Alessandro Florenzi si racconta, come si legge sulla Gazzetta dello Sport. Di seguito i passaggi più interessanti dell’intervista. 

Un bambino felice e di talento. La volevano sia Lazio che Roma. 

“I miei mi fecero: scegli tu, il posto in cui ti senti più a tuo agio. E appena uscito da Trigoria dissi subito: “Voglio giocare qui”. Mica pensavo che ci avrei passato quasi tutta la carriera…”. 

Florenzi, calcio e videogames. Quella volta in Svezia con l’Under 21… 

“Kalmar, 2013, playoff di qualificazione all’Europeo. Eravamo un gruppo scaramantico, in ogni trasferta una partita alla Play non poteva mancare. In hotel ci guardammo negli occhi dopo essere usciti dalle stanze, c’era un problema: le tv erano vecchie, non avevano l’attacco dei cavi. Ma a quel rito non si poteva rinunciare, facemmo una colletta, mandammo l’addetto stampa a comprare un televisore e lui tornò con una roba enorme. La scaramanzia funzionò, il giorno dopo vincemmo, segnammo io, Insigne e Immobile. Com’è, come non è, quella tv gigante ce la portammo dietro, e appena arrivati in aeroporto ci dissero che saremmo partiti in ritardo a causa di una burrasca. La attaccammo lì, tra i sedili dell’attesa, tirammo fuori la console e ci mettemmo a giocare. I videogames servivano”.