Per loro sarebbe stata solo “satira” e “ironia”, ma, ad avviso della Procura, quello andato in onda durante il podcast “Egoriferiti” ai danni dell’attore comico Toni Matranga (componente del noto duo con Emanuele Minafò) sarebbe invece non solo diffamazione aggravata, ma anche stalking. Per questo il sostituto procuratore Gaetano Bosco ha chiesto il rinvio a giudizio dei conduttori del programma, il regista Giuseppe Cardinale e il giornalista Vassily Sortino, ed è stata fissata anche l’udienza preliminare davanti al gup Walter Turturici per il 17 febbraio prossimo.

Toni Matranga denuncia i conduttori del podcast “Egoriferiti”: “Da mesi mi stanno diffamando”

Erano stati gli stessi Cardinale e Sortino a rendere nota la denuncia da parte dell’attore che si era ritenuto gravemente leso dalle gag sul suo conto, respingendo le accuse e definendosi “indignati” per la scelta di Matranga, che secondo loro sarebbe stato solo “vittima di ironia”. Di tutt’altro parere è stata la Procura, che ha deciso di dare corso all’esposto presentato dall’avvocato Marcello Rossi a tutela dell’attore.

Secondo l’accusa i conduttori di “Egoriferiti” avrebbero “offeso la reputazione” di Matranga perché durante le puntate del podcast avrebbero “deriso in maniera sistematica il suo lavoro artistico”, “ricorrendo ad invettive sproporzionate e frasi inutilmente umilianti” del seguente tenore, come si legge nel capo d’imputazione: “Perché che strada hanno fatto loro? I film brutti su Prime video?”, “di Checco Zalone poi lo capisci che è intelligente, loro non si capisce che cosa sono”, “come ci si sente ad essere tra gli sceneggiatori dei due film peggiori della storia del cinema?”, “ha fatto due film orribili con il suo compagno, però se la tira come se fosse Steven Spielberg”, “forse è meglio drogarsi che guardare Matranga e Minafò”, “sono un po’ i Ficarra e Picone di Shein” e “non ricevendo ingaggi perché non ha talento, in qualche modo deve sbarcare il lunario”.

Non solo. I due avrebbero “leso la dignità” dell’attore comico con parole del tipo: “Quando era piccolo lo prendevano tutti in giro, sta soffrendo questa cosa che lo bullizzavano da piccolo e s’a pigghia cu mia”, “dovrebbe capire che il mondo va più veloce della sua frustrazione”, “cretino lo è”, “ha dell’insicurezza che gestisce male”, “forse un giorno potremo sconfiggere la mediocrità del temibile freezer Matranga”, “è vero che ha fatto il villaggio di Babbo Natale, ancora non ti hanno presentato Matranga, in mezzo alle corna c’è anche questa renna, conosci renna Tony Matranga?”.

Inoltre i conduttori di “Egoriferiti” avrebbero pubblicato sul loro profilo Instagram un’immagine in cui Matranga era ritratto in maniera grottesca con la didascalia “Il Signore dei Macelli” e nelle vesti del pagliaccio Krusty dei Simpson con la didascalia “Pagliaccio Matranga” e “Un pagliaccio di Palermo”.

In seguito poi alla richiesta di Matranga di un cachet di 10 mila euro per partecipare al loro podcast, Cardinale e Sortino “predisponevano un salvadanaio con la sua foto – si legge ancora nel capo d’imputazione – e per tutte le puntate chiedevano agli ospiti di elargire un’offerta per farlo partecipare”, facendo inserire i soldi in una fessura creata nella bocca dell’attore, aggiungendo frasi come: “A lui piace mangiarli i soldi”, “a lui piace prendere i soldi in bocca” e “l’avremmo potuta fare nel retro (la fessura, ndr)”. A novembre dell’anno scorso, inoltre, Cardinale e Sortino avrebbero pubblicato su Instagram un video in cui girando nel mercato del Capo avrebbero chiesto soldi per la partecipazione di Matranga al loro podcast.

Condotte “denigratorie”, con “atti di molestia” che sarebbero andate avanti per mesi, da luglio dell’anno scorso, e che, secondo la Procura, avrebbero costantemente leso la dignità dell’attore, tanto da integrare il reato di stalking, avendo provocato in Matranga “un perdurante stato di ansia e turbamento”, ma anche “vergogna e il timore di uscire ed incontrare” i due indagati. Al solo Sortino infine viene contestato di aver detto al comico, minacciandolo: “Conosco la burocrazia palermitana e a Palermo queste denunce le archiviano, stai attento perché con l’archiviazione ci facciamo la puntata. Per poterci fare smettere ci devi alzare le mani”.