di
Marco Sabella

Le stime di minori uscite per 17 miliardi in 5 anni. Il rendimento oscilla intorno al 3,4%, secondo gli analisti potrebbe scendere al 3,20% a fine ’26

Con il calo a 70 punti del differenziale di rendimento tra i Btp e i Bund a 10 anni –  un minimo dal 2009 – si modificano (leggermente) gli scenari per i risparmiatori e per il Tesoro. Vediamo come.

1 Di quanto è sceso il differenziale di rendimento tra Btp e Bund da inizio anno?
Il calo del differenziale di rendimento tra i Btp italiani a 10 anni e i Bund tedeschi di pari scadenza da gennaio a oggi è considerevole: si passa da circa 120 punti ai 70 punti attuali, con una riduzione di oltre il 35% in poco più di 11 mesi. Il calo, come si può vedere dal grafico è stato abbastanza costante nel tempo e prosegue, sebbene con qualche interruzione, da ottobre del 2022.



















































2 Quali sono gli effetti per i conti pubblici?
La discesa dello spread ha sempre un effetto positivo sui conti pubblici perché riduce il costo del debito, ovvero il costo sostenuto dallo Stato per pagare gli interessi. Infatti le nuove emissioni avranno una cedola inferiore. Secondo una stima dell’Ufficio parlamentare di bilancio lo Stato potrebbe risparmiare oltre 17 miliardi di euro nei prossimi 5 anni.

3 Che cosa cambia invece per i risparmiatori?
Le conseguenze del calo dello spread per i risparmiatori sono meno univoche. Ciò che interessa ai sottoscrittori di obbligazioni è infatti il rendimento «assoluto» dei titoli, indipendentemente dal confronto con le emissioni di altri Paesi. E il rendimento dei titoli a dieci anni da inizio anno ha subito oscillazioni vistose, passando dal 3,2% di inizio gennaio al 3,9% di aprile (effetto dazi Usa e panico sui mercati), fino al 3,44% della chiusura di ieri.

4 Perché a volte lo spread diminuisce ma il rendimento dei Btp aumenta o rimane stabile?
Questo accade perché lo spread misura l’andamento relativo del rendimento dei Btp rispetto al Bund. Negli ultimi 12 mesi lo spread è sceso di oltre un terzo, passando da 120 a 70 punti, ma il rendimento dei Bund è aumentato dal 2,1% di gennaio al 2,75% circa di questi ultimi giorni. Se lo spread italiano fosse rimasto costante sui livelli dello scorso gennaio oggi i Btp renderebbero circa il 4%.

5 Per quale motivo lo spread continua a scendere?
Dopo avere subito una brusca impennata nell’autunno del 2022 lo spread tra Btp e Bund a dieci anni ha mostrato una tendenza piuttosto costante alla riduzione. In questi anni, e in particolare nel 2025, i conti pubblici italiani sono andati migliorando e nel 2026 il rapporto deficit-Pil dovrebbe scendere al di sotto del 3% con l’uscita dell’Italia dalla procedura Ue per deficit eccessivo. Questo ha provocato un innalzamento del rating sull’Italia da parte delle agenzie di valutazione del rischio.

6 Di quanto è migliorato il rating dell’Italia?
Nel corso del 2025 il rating dell’Italia, ovvero la valutazione del rischio sul ripagamento del debito, è stato migliorato da parte di tutte le principali agenzie di rating. S&P ha promosso il debito italiano da BBB a BBB+ e Moody’s, la scorsa settimana ha innalzato il rating da Baa3 a Baa2: non accadeva da 23 anni.

7 Quali sono le tendenze di spread e rendimento dei Btp nei prossimi mesi?
L’effetto del miglioramento del rating sull’Italia e la riduzione del deficit pubblico continueranno ad avere effetti positivo sul calo di spread e rendimenti. In particolare per quanto riguarda il rendimento dei Btp, il bond a dieci anni potrebbe passare dall’attuale 3,44% al 3,30% nei prossimi mesi e chiudere il 2026 su un livello di circa il 3,20%.

8 Quali sono le conseguenze per i titoli già emessi?
Un calo dei rendimenti di mercato provoca un guadagno in conto capitale per i titoli già emessi. Si calcola che per ogni punto percentuale di rendimento in meno il valore dei titoli (a dieci anni) già emessi salga di 7 punti. A fronte di una riduzione di circa 25 centesimi dei rendimenti nei prossimi mesi il guadagno in conto capitale potrebbe essere del 2%, che con la cedola porta il rendimento totale a circa il 5,5%.

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4 dicembre 2025 ( modifica il 4 dicembre 2025 | 08:35)