di
Simona Marchetti

I legali del rapper hanno mandato una diffida alla piattaforma di streaming e contestano anche la presenza di Curtis Jackson come produttore di “Sean Combs: La resa dei conti”, disponibile dal 2 dicembre

Lo scorso 2 dicembre è arrivata su NetflixSean Combs: La resa dei conti”, la docuserie in quattro episodi prodotta da 50 Cent (vero nome Curtis Jackson) e diretta dalla regista Alexandria Stapleton, che racconta ascesa e caduta del rapper e produttore, oggi in galera per reati legati alla prostituzione. Ed è già battaglia a colpi di carte bollate. Come infatti riferisce la Cnn, alla viglia della première i legali di P. Diddy hanno inviato una lettera di diffida al colosso di streaming, accusandolo di aver utilizzato «filmati rubati, la cui diffusione non è mai stata autorizzata». Il video della discordia è incluso nel trailer della serie ed è stato girato sei giorni prima dell’arresto, nel settembre 2024. «Dobbiamo trovare qualcuno che lavori con noi e che abbia avuto a che fare con il più sporco degli affari sporchi – afferma Combs all’inizio della clip – . Stiamo perdendo». 

Secondo la versione degli avvocati del rapper, quest’ultimo si filmava ininterrottamente da decenni, al fine di raccontare la sua vita in vista di un futuro documentario e Netflix avrebbe quindi manipolato immagini sensibili, violando ogni diritto di utilizzo. «Il cosiddetto “documentario” di Netflix è un vergognoso attacco orchestrato», ha fatto sapere la portavoce di Combs, Juda Engelmayer, a Tmz. Una ricostruzione smentita però dalla stessa regista, che ha assicurato che tutto il materiale era stato acquisito «in modo legale e ne deteniamo i diritti necessari». 



















































A peggiorare ulteriormente la situazione c’è poi la presenza di 50 Cent, scelta ritenuta «incredibile e provocatoria» dal team di Combs, stante la storica rivalità fra i due. «Considerando le numerose accuse denigratorie e, francamente, ridicole che il signor Jackson ha rivolto contro il signor Combs durante la sua lunga crociata vendicativa per danneggiarlo; l’astio dichiarato del signor Jackson nei suoi confronti e la nostra comprensione, basata su informazioni e convinzioni, che persone stiano venendo pagate per partecipare, e quindi incentivate a mettere il signor Combs nella luce peggiore possibile, è praticamente certo che il programma sarà pieno di dichiarazioni false e diffamatorie», si legge nella lettera inviata dai legali dell’ex mogul della musica, ora in disgrazia

«Le affermazioni che vengono fatte su “Sean Combs: La resa dei conti” sono false – ha replicato un portavoce di Netflix – .Il progetto non ha alcun legame con conversazioni passate tra Sean Combs e Netflix. Le riprese di Combs che precedono la sua incriminazione e il suo arresto sono state ottenute legalmente. Non si tratta di un attacco personale né di un atto di ritorsione. Curtis Jackson (50 Cent, ndr) è produttore esecutivo, ma non ha controllo creativo. Nessuno è stato pagato per partecipare».

4 dicembre 2025 ( modifica il 4 dicembre 2025 | 15:41)