di
Gennaro Scala
Mauro Mandia è il padre dello studente italiano: «Era stato espulso per aver copiato un compito di matematica. Appena sbarcati negli Usa abbiamo incrociato un professore: “Claudio come sta?” gli ho chiesto. E lui: “E’ morto”»
«Ho una foto di mio figlio quando era in isolamento, trattato come un animale. Dissi di fargli scaricare lo stress in palestra. Ce lo portarono, ma quando non c’era nessuno. Assurdo».
Mauro Mandia, imprenditore del Salernitano, è il padre di Claudio. Il 17enne, turbato dall’azione disciplinare della EF Academy di Thornwood, la scuola newyorkese che frequentava, si tolse la vita nel febbraio 2022. Fu tenuto in isolamento per giorni. Una punizione per aver copiato un compito.
La scuola, però, nega…
«Parlano i documenti. Gli atti sono migliaia».
Torniamo al 2021, alla prima traccia scritta in cui si paventava il pericolo del suicidio. Ne avevate percezione?
«Zero da Claudio e neppure dalla scuola. Poi sono emerse conversazioni a partire dalla prima mail del docente di italiano».
E poi ci sono state delle conversazioni emerse dopo e finite gli atti del procedimento civile. In una, suo figlio viene addirittura sbeffeggiato.
«Viene deriso. Eppure, i segnali erano chiari. Lo hanno messo in isolamento e lo hanno chiamato confinamento. Un’ipocrisia terminologica».
Chi era Claudio?
«Un ragazzo semplice ed estroverso. Aveva personalità e un’intelligenza brillante. Non un secchione, ma un ragazzo che stava trovando la sua strada. Un po’ allergico alle regole, com’è normale alla sua età. Ma non era fragile. Ci sono condizioni che psicologicamente diventano estreme. Pensiamo a “mani pulite”, quanti casi come questo abbiamo vissuto? Gardini era una persona fragile? È la condizione di contrizione e di isolamento che ha vissuto che ha aggiunto dolore alla sofferenza per l’accaduto».
Per un compito di matematica copiato…
«E pensare che in matematica, l’anno prima, aveva preso il massimo dei voti. Poi è successo quello che è successo. Mia moglie è docente universitaria da trent’anni. Sa che i giovani bisogna capirli, non siamo computer. Dopo aver saputo dell’espulsione, ho scritto alla scuola chiedendo di essere indulgenti, di comminargli una pena che non fosse l’espulsione, perché questo avrebbe danneggiato anche il lavoro didattico che avevano fatto».
Di quello che era accaduto a Claudio avete saputo solo arrivati negli Usa.
«Eravamo lì per festeggiare i suoi 18 anni. Una volta arrivati abbiamo incrociato il professore di italiano. Da lontano gli ho urlato “Claudio come sta?”. E lui piangendo mi ha detto “Claudio è morto”. Sono caduto a terra, mia moglie è rimasta in piedi. Però, poi, mi sono rialzato e ci siamo guardati in faccia. In lacrime abbiamo detto solo: “Come avete potuto farlo?”. Era lo stesso insegnante che aveva scritto quella mail in cui si raccontava che Claudio stava pensando al suicidio».
Dopo l’espulsione, si confrontò con qualcuno?
«Con il preside. Poi con un altro responsabile che cercò di sottolineare la propria professionalità, sciorinando il curriculum. Io incalzai e gli dissi: avete ammazzato accademicamente mio figlio e non vi è bastato. Adesso lo dovete pure torturare con l’isolamento. Non potevo immaginare che appena 24 ore dopo Claudio sarebbe morto davvero. Eppure, stiamo parlando di una scuola da 63.000 dollari all’anno. Non vuoi trattare mio figlio come uno studente? Trattalo almeno come cliente, visto che negli Usa vige la logica economica».
Cosa vi aspettate dal procedimento civile?
«Penalmente il caso è chiuso. Ce lo comunicò il procuratore generale aggiungendo che avremmo trovato “soddisfazione” in sede civile. È la pena pecuniaria che si sostituisce a quella detentiva. È una questione di diversità culturale. In qualunque modo, sia fatta giustizia».
La sua filosofia è la condivisione. È anche il senso della vostra battaglia?
«Sì, stiamo andando contro un mostro. Parliamo di una multinazionale da 50 miliardi di fatturato e 65.000 dipendenti. Quando combatti una battaglia legale in un paese diverso dal tuo, sei straniero sempre. Ma andiamo avanti, perché non accada più».
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4 dicembre 2025 ( modifica il 4 dicembre 2025 | 08:16)
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