nulla. Anche solo portare come io faccio sempre la spilletta con la bandiera della Palestina o cantare dei brani come “Disertore” o “La guerra di Piero” oggi ha un valore». Nella scaletta del concerto, infatti, ci saranno anche altri brani di Fossati e De André.
Speranze di un duetto con Fossati, sebbene si sia ritirato a vita privata da tempo? «Proverò a stanare l’orso, ma mi basterebbe vederlo in platea una sera».

3 dicembre 2025