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Cresce il malcontento in Indonesia per la lentezza degli aiuti, in regioni ancora isolate dove più di 750 persone sono state uccise dalle inondazioni che hanno colpito anche lo Sri Lanka, con un bilancio totale che supera i 1.300 morti. Le piogge torrenziali monsoniche, associate a due distinti cicloni tropicali la scorsa settimana, hanno riversato acquazzoni su alcune regioni di Sumatra (Indonesia), nonché su tutto lo Sri Lanka, il sud della Thailandia e il nord della Malesia.
APPROFONDIMENTI
In Indonesia, l’ultimo bilancio è di 753 morti, con un numero di dispersi in continuo aumento, salito a 650.
Secondo le organizzazioni umanitarie, la portata della sfida è quasi senza precedenti, anche per questo immenso Paese di 280 milioni di abitanti regolarmente colpito da disastri naturali, come lo tsunami del 2004. «Rispondere a questa situazione rappresenta una sfida logistica considerevole», ha dichiarato Ade Soekadis, direttore esecutivo di Mercy Corps Indonesia, un’organizzazione umanitaria. «L’entità dei danni e la superficie dell’area colpita sono davvero enormi». La situazione «diventerà piu problematica con il passare del tempo», ha aggiunto.Tutte le aree colpite
L’evento estremo che ha colpito l’Indonesia ha provocato forti piogge anche in Thailandia, causando almeno 176 morti, e in Malesia, dove hanno perso la vita due persone. Vaste aree di questi paesi, ma anche delle Filippine, del Vietnam, della Birmania e di parti della Cambogia e del Laos, hanno registrato precipitazioni cumulative mai osservate nel mese di novembre dall’Agenzia americana per l’osservazione oceanica e atmosferica (NOAA) dal 2012. Anche quasi tutto lo Sri Lanka ha registrato piogge record, secondo l’analisi dell’AFP di questi dati meteorologici americani. Secondo gli esperti, il cambiamento climatico provoca episodi di pioggia più intensi perché un’atmosfera più calda contiene più umidità e le temperature più elevate degli oceani possono amplificare le tempeste.
La più grande tragedia dallo tsunami del 2004
In Sri Lanka, il bilancio è di almeno 465 morti, 366 dispersi e oltre 1,5 milioni di sfollati, la più grave catastrofe naturale che abbia colpito l’isola dell’Asia meridionale dallo tsunami del 2004. Mercoledì il governo ha stimato in 6 o 7 miliardi di dollari il costo della ricostruzione, in un Paese in fase di fragile ripresa economica dopo la crisi storica che lo ha devastato nel 2022. Il commissario generale del governo responsabile dei servizi essenziali, Prabath Chandrakeerthi, ha annunciato il versamento di un aiuto di 2,5 milioni di rupie srilankesi (7.500 euro) a ciascuna famiglia la cui abitazione è stata distrutta e di 25.000 rupie (75 euro) a tutte quelle che devono procedere alla pulizia della propria casa. A differenza dell’Indonesia, lo Sri Lanka ha dichiarato lo stato di emergenza e ha chiesto aiuto alla comunità internazionale. Nonostante la catastrofe, l’isola, che dipende fortemente dal turismo, ha accolto martedi una nave da crociera di lusso nel porto di Colombo. Questo arrivo invia «un messaggio chiaro al mondo intero: lo Sri Lanka è sicuro, aperto e pronto ad accogliere nuovamente i visitatori», ha dichiarato l’ufficio del turismo del Paese.
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