L’economista e parlamentare: «Nella Ue le lobby ispirate solo dal mercato impongono regole spesso assurde e ardue da rispettare in contesti inadatti»
«La priorità assoluta è il benessere dei bambini». Il giurista ed ex ministro delle Finanze nei governi Berlusconi, Giulio Tremonti, è netto sulla vicenda della famiglia della «Casa nel bosco», oggi al centro del ricorso davanti ai giudici del Tribunale de L’Aquila dopo la revoca della responsabilità genitoriale e l’affidamento dei tre figli ai servizi sociali. «Ha agito molto bene il sindaco di Palmoli per cercare ogni soluzione che tenesse conto della situazione dei piccoli», insiste Tremonti. Che però punta l’indice e vuole sottolineare il paradosso delle regole europee in generale sulla casa.
Professor Tremonti, cosa le suggerisce la vicenda della famiglia della «Casa nel bosco», come giudica la loro decisione di vivere insieme ai figli in un luogo isolato e scarsamente “civilizzato”?
«È stata sicuramente una scelta tra vita arcaica pre-moderna e una vita post-moderna come è per esempio nel delirio delle attuali regole europee».
Cosa intende per pre-moderno e post-moderno?
«La fase moderna è stata quella dell’avvento dell’elettrodomestico».
E quindi?
«E quindi del moderno che viene imposto, costi quel che costi. Ricorda l’Articolo delle lucciole pubblicato proprio sul Corriere della Sera da Pier Paolo Pasolini il primo luglio del 1975? In quel testo l’intellettuale racconta lo choc della scomparsa delle lucciole e ritengo che nella vicenda della “Casa nel bosco” la riflessione si adatti perfettamente».
In che modo?
«È una metafora che invita a riflettere sull’omologazione e sulla degradazione dei valori autentici causate dall’industrializzazione e dalla società dei consumi. Pasolini sosteneva che, con l’avvento della nuova epoca della storia umana, i vecchi valori come religione, patria e famiglia venivano sostituiti da falsi valori basati sull’edonismo e sul consumo di massa».
Ma cosa c’entra tutto ciò con il caso dei coniugi Nathan Trevallion e Catherine Birminghan e dei loro tre bambini?
«C’entra perché quell’idea del mondo perfetto mette in crisi i valori tradizionali ma è guidata da una sola logica, quella del mercato. E, nel caso di Bruxelles, dalle lobby che impongono le strategie ispirate soltanto dalle logiche del mercato. Non capiscono o non vogliono capire che un conto è regolamentare i criteri per la costruzione di un’abitazione nel centro di metropoli come Parigi o Londra e un altro è quello di stabilire delle norme per un casolare situato nel cuore degli Appennini…».
Il mercato perfetto non porta dunque alla società perfetta.
«Anzi. Però la Comunità Europea legifera su qualsiasi cosa, anche le più inutili, per quanto riguarda le abitazioni».
Può fare un esempio?
«Quanti ne vuole. La settimana prima della Brexit è stata emanata una direttiva sulla sterilizzazione delle toilette…».
Potrebbe avere un senso…
«Mah, e che senso ha allora “il regolamento del 20 novembre 2025 relativo all’asciugabiancheria per quanto riguarda le informazioni sulla riparabilità”?».
Altri provvedimenti che riguardano la casa?
«Il 28 novembre, sempre sulla Gazzetta Ufficiale della Ue, è stato pubblicato il regolamento di esecuzione che istituisce un dazio antidumping definitivo sulle importazioni di assi da stiro. E lo stesso giorno anche la decisione di esecuzione per quanto riguarda la pubblicazione dei riferimenti relativi ai documenti per i sistemi di vetrature per balconi e terrazzi senza telai verticali e i sistemi compositi di isolamento termico esterno con intonaco e altri prodotti da costruzione… E che dire del regolamento del 20 ottobre sull’uso dell’estratto di quillaia (pianta dalle proprietà detergenti e schiumogene, ndr) e del regolamento della Commissione sulle specifiche dell’estratto di quillaia…?»
4 dicembre 2025 ( modifica il 4 dicembre 2025 | 09:10)
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