I \”reperti\” umani consegnati ieri da Hamas non appartengono a nessuno dei due ostaggi ancora a Gaza. Lo riferisce l’ufficio del primo ministro, aggiungendo che le famiglie sono state aggiornate. La fazione palestinese deve ancora restituire i corpi dell’israeliano Ran Gvili e del thailandese Sudthisak Rinthalak. Ieri Trump, in una telefonata con  Netanyahu, lo ha esortato a a essere \”un partner migliore\” nel portare avanti le fasi successive dell’accordo.\n\n

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Il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe sostenuto l’autorizzazione di avamposti agricoli illegali in Cisgiordania, alcuni dei quali hanno ospitato coloni estremisti che vivono sulle colline e hanno compiuto attacchi regolari contro i vicini palestinesi. Il primo ministro avrebbe anche chiesto misure educative per ridurre la violenza da parte dei giovani delle colline. Lo riferisce il sito di notizie Ynet, ripreso dal quotidiano Times of Israel, sulla base di un documento contenente la posizione di Netanyahu sull’attuale situazione in Cisgiordania, teatro di una escalation di violenza. La linea del premier israeliano è venuta fuori durante una discussione a cui hanno partecipato anche il ministro della Difesa, Israel Katz, e il capo del comando centrale dell’Idf, il maggior generale Avi Bluth, che si è svolta mentre la violenza dei coloni aumentava in tutto il territorio. Ynet riporta che una sezione del documento intitolata \”Riepilogo del primo ministro\” definisce le fattorie \”una risposta positiva necessaria per salvaguardare l’Area C\”, la parte della Cisgiordania sotto il pieno controllo israeliano, e afferma che \”agiscono come risposta alle attivita’ palestinesi nell’area\”. I leader dei coloni sostengono che i palestinesi stiano espandendo illegalmente i loro villaggi nell’Area C, mentre i palestinesi sottolineano che Israele concede permessi di costruzione nel territorio quasi esclusivamente ai coloni ebrei. I gruppi per i diritti umani affermano, inoltre, che i coloni abbiano utilizzato gli avamposti agricoli per impossessarsi di ulteriore terreno, intimidendo violentemente i palestinesi vicini. Centinaia di famiglie beduine sono fuggite dalle loro case a causa dei ripetuti attacchi. Ciononostante, Ynet ha riferito che Netanyahu sta spingendo affinché gli avamposti agricoli vengano legalizzati. Sebbene i governi successivi abbiano garantito sicurezza e finanziamenti agli avamposti in Cisgiordania, questi sono stati costruiti senza i permessi necessari, rendendoli illegali secondo la legge israeliana. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che sovrintende anche agli affari civili in Cisgiordania, e il ministro per gli Insediamenti e i Progetti Nazionali Orit Malka Strock – entrambi di estrema destra – hanno destinato decine di milioni di shekel alle fattorie, sempre secondo Ynet. I fondi sono stati destinati a misure di sicurezza e strutture abitative mobili. Ynet riporta inoltre che, secondo i funzionari della sicurezza, ci sono circa mille giovani residenti sulle colline, di cui 300 sono considerati violenti. Al centro di questo gruppo, hanno affermato i funzionari, c’è un nucleo di 70 attivisti. Secondo lo stesso documento, Netanyahu ha chiesto di combattere la violenza attraverso l’educazione. \”L’obiettivo che dovremmo perseguire è utilizzare strumenti educativi per allontanare il maggior numero possibile di giovani ebrei dal ciclo di attività violente in Giudea e Samaria\”, si legge nel testo che utilizza il termine preferito dal governo israeliano in riferimento alla Cisgiordania.

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”Se è stato raggiunto un accordo per aprire il valico” di Rafah, questo ”verrà aperto in entrambe le direzioni, per entrare e uscire dalla Striscia di Gaza, come prevede il piano di Trump”. Così un’autorevole fonte egiziana ha smentito le informazioni provenienti da Israele secondo le quali ”nei prossimi giorni” sarebbe stato aperto il valico di Rafah tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, ma solo per far uscire i palestinesi dall’enclave palestinese.

“,”postId”:”ab1c2ac9-db2f-4269-8238-79ba7b5106fa”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-03T11:34:08.735Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T12:34:08+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Media: \”Netanyahu da Trump a Washington dal 28 al 31 dicembre\””,”content”:”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si recherà probabilmente a Washington dal 28 al 31 dicembre per incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo ha reso noto la radio dell’esercito israeliano precisando che le date non sono ancora definitive. L’ufficio di Netanyahu non ha risposto a una richiesta di conferma formulata dal Times of Israel, fa sapere il giornale.

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Ieri l’ufficio del primo ministro israeliano ha annunciato che Trump aveva invitato Netanyahu alla Casa Bianca. Se confermata, sarà la quinta visita di Netanyahu a Washington da quando Trump ha assunto l’incarico a gennaio. Il prossimo incontro secondo i media israeliani si concentrerà probabilmente su un accordo di sicurezza tra Israele e Siria, nonché sull’attuazione del piano di pace elaborato da Trump per la Striscia di Gaza.

“,”postId”:”94a2ad6a-b6b4-455c-9d61-2f2f4e4f78fa”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-03T11:22:10.094Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T12:22:10+0100″,”video”:{“videoId”:”1056770″,”videoPageUrl”:”https://video.sky.it/news/mondo/video/ucraina-salta-incontro-tra-witkoff-kushner-zelensky-1056770″},”altBackground”:true,”title”:”Ucraina, salta incontro tra Witkoff, Kushner-Zelensky”,”postId”:”32fcd4bf-d95a-412d-8ce8-3da45ff1cad7″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-03T11:17:57.768Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T12:17:57+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Hamas e Jihad islamica: \”Inviato a Israele campione resti ostaggio\””,”content”:”

Hamas e Jihad islamica invieranno oggi a Israele un campione di un corpo recuperato nella Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato all’Afp funzionari dei due gruppi militanti palestinesi. L’esponente del Movimento di resistenza islamica ha affermato i due gruppi \”hanno trovato resti che potrebbero appartenere a un ostaggio israeliano\” sotto le macerie di Beit Lahia, nel nord di Gaza, e che la Croce Rossa ne avrebbe trasferito un campione alla parte israeliana per l’esame. Un funzionario della Jihad Islamica ha confermato la stessa informazione.

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Fonti di Hamas e della Jihad Islamica hanno spiegato ad Afp che, tramite la Croce Rossa, verra’ consegnato a Tel Aviv un campione di \”resti che potrebbero appartenere a un ostaggio israeliano\” perché vengano analizzati. Secondo lo Yedioth Ahronoth, invece, Hamas consegnerà l’intero corpo alle 17:00 israeliane di oggi. 

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Israele riceverà oggi i resti di un presunto ostaggio israeliano reperiti tra le macerie di un palazzo a Beit Lahia, nel Nord della Striscia di Gaza. Lo riferiscono ai media internazionali fonti di Hamas e della Jihad Islamica.

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A margine del vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo, in corso a Manama (Bahrein), la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato il Sultano dell’Oman, Haitham bin Tariq Al-Said.

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\”Al centro del colloquio – si legge in una nota di Palazzo Chigi – le principali questioni regionali, a partire dalla stabilizzazione di Gaza e dalla situazione in Yemen e nel Mar Rosso. In questo quadro, il Presidente Meloni ha espresso apprezzamento per il ruolo di mediazione svolto dall’Oman, anche con riferimento agli sforzi per propiziare un accordo sul nucleare in Iran.

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L’incontro ha anche permesso di fare il punto sulle relazioni bilaterali, mettendo in luce l’eccellente cooperazione in ambito culturale e il crescente interesse delle imprese italiane a sostenere la realizzazione dei piani di sviluppo dell’Oman\”.

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Due palestinesi sono stati uccisi questa mattina da colpi d’arma da fuoco israeliani nel quartiere di Zeitoun, nel sud-est di Gaza City. Lo riporta al Jazeera, citando una fonte dell’ospedale battista Al-Ahli di Gaza City. Secondo l’emittente, i due sono stati uccisi sul lato controllato da Hamas della linea del cessate il fuoco di Gaza, che attraversa il quartiere.

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Responsabili civili libanesi e israeliani guidano per la prima volta le delegazioni dei loro Paesi a una riunione del meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco nel sud del Libano. Lo riferisce una fonte vicina ai partecipanti all’Afp. La riunione si tiene nella sede dell’Unifil a Naqura, alla presenza dell’inviata Usa Morgan Ortagus. Finora le delegazioni dei due Paesi erano guidate da militari e i libanesi evitavano qualsiasi contatto diretto con la parte israeliana, ha aggiunto una fonte diplomatica. Stamattina Beirut aveva annunciato che su richiesta degli Stati Uniti un civile, l’ex ambasciatore a Washington Simon Karam, avrebbe d’ora in poi guidato la delegazione libanese nel Meccanismo di monitoraggio di cui fanno parte anche Usa, Francia e Onu. La riunione avviene mentre Israele ha intensificato nelle ultime settimane gli attacchi contro le milizie di Hezbollah e minacciato di riprendere la guerra in Libano se il gruppo filo-Iran non si disarmerà entro la fine dell’anno. Gli Stati Uniti stanno esercitando pressioni per impedire il naufragio del cessate il fuoco raggiunto un anno fa. 

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La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l’altra sotto Hamas. L’ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.

“,”postId”:”288f402f-3517-442c-9135-e00a6f9f4279″,”postLink”:{“title”:”Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo”,”url”:”https://tg24.sky.it/mondo/2025/10/26/gaza-divisa-piano-usa”,”imageSrc”:”https://static.sky.it/editorialimages/9faf2e0b46696ee98815577a8eae52def9ec7585/skytg24/it/mondo/2025/10/26/gaza-divisa-piano-usa/ansa-getty-trump-hamas-gaza.jpg?im=Resize,width=1218″}},{“timestamp”:”2025-12-03T10:17:22.496Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T11:17:22+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Primo incontro diretto fra delegazioni civili di Israele e Libano”,”content”:”

Primo incontro diretto fra delegazioni civili di Israele e Libano nel quadro del meccanismo di verifica del cessate il fuoco nella guerra di Israele contro Hezbollah, ha reso noto una fonte informata ad Afp. L’incontro, a cui ha partecipato anche il rappresentante speciale degli Stati Uniti per il Libano, Morgan Ortagus, si è svolto presso il quartier generale delle forze Onu in Libano a Naqura, vicino al confine con Israele.  

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L’esercito israeliane ha annunciato l’istituzione di due nuove divisioni distinte dedicate al settore tecnologico: una dedicata all’Intelligenza artificiale (Ai) e una allo Spettro elettromagnetico e allo spazio (Spectrum). Secondo quanto riporta il quotidiano economico Globes, la decisione si basa sulle lezioni apprese dall’esercito israeliano durante la guerra a Gaza e il confronto diretto con l’Iran, portando alla chiusura dell’unita’ storica Lotem dedicata alle telecomunicazioni. In base alle informazioni rese note, la nuova Divisione Ai accorperà le unità di calcolo e sviluppo software esistenti (tra cui Mamram). L’obiettivo è centralizzare l’addestramento di modelli linguistici su dati militari per migliorare il quadro di battaglia in tempo reale e la precisione dei colpi. 

“,”postId”:”b26eca24-ce4d-4264-b33c-0bd7baddebbe”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-03T09:41:25.331Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T10:41:25+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Missione Onu lascia l’Iraq: \”Paese responsabile del proprio futuro\””,”content”:”

La Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in l’Iraq (Unami) termina il suo mandato il 31 dicembre, \”lasciando dietro di sé un paese le cui istituzioni, la sicurezza e la vita politica sembrano più forti rispetto a quando è stata schierata\”. Lo ha dichiarato il capo della Missione, Mohamed Al Hassan, davanti al Consiglio di sicurezza dell’Onu.  Al momento della sua creazione, nell’agosto 2003, pochi mesi dopo l’invasione americana dell’Iraq che rovesciò Saddam Hussein, ha ricordato Al Hassan, il paese doveva essere ricostruito: istituzioni crollate, insurrezioni jihadiste nascenti, violenza quasi quotidiana e minaccia di frammentazione territoriale. Il Consiglio di Sicurezza Onu decise una missione politica per accompagnare una transizione che prometteva di essere lunga e pericolosa. Al Hassan ha parlato di un paese segnato da \”decenni di dittature, guerre regionali, conflitti interni, occupazione straniera e terrore\” da parte di gruppi jihadisti. Ma, nonostante una guerra civile tra fazioni sunnite e sciite, le offensive di al-Qaeda e, dal 2013, di Daesh, e le persistenti tensioni tra il governo federale e la regione nord-orientale del Kurdistan, l’Iraq, secondo l’Onu, ha mantenuto il corso della ricostruzione istituzionale. Ciò è dimostrato dalle elezioni legislative tenutesi l’11 novembre nel paese, che Al Hassan ha descritto come \”tra le più libere, ordinate e credibili\” organizzate nel paese, con un’affluenza al 56% e file ordinate di elettori viste in tutto il paese\”. Tuttavia, le cicatrici nel paese sono ancora visibili. Circa un milione di persone sono ancora sfollate, per questo Al Hassan ha chiesto l’adozione di un \”piano nazionale\” per offrire soluzioni durature e garantire prospettive di vita dignitose alle persone sfollate, sia che rientrino dalla Siria che altrove nel paese. La fine della missione  \”non segna la fine della partnership con l’Onu, ma l’inizio di una nuova fase, basata sulla piena responsabilità dell’Iraq sul proprio futuro\”, ha concluso Al Hassan – Si sta voltando pagina: per la prima volta dal 2003, il futuro dell’Iraq sarà scritto senza Unami, ma non senza le Nazioni Unite\”. 

“,”postId”:”37bb4b74-cc8e-4f46-83bb-370769e1b960″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-03T09:33:36.292Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T10:33:36+0100″,”altBackground”:false,”title”:”La questione israelo-palestinese, cos’è e come è nata”,”content”:”

L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell’ottobre del 2025.

“,”postId”:”2c6c0d4b-4934-482b-b299-d351eaef6aac”,”postLink”:{“title”:”La questione israelo-palestinese, cos’è e come è nata”,”url”:”https://tg24.sky.it/mondo/approfondimenti/questione-palestinese”,”imageSrc”:”https://static.sky.it/editorialimages/69f22a4c6599ba2f11dc3c68087d075a2aa44092/skytg24/it/mondo/approfondimenti/israele-palestina-conflitto/israele_getty.jpg?im=Resize,width=1218″}},{“timestamp”:”2025-12-03T08:41:40.131Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T09:41:40+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Netanyahu invia un rappresentante in Libano per gli incontri”,”content”:”

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha incaricato il capo ad interim del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano di inviare un rappresentante a un incontro con i funzionari governativi ed economici in Libano. Lo ha annunciato l’ufficio del primo ministro, sottolineando che \”si tratta di un primo tentativo di gettare le basi per una relazione e una cooperazione economica tra Israele e Libano\”. 

“,”postId”:”d43a9116-d132-484d-8655-71069017faca”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-03T08:28:17.914Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T09:28:17+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Libano, l’ex ambasciatore Karam a capo della delegazione per la tregua”,”content”:”

Il Libano ha nominato un civile, l’ex ambasciatore Simon Karam, a capo della delegazione libanese per monitorare il cessate il fuoco con Israele. \”Il presidente Joseph Aoun ha deciso di nominare l’ex ambasciatore Simon Karam a capo della delegazione libanese alle riunioni del meccanismo\”, ha annunciato la portavoce presidenziale libanese Najat Charafeddine in una nota. La stessa fonte ha specificato che questa decisione è stata presa \”a seguito di una richiesta degli Stati Uniti e dopo essere stata informata che Israele aveva accettato di includere un membro non militare nella sua delegazione\”. Karam guiderà la delegazione libanese a una riunione del meccanismo che si terra’ oggi stesso, ha aggiunto la portavoce presidenziale. Le riunioni di questo organismo, che comprende Libano e Israele, Stati Uniti, Francia e Nazioni Unite, si tengono presso il quartier generale delle forze Onu a Naqoura, una città nel Libano meridionale al confine con Israele. L’annuncio della nomina di Karam giunge mentre Israele continua a intensificare i suoi attacchi contro il Libano, nonostante il cessate il fuoco che ha posto fine alla guerra tra Israele e Hezbollah, filo-iraniano, il 27 novembre 2024. Il Libano, inoltre, si è dichiarato pronto a negoziare con Israele, sebbene i due Paesi siano tecnicamente in guerra. In precedenza, il Libano è stato rappresentato alle riunioni del meccanismo da personale militare che evitava qualsiasi contatto diretto con la parte israeliana. 

“,”postId”:”93de23eb-9454-4f5f-91ed-1188aa1ce231″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-03T08:22:55.440Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T09:22:55+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Hamas e la Jihad riprendono le ricerche del corpo di un ostaggio a Gaza”,”content”:”

Hamas e la Jihad islamica palestinese hanno ripreso le ricerche del corpo di un ostaggio nella zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, dopo che i resti umani consegnati ieri a Israele sono risultati non appartenere a nessuno dei rapiti deceduti. Lo riferiscono i media israeliani. 

“,”postId”:”157c0029-9d21-41c7-9965-b33d07724ea7″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-03T08:12:18.695Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T09:12:18+0100″,”image”:{“imgSrc”:”https://www.europesays.com/it/wp-content/uploads/2025/12/RAFAH_ANSA.jpg”,”imgAlt”:”Rafah”,”imgCredits”:”©Ansa”,”imgCaption”:null},”altBackground”:true,”title”:”Cogat: \”Il valico di Rafah aperto nei prossimi giorni verso l’Egitto\””,”content”:”

Il Coordinatore delle Attività Governative nei Territori (Cogat) ha annunciato che il valico di Rafah sarà aperto nei prossimi giorni per consentire ai residenti di uscire dalla Striscia di Gaza esclusivamente in direzione dell’Egitto, in conformità con l’accordo di cessate il fuoco e le direttive della leadership politica. Secondo l’annuncio, l’uscita dei residenti attraverso il valico di Rafah sarà consentita in coordinamento con l’Egitto, previa autorizzazione di sicurezza da parte di Israele e sotto la supervisione della delegazione dell’Unione Europea, in modo simile al meccanismo operativo dal gennaio 2025. Lo riferiscono i media israeliani. 

“,”postId”:”ba581e7b-86cd-4349-8b3e-8676118650cd”,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-03T08:01:32.363Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T09:01:32+0100″,”altBackground”:false,”title”:”\”Free Barghouti\”, oltre 200 personalità cultura chiedono il suo rilascio”,”content”:”

Attori, musicisti, cantanti, tra loro anche alcuni ebrei. Sono oltre duecento i firmatari di una petizione indirizzata al governo del premier Benjamin Netanyahu per chiedere che il leader palestinese Marwan Barghouti, in carcere in Israele dal 2002, possa tornare in libertà. Barghouti, condannato a cinque ergastoli per aver partecipato alla Seconda Intifada, è considerato da molti un potenziale successore del presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Mahmoud Abbas.

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Oltre che al governo Netanyahu, i firmatari si rivolgono anche alle Nazioni Unite e ai governi di tutto il mondo perché esercitino una maggiore pressione diplomatica su Israele per ottenere il rilascio di Barghouti, descritto nella petizione come il ”Nelson Mandela della Palestina”. Nella petizione si sottolinea inoltre che Barghouti ha già scontato 23 anni di carcere a seguito di un processo \”che presentava sostanziali vizi\”.

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L’ambasciatore americano presso le Nazioni Unite, Mike Waltz, sarà in visita in Israele la prossima settimana. Ad accompagnarlo ci sarà l’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon. A darne notizia è il Times of Israel precisando che la visita è in programma per i giorni 8-10 dicembre. 

\n”,”postId”:”c501de90-544b-4f6b-9f15-06ca1d712425″,”postLink”:{“title”:””,”url”:””,”imageSrc”:””}},{“timestamp”:”2025-12-03T07:48:41.727Z”,”timestampUtcIt”:”2025-12-03T08:48:41+0100″,”altBackground”:false,”title”:”Assemblea Onu chiede il ritiro di Israele dalle Alture del Golan”,”content”:”

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione in cui chiede il ritiro di Israele dalle alture del Golan, l’altopiano occupato nel 1967 e annesso nel 1981. La risoluzione è stata adottata con 123 voti favorevoli, sette contrari – tra cui Israele e Stati Uniti –  e 41 astensioni.

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Nella risoluzione si afferma che la decisione di Israele del 1981 \”di imporre le proprie leggi, giurisdizione e amministrazione sul Golan siriano occupato è nulla e priva di valore e se ne chiede l’annullamento\”. L’Assemblea invita inoltre Israele a riprendere i colloqui sui temi della Siria e del Libano e a rispettare gli intendimenti e gli impegni presi in precedenza. Chiede inoltre a Israele di ritirarsi dal Golan siriano occupato, fino alla linea del 4 giugno 1967\”.

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\”L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dimostra ancora una volta quanto sia lontana dalla realtà\”, ha dichiarato l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, su X, in risposta al voto. \”Invece di affrontare i crimini dell’asse iraniano e le pericolose attività delle milizie in Siria, chiede a Israele di ritirarsi dalle alture del Golan, una linea di difesa vitale che protegge i nostri cittadini. Israele non tornerà alle linee del 1967 e non abbandonerà il Golan. Né ora, né mai\”. 

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Il comitato di monitoraggio del meccanismo di cessate il fuoco in Libano si riunira’ oggi con la partecipazione dell’inviato statunitense Morgan Ortegus. Lo riferisce il quotidiano libanese \”Al-Akhbar\”, affiliato a Hezbollah. La stessa fonte riporta che il presidente libanese Joseph Aoun informerà ufficialmente Ortegus che il Libano ha scelto Paul Salem, presidente del Middle East Institute di Washington, per rappresentarlo nei negoziati e lo incaricherà di incontrare un rappresentante israeliano sotto l’egida americana per avviare il processo negoziale. 

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I \”reperti\” umani consegnati ieri da Hamas a Israele per essere analizzati non appartengono a nessuno dei due ostaggi ancora a Gaza. Lo riferisce l’ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu, aggiungendo che le famiglie sono state aggiornate. La fazione palestinese deve ancora restituire i corpi dell’israeliano Ran Gvili e del thailandese Sudthisak Rinthalak. \”Gli sforzi per il loro rientro non cesseranno fino al completamento della missione, per garantire loro una degna sepoltura in patria\”, conclude l’ufficio del premier. 

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I “reperti” umani consegnati ieri da Hamas non appartengono a nessuno dei due ostaggi ancora a Gaza. Lo riferisce l’ufficio del primo ministro, aggiungendo che le famiglie sono state aggiornate. La fazione palestinese deve ancora restituire i corpi dell’israeliano Ran Gvili e del thailandese Sudthisak Rinthalak. Ieri Trump, in una telefonata con  Netanyahu, lo ha esortato a a essere “un partner migliore” nel portare avanti le fasi successive dell’accordo.

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10 minuti fa

Ynet: “Sostegno di Netanyahu ad avamposti agricoli illegali”

Il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe sostenuto l’autorizzazione di avamposti agricoli illegali in Cisgiordania, alcuni dei quali hanno ospitato coloni estremisti che vivono sulle colline e hanno compiuto attacchi regolari contro i vicini palestinesi. Il primo ministro avrebbe anche chiesto misure educative per ridurre la violenza da parte dei giovani delle colline. Lo riferisce il sito di notizie Ynet, ripreso dal quotidiano Times of Israel, sulla base di un documento contenente la posizione di Netanyahu sull’attuale situazione in Cisgiordania, teatro di una escalation di violenza. La linea del premier israeliano è venuta fuori durante una discussione a cui hanno partecipato anche il ministro della Difesa, Israel Katz, e il capo del comando centrale dell’Idf, il maggior generale Avi Bluth, che si è svolta mentre la violenza dei coloni aumentava in tutto il territorio. Ynet riporta che una sezione del documento intitolata “Riepilogo del primo ministro” definisce le fattorie “una risposta positiva necessaria per salvaguardare l’Area C”, la parte della Cisgiordania sotto il pieno controllo israeliano, e afferma che “agiscono come risposta alle attivita’ palestinesi nell’area”. I leader dei coloni sostengono che i palestinesi stiano espandendo illegalmente i loro villaggi nell’Area C, mentre i palestinesi sottolineano che Israele concede permessi di costruzione nel territorio quasi esclusivamente ai coloni ebrei. I gruppi per i diritti umani affermano, inoltre, che i coloni abbiano utilizzato gli avamposti agricoli per impossessarsi di ulteriore terreno, intimidendo violentemente i palestinesi vicini. Centinaia di famiglie beduine sono fuggite dalle loro case a causa dei ripetuti attacchi. Ciononostante, Ynet ha riferito che Netanyahu sta spingendo affinché gli avamposti agricoli vengano legalizzati. Sebbene i governi successivi abbiano garantito sicurezza e finanziamenti agli avamposti in Cisgiordania, questi sono stati costruiti senza i permessi necessari, rendendoli illegali secondo la legge israeliana. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che sovrintende anche agli affari civili in Cisgiordania, e il ministro per gli Insediamenti e i Progetti Nazionali Orit Malka Strock – entrambi di estrema destra – hanno destinato decine di milioni di shekel alle fattorie, sempre secondo Ynet. I fondi sono stati destinati a misure di sicurezza e strutture abitative mobili. Ynet riporta inoltre che, secondo i funzionari della sicurezza, ci sono circa mille giovani residenti sulle colline, di cui 300 sono considerati violenti. Al centro di questo gruppo, hanno affermato i funzionari, c’è un nucleo di 70 attivisti. Secondo lo stesso documento, Netanyahu ha chiesto di combattere la violenza attraverso l’educazione. “L’obiettivo che dovremmo perseguire è utilizzare strumenti educativi per allontanare il maggior numero possibile di giovani ebrei dal ciclo di attività violente in Giudea e Samaria”, si legge nel testo che utilizza il termine preferito dal governo israeliano in riferimento alla Cisgiordania.

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19 minuti fa

Egitto: “Valico Rafah va aperto in entrambe direzioni secondo piano Trump”

”Se è stato raggiunto un accordo per aprire il valico” di Rafah, questo ”verrà aperto in entrambe le direzioni, per entrare e uscire dalla Striscia di Gaza, come prevede il piano di Trump”. Così un’autorevole fonte egiziana ha smentito le informazioni provenienti da Israele secondo le quali ”nei prossimi giorni” sarebbe stato aperto il valico di Rafah tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, ma solo per far uscire i palestinesi dall’enclave palestinese.

27 minuti fa

Media: “Netanyahu da Trump a Washington dal 28 al 31 dicembre”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si recherà probabilmente a Washington dal 28 al 31 dicembre per incontrare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lo ha reso noto la radio dell’esercito israeliano precisando che le date non sono ancora definitive. L’ufficio di Netanyahu non ha risposto a una richiesta di conferma formulata dal Times of Israel, fa sapere il giornale.

Ieri l’ufficio del primo ministro israeliano ha annunciato che Trump aveva invitato Netanyahu alla Casa Bianca. Se confermata, sarà la quinta visita di Netanyahu a Washington da quando Trump ha assunto l’incarico a gennaio. Il prossimo incontro secondo i media israeliani si concentrerà probabilmente su un accordo di sicurezza tra Israele e Siria, nonché sull’attuazione del piano di pace elaborato da Trump per la Striscia di Gaza.

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39 minuti fa

Ucraina, salta incontro tra Witkoff, Kushner-Zelensky

43 minuti fa

Hamas e Jihad islamica: “Inviato a Israele campione resti ostaggio”

Hamas e Jihad islamica invieranno oggi a Israele un campione di un corpo recuperato nella Striscia di Gaza. Lo hanno annunciato all’Afp funzionari dei due gruppi militanti palestinesi. L’esponente del Movimento di resistenza islamica ha affermato i due gruppi “hanno trovato resti che potrebbero appartenere a un ostaggio israeliano” sotto le macerie di Beit Lahia, nel nord di Gaza, e che la Croce Rossa ne avrebbe trasferito un campione alla parte israeliana per l’esame. Un funzionario della Jihad Islamica ha confermato la stessa informazione.

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48 minuti fa

Media: “Israele riceverà oggi resti presunto ostaggio” (2)

Fonti di Hamas e della Jihad Islamica hanno spiegato ad Afp che, tramite la Croce Rossa, verra’ consegnato a Tel Aviv un campione di “resti che potrebbero appartenere a un ostaggio israeliano” perché vengano analizzati. Secondo lo Yedioth Ahronoth, invece, Hamas consegnerà l’intero corpo alle 17:00 israeliane di oggi. 

54 minuti fa

Media: “Israele riceverà oggi resti presunto ostaggio”

Israele riceverà oggi i resti di un presunto ostaggio israeliano reperiti tra le macerie di un palazzo a Beit Lahia, nel Nord della Striscia di Gaza. Lo riferiscono ai media internazionali fonti di Hamas e della Jihad Islamica.

56 minuti fa

Meloni ha incontrato il sultano dell’Oman, focus su temi regionali

A margine del vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo, in corso a Manama (Bahrein), la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato il Sultano dell’Oman, Haitham bin Tariq Al-Said.

“Al centro del colloquio – si legge in una nota di Palazzo Chigi – le principali questioni regionali, a partire dalla stabilizzazione di Gaza e dalla situazione in Yemen e nel Mar Rosso. In questo quadro, il Presidente Meloni ha espresso apprezzamento per il ruolo di mediazione svolto dall’Oman, anche con riferimento agli sforzi per propiziare un accordo sul nucleare in Iran.

L’incontro ha anche permesso di fare il punto sulle relazioni bilaterali, mettendo in luce l’eccellente cooperazione in ambito culturale e il crescente interesse delle imprese italiane a sostenere la realizzazione dei piani di sviluppo dell’Oman”.

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57 minuti fa

Media: “Due palestinesi uccisi da Israele nel lato controllato da Hamas di Gaza City”

Due palestinesi sono stati uccisi questa mattina da colpi d’arma da fuoco israeliani nel quartiere di Zeitoun, nel sud-est di Gaza City. Lo riporta al Jazeera, citando una fonte dell’ospedale battista Al-Ahli di Gaza City. Secondo l’emittente, i due sono stati uccisi sul lato controllato da Hamas della linea del cessate il fuoco di Gaza, che attraversa il quartiere.

11:59

Rappresentanti civili Libano-Israele alla riunione su cessate il fuoco

Responsabili civili libanesi e israeliani guidano per la prima volta le delegazioni dei loro Paesi a una riunione del meccanismo di monitoraggio del cessate il fuoco nel sud del Libano. Lo riferisce una fonte vicina ai partecipanti all’Afp. La riunione si tiene nella sede dell’Unifil a Naqura, alla presenza dell’inviata Usa Morgan Ortagus. Finora le delegazioni dei due Paesi erano guidate da militari e i libanesi evitavano qualsiasi contatto diretto con la parte israeliana, ha aggiunto una fonte diplomatica. Stamattina Beirut aveva annunciato che su richiesta degli Stati Uniti un civile, l’ex ambasciatore a Washington Simon Karam, avrebbe d’ora in poi guidato la delegazione libanese nel Meccanismo di monitoraggio di cui fanno parte anche Usa, Francia e Onu. La riunione avviene mentre Israele ha intensificato nelle ultime settimane gli attacchi contro le milizie di Hezbollah e minacciato di riprendere la guerra in Libano se il gruppo filo-Iran non si disarmerà entro la fine dell’anno. Gli Stati Uniti stanno esercitando pressioni per impedire il naufragio del cessate il fuoco raggiunto un anno fa. 

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11:51

Gaza, ipotesi divisione della Striscia in due parti: cosa sappiamo

La possibile nuova idea americana per la Striscia di Gaza vedrebbe una divisione in due aree, una sotto il controllo di Israele e l’altra sotto Hamas. L’ipotesi è circolata dopo la visita del vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance in Israele. Ecco di cosa si tratta.

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11:17

Primo incontro diretto fra delegazioni civili di Israele e Libano

Primo incontro diretto fra delegazioni civili di Israele e Libano nel quadro del meccanismo di verifica del cessate il fuoco nella guerra di Israele contro Hezbollah, ha reso noto una fonte informata ad Afp. L’incontro, a cui ha partecipato anche il rappresentante speciale degli Stati Uniti per il Libano, Morgan Ortagus, si è svolto presso il quartier generale delle forze Onu in Libano a Naqura, vicino al confine con Israele.  

10:49

Israele, l’esercito cambia look: nascono divisioni IA e Spazio

L’esercito israeliane ha annunciato l’istituzione di due nuove divisioni distinte dedicate al settore tecnologico: una dedicata all’Intelligenza artificiale (Ai) e una allo Spettro elettromagnetico e allo spazio (Spectrum). Secondo quanto riporta il quotidiano economico Globes, la decisione si basa sulle lezioni apprese dall’esercito israeliano durante la guerra a Gaza e il confronto diretto con l’Iran, portando alla chiusura dell’unita’ storica Lotem dedicata alle telecomunicazioni. In base alle informazioni rese note, la nuova Divisione Ai accorperà le unità di calcolo e sviluppo software esistenti (tra cui Mamram). L’obiettivo è centralizzare l’addestramento di modelli linguistici su dati militari per migliorare il quadro di battaglia in tempo reale e la precisione dei colpi. 

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10:41

Missione Onu lascia l’Iraq: “Paese responsabile del proprio futuro”

La Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in l’Iraq (Unami) termina il suo mandato il 31 dicembre, “lasciando dietro di sé un paese le cui istituzioni, la sicurezza e la vita politica sembrano più forti rispetto a quando è stata schierata”. Lo ha dichiarato il capo della Missione, Mohamed Al Hassan, davanti al Consiglio di sicurezza dell’Onu.  Al momento della sua creazione, nell’agosto 2003, pochi mesi dopo l’invasione americana dell’Iraq che rovesciò Saddam Hussein, ha ricordato Al Hassan, il paese doveva essere ricostruito: istituzioni crollate, insurrezioni jihadiste nascenti, violenza quasi quotidiana e minaccia di frammentazione territoriale. Il Consiglio di Sicurezza Onu decise una missione politica per accompagnare una transizione che prometteva di essere lunga e pericolosa. Al Hassan ha parlato di un paese segnato da “decenni di dittature, guerre regionali, conflitti interni, occupazione straniera e terrore” da parte di gruppi jihadisti. Ma, nonostante una guerra civile tra fazioni sunnite e sciite, le offensive di al-Qaeda e, dal 2013, di Daesh, e le persistenti tensioni tra il governo federale e la regione nord-orientale del Kurdistan, l’Iraq, secondo l’Onu, ha mantenuto il corso della ricostruzione istituzionale. Ciò è dimostrato dalle elezioni legislative tenutesi l’11 novembre nel paese, che Al Hassan ha descritto come “tra le più libere, ordinate e credibili” organizzate nel paese, con un’affluenza al 56% e file ordinate di elettori viste in tutto il paese”. Tuttavia, le cicatrici nel paese sono ancora visibili. Circa un milione di persone sono ancora sfollate, per questo Al Hassan ha chiesto l’adozione di un “piano nazionale” per offrire soluzioni durature e garantire prospettive di vita dignitose alle persone sfollate, sia che rientrino dalla Siria che altrove nel paese. La fine della missione  “non segna la fine della partnership con l’Onu, ma l’inizio di una nuova fase, basata sulla piena responsabilità dell’Iraq sul proprio futuro”, ha concluso Al Hassan – Si sta voltando pagina: per la prima volta dal 2003, il futuro dell’Iraq sarà scritto senza Unami, ma non senza le Nazioni Unite”. 

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10:33

La questione israelo-palestinese, cos’è e come è nata

L’attacco del 7 ottobre 2023 lanciato da Hamas contro Israele e la conseguente offensiva a Gaza hanno riacceso i riflettori su una contrapposizione che va avanti da decenni e su cui finora non si è riusciti a trovare una soluzione definitiva. Anche se, negli anni, qualche tentativo è stato fatto. Ultimo, il piano Usa accettato dalle due parti (anche se solo per quanto riguarda la prima fase) nell’ottobre del 2025.

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09:41

Netanyahu invia un rappresentante in Libano per gli incontri

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha incaricato il capo ad interim del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano di inviare un rappresentante a un incontro con i funzionari governativi ed economici in Libano. Lo ha annunciato l’ufficio del primo ministro, sottolineando che “si tratta di un primo tentativo di gettare le basi per una relazione e una cooperazione economica tra Israele e Libano”. 

09:28

Libano, l’ex ambasciatore Karam a capo della delegazione per la tregua

Il Libano ha nominato un civile, l’ex ambasciatore Simon Karam, a capo della delegazione libanese per monitorare il cessate il fuoco con Israele. “Il presidente Joseph Aoun ha deciso di nominare l’ex ambasciatore Simon Karam a capo della delegazione libanese alle riunioni del meccanismo”, ha annunciato la portavoce presidenziale libanese Najat Charafeddine in una nota. La stessa fonte ha specificato che questa decisione è stata presa “a seguito di una richiesta degli Stati Uniti e dopo essere stata informata che Israele aveva accettato di includere un membro non militare nella sua delegazione”. Karam guiderà la delegazione libanese a una riunione del meccanismo che si terra’ oggi stesso, ha aggiunto la portavoce presidenziale. Le riunioni di questo organismo, che comprende Libano e Israele, Stati Uniti, Francia e Nazioni Unite, si tengono presso il quartier generale delle forze Onu a Naqoura, una città nel Libano meridionale al confine con Israele. L’annuncio della nomina di Karam giunge mentre Israele continua a intensificare i suoi attacchi contro il Libano, nonostante il cessate il fuoco che ha posto fine alla guerra tra Israele e Hezbollah, filo-iraniano, il 27 novembre 2024. Il Libano, inoltre, si è dichiarato pronto a negoziare con Israele, sebbene i due Paesi siano tecnicamente in guerra. In precedenza, il Libano è stato rappresentato alle riunioni del meccanismo da personale militare che evitava qualsiasi contatto diretto con la parte israeliana. 

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09:22

Hamas e la Jihad riprendono le ricerche del corpo di un ostaggio a Gaza

Hamas e la Jihad islamica palestinese hanno ripreso le ricerche del corpo di un ostaggio nella zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, dopo che i resti umani consegnati ieri a Israele sono risultati non appartenere a nessuno dei rapiti deceduti. Lo riferiscono i media israeliani. 

09:12

Cogat: “Il valico di Rafah aperto nei prossimi giorni verso l’Egitto”

Il Coordinatore delle Attività Governative nei Territori (Cogat) ha annunciato che il valico di Rafah sarà aperto nei prossimi giorni per consentire ai residenti di uscire dalla Striscia di Gaza esclusivamente in direzione dell’Egitto, in conformità con l’accordo di cessate il fuoco e le direttive della leadership politica. Secondo l’annuncio, l’uscita dei residenti attraverso il valico di Rafah sarà consentita in coordinamento con l’Egitto, previa autorizzazione di sicurezza da parte di Israele e sotto la supervisione della delegazione dell’Unione Europea, in modo simile al meccanismo operativo dal gennaio 2025. Lo riferiscono i media israeliani. 

Rafah

©Ansa

09:01

“Free Barghouti”, oltre 200 personalità cultura chiedono il suo rilascio

Attori, musicisti, cantanti, tra loro anche alcuni ebrei. Sono oltre duecento i firmatari di una petizione indirizzata al governo del premier Benjamin Netanyahu per chiedere che il leader palestinese Marwan Barghouti, in carcere in Israele dal 2002, possa tornare in libertà. Barghouti, condannato a cinque ergastoli per aver partecipato alla Seconda Intifada, è considerato da molti un potenziale successore del presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) Mahmoud Abbas.

Oltre che al governo Netanyahu, i firmatari si rivolgono anche alle Nazioni Unite e ai governi di tutto il mondo perché esercitino una maggiore pressione diplomatica su Israele per ottenere il rilascio di Barghouti, descritto nella petizione come il ”Nelson Mandela della Palestina”. Nella petizione si sottolinea inoltre che Barghouti ha già scontato 23 anni di carcere a seguito di un processo “che presentava sostanziali vizi”.

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08:52

L’ambasciatore americano all’Onu Mike Waltz in visita in Israele

L’ambasciatore americano presso le Nazioni Unite, Mike Waltz, sarà in visita in Israele la prossima settimana. Ad accompagnarlo ci sarà l’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon. A darne notizia è il Times of Israel precisando che la visita è in programma per i giorni 8-10 dicembre. 

08:48

Assemblea Onu chiede il ritiro di Israele dalle Alture del Golan

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione in cui chiede il ritiro di Israele dalle alture del Golan, l’altopiano occupato nel 1967 e annesso nel 1981. La risoluzione è stata adottata con 123 voti favorevoli, sette contrari – tra cui Israele e Stati Uniti –  e 41 astensioni.

Nella risoluzione si afferma che la decisione di Israele del 1981 “di imporre le proprie leggi, giurisdizione e amministrazione sul Golan siriano occupato è nulla e priva di valore e se ne chiede l’annullamento”. L’Assemblea invita inoltre Israele a riprendere i colloqui sui temi della Siria e del Libano e a rispettare gli intendimenti e gli impegni presi in precedenza. Chiede inoltre a Israele di ritirarsi dal Golan siriano occupato, fino alla linea del 4 giugno 1967″.

“L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dimostra ancora una volta quanto sia lontana dalla realtà”, ha dichiarato l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, su X, in risposta al voto. “Invece di affrontare i crimini dell’asse iraniano e le pericolose attività delle milizie in Siria, chiede a Israele di ritirarsi dalle alture del Golan, una linea di difesa vitale che protegge i nostri cittadini. Israele non tornerà alle linee del 1967 e non abbandonerà il Golan. Né ora, né mai”. 

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07:51

Libano: oggi riunione con Usa su monitoraggio cessate il fuoco

Il comitato di monitoraggio del meccanismo di cessate il fuoco in Libano si riunira’ oggi con la partecipazione dell’inviato statunitense Morgan Ortegus. Lo riferisce il quotidiano libanese “Al-Akhbar”, affiliato a Hezbollah. La stessa fonte riporta che il presidente libanese Joseph Aoun informerà ufficialmente Ortegus che il Libano ha scelto Paul Salem, presidente del Middle East Institute di Washington, per rappresentarlo nei negoziati e lo incaricherà di incontrare un rappresentante israeliano sotto l’egida americana per avviare il processo negoziale. 

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07:44

Israele: i resti consegnati ieri non sono di un ostaggio

I “reperti” umani consegnati ieri da Hamas a Israele per essere analizzati non appartengono a nessuno dei due ostaggi ancora a Gaza. Lo riferisce l’ufficio del primo ministro Benyamin Netanyahu, aggiungendo che le famiglie sono state aggiornate. La fazione palestinese deve ancora restituire i corpi dell’israeliano Ran Gvili e del thailandese Sudthisak Rinthalak. “Gli sforzi per il loro rientro non cesseranno fino al completamento della missione, per garantire loro una degna sepoltura in patria”, conclude l’ufficio del premier. 

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