ROMA – La decisione finale sarà adottata dalla plenaria dell’Eurocamera ma intanto la commissione giuridica (Juri) del Parlamento europeo, a scrutinio segreto, con 16 sì, 7 contrari e un’astensione, ha approvato la richiesta, avanzata a marzo dalla procura del Belgio, di revocare l’immunità all’eurodeputata del Pd Alessandra Moretti, nell’ambito del Qatargate. Inchiesta scoppiata al Parlamento europeo nel dicembre del 2022 su corruzione e riciclaggio. Respinta, invece, con un voto uguale ma esattamente speculare – 16 no, 7 sì e un astenuto – la stessa richiesta nei confronti di un’altra eurodeputata Pd, Elisabetta Gualmini.
La relazione per chiedere la revoca dell’immunità di entrambe le parlamentari dem è stata preparata da Marcin Sypnwieski dell’Esn (Europa delle Nazioni Sovrane). E sostiene che non ci sarebbe fumus persecutionis nei confronti di Moretti e Gualmini. Secondo la relazione «sarebbero stati raccolti diversi tipi di prove concernenti una serie di vantaggi specifici che Alessandra Moretti ha cercato e/o ottenuto».
L’eurodeputata ha presentato una memoria difensiva, contro cui però ha votato anche il Ppe. L’esito del voto infatti è frutto di un blitz dell’asse tra i popolari e Fratelli d’Italia contro i socialisti, arrivato nel day after di un’altra inchiesta, quella per frode che ha coinvolto l’ex ministra Federica Mogherini e l’ambasciatore Stefano Sannino.
A Moretti sono mancati i voti del Partito popolare europeo che si è allineato a Fratelli d’Italia. Esulta infatti il gruppo dei deputati meloniani che attacca la sinistra, citando Ilaria Salis e ammettendo che, da quando c’è stato il voto a favore dell’immunità dell’eurodeputata di Avs, «le posizioni di FdI sulle richieste di revoca rispondono esclusivamente a valutazioni politiche». E per quanto riguarda il Ppe, la questione si intreccia a un altro voto. Quello atteso nelle prossime settimane sulla richiesta di revoca dell’immunità nei confronti degli eurodeputati di Forza Italia Fulvio Martusciello e Salvatore De Meo, coinvolti nel caso Huawei. Popolari e socialisti hanno provato a trovare un accordo ma il patto si è rotto con ricadute sul voto di ieri su Moretti.